Il lockdown per il settore della ristorazione sembra ormai solo un lontano e tiepido ricordo, intriso di box e proposte delivery non convenzionali. Un cambio di timone, una nuova rotta gastronomica o una recente apertura ci fanno, così, sperare in un 2023 ricco di profumi ed esperienze da annotare su un taccuino. Da Milano a Palermo passando per Verona e Roma, ecco quali sono gli indirizzi da non perdere secondo Forbes Italia.
Horto, sui cieli di Milano
Come stupire i propri abitanti lo sa bene la città di Milano che offre ai suoi commensali continue novità in ambito gastronomico, naturale e culturale. I suoi tramonti, per esempio, perfetti da ammirare dalla terrazza di un nuovo progetto che porta la firma di Osvaldo Bosetti e Diego Panizza sotto la direzione strategica dello chef tristellato Norbert Niederkofler: Horto Restaurant. La filosofia di questa nuova proposta di fine dining mira a sviscerare il rapporto tra uomo e natura relegando il caos meneghino al di fuori della location. La scelta dei colori tenui e brillanti, il pavimento ricavato da vecchie botti e la scelta di adottare acqua depurata spingono a una direzione quasi oltraggiosa per i grandi sponsor della ristorazione, ma coerente con gli obiettivi di Diego Panizza.
Il ristorante propone, oltre il menu alla carta, un percorso degustazione per il pranzo e un secondo per la cena. Dal 21 marzo sarà, inoltre, possibile risvegliarsi dolcemente e nel silenzio delle prime ore mattutine con una proposta per la colazione. I piatti di Horto esprimono un equilibrio della forma naturale e rispettano i ritmi stagionali e locali. Horto collabora, infatti, con aziende agricole, caseifici e produttori a non più di un’ora dal centro di Milano e che possono organizzarsi in un semi-consorzio: “Il territorio attorno a Milano è una fonte di tesori e materie prime di grande qualità, spesso sconosciute e non utilizzate perché considerate di poco valore sia dal punto di vista del gusto che dal punto di vista nutrizionale. Utilizzandole nella nostra cucina raggiungiamo due scopi: realizzare piatti gustosi e sostenere i nostri fornitori che fanno qualità”. ci racconta Diego Panizza.
Rimessa Dragotto, l’olio extravergine diventa protagonista a Palermo
Rimessa Dragotto è il nuovo progetto gastronomico di Dragotto Farm, che dopo aver lanciato Viridior, un olio extravergine prodotto esclusivamente da olive Nocellara del Belice, ha deciso di reinterpretare la cucina povera degli olivicoltori rimescolando antiche ricette agricole e ingredienti di campagna.
Il ristorante punta a essere una bottega di idee, gusti e percezioni utili per diffondere la cultura dell’olio con un unico obiettivo: rendere l’olio un elemento distintivo nel piatto e non solo come ingrediente di base per le ricette tradizionali. Alla guida di Rimessa Dragotto troviamo lo chef Giovanni Federico che ha tradotto la volontà della famiglia in una filosofia gastronomica ben delineata e moderna. Gli ingredienti vengono lavorati e rispettati secondo i cardini delle ricette della tradizione, ma con un tocco decisamente innovativo e glamour.
Bue Nero, una trasformazione under 30 nel cuore di Verona
Sulle orme del nonno Giuseppe, proprietario di una macelleria, e successivamente del padre Maurizio, che avvia un’impresa di trasformazione e commercializzazione di carni, nel 2019, Riccardo e Ilenia Dalfini aprono Bue Nero: una steakhouse che pone la carne al centro della sua proposta gastronomica, ma che mira a un chiaro tratto distintivo che naviga tra abbinamenti contemporanei e un design curato e attento al dettaglio.
Ilenia e Riccardo, giunti alla terza generazione della famiglia Dalfini, hanno da sempre lavorato per trasformare la loro eredità professionale in un spazio fisico e creativo in continua evoluzione. Filosofia confermata anche dall’arrivo della nuova chef Chiara Pannozzo, la cui parola d’ordine è golosità. Il menu di Bue Nero è, così, composto da piatti che richiamano i sapori della tradizione gastronomica italiana: autentici, rotondi e bilanciati.
Manco, l’interpretazione contemporanea della cucina laziale a Roma
Manco Ristorante nasce pochi mesi fa, in un preludio d’estate, da quattro giovani chef e un sogno che li ha sempre accomunati: aprire un ristorante tutto loro. Sono i fratelli Marco e Lorenzo Di Paolo, Derscariu Cosmin e Edoardo Ceccacci. Nasce, così, uno spazio in cui la tradizione laziale trova una sua chiave contemporanea che parte dal quartiere e raggiunge gli angoli e il cuore di Roma. Una ventata di aria fresca spinta anche dall’arrivo di un’altra giovane under 30. Il gruppo si è affidato, infatti, alla collaborazione di Anastasia Paris, con esperienze in cucina dall’Italia fino all’altra parte del mondo, a Melbourne, in Australia.
Il suo arrivo ha evidenziato ancora di più i tratti innovativi di Manco che ha rafforzato la sua filosofia anche nel design interno. Gli arredi con uno stile semplice ed essenziale riescono a donare calore all’ambiente interno con le sue 30 sedute, ma anche al piccolo e grazioso dehors con 20 coperti. La credenza in legno e il pavimento in cotto si precipitano per restare in uno stile più contemporaneo con sedute nere e un bancone color turchese. Quest’ultimo si presta al servizio bar e all’aperitivo.
Metis, l’omaggio greco alla filosofia gastronomica di Roma
Metis, che nella cultura dell’Antica Grecia indica la pragmaticità e la capacità di adattarsi alle circostanze e superare le avversità, nasce nel settembre del 2022. Alle redini del progetto gastronomico Fabio Dodero, in sala suo cugino nonché socio Francesco Dodero e in cucina, come sous chef, l’amico di sempre Alessandro Cavina. La proposta gastronomica e il suo concept sono frutto di una vita all’insegna del senso del viaggio e delle sue numerose esperienze.
A partire dallo chef’s table con le sue 4 sedute che regala agli ospiti un’esperienza il più ravvicinata possibile alla cucina e che accorcia le distanze tra lo chef e i commensali: “Ѐ un tipo di ristorazione più diretta e che, forse, è ancora poco diffusa in Italia dove è il personale di sala ad avere il compito di spiegare piatti e preparazioni. Quanto è bello, invece, poter raccontare personalmente agli ospiti come nasce un piatto e le sue tecniche?”. afferma lo chef. La cucina è di stampo contemporaneo, ma con le note classiche della cucina francese; un’idea di cucina audace e dagli abbinamenti singolari che tiene, però, sempre fede ai principi cardini della tradizione.
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