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Così questa società aiuta banche e servicer a vendere immobili all’asta più velocemente

Articolo tratto dal numero di aprile 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Chi non ha mai pensato di acquistare un immobile all’asta? Un metodo di investimento conveniente ma complesso, almeno nella percezione comune. A questa complessità, dovuta a burocrazia e una comunicazione non sempre efficace da parte degli enti preposti alle aste, dà risposta Reviva, proptech che sta rivoluzionando l’intero settore. Nel 2021 ha raccolto 500mila euro in un round di finanziamento e si appresta a chiuderne un secondo attraverso una campagna di equity crowdfunding da 2,5 milioni di euro.

Oggi Reviva, grazie a tecnologie innovative ed efficaci strategie di marketing, con un organico di 35 talenti, aiuta banche, servicer e npl investor a vendere più immobili all’asta e più velocemente, aumentando i valori di recupero e riducendo i tempi di vendita. I clienti di Reviva riconoscono una fee per ogni asta aggiudicata, partecipata o vinta.

Per comprendere le opportunità di un mercato che tocca tutti, direttamente o indirettamente, nel delicato e importante tema della casa e del credito, Forbes Italia ha intervistato Ivano De Natale, che ha fondato Reviva insieme al socio Giulio Licenza e che ha alle spalle oltre 15 anni di esperienza nel mercato immobiliare.

Come è nata l’idea di portare innovazione in un settore come quello delle aste?

Ho iniziato a lavorare nel mercato immobiliare come agente e nel 2012 sono passato alle aste. Mi sono reso conto, con l’esperienza sul campo, che al di fuori del mercato di Milano risultava molto difficile vendere gli immobili all’interno dei processi di asta. Le aste venivano comunicate in modo poco efficace e molte andavano deserte: si stima che questo accada in oltre il 70% dei casi, con un impatto sul prezzo di vendita finale. Mi sono appassionato al tema e mi sono accorto che mancava un soggetto specializzato nella promozione degli immobili in asta e nell’aumentare la consapevolezza di questo strumento tra i consumatori.

Quale dovrebbe essere il ruolo sociale delle aste in un ecosistema economico sano e solido?

La mancanza di vivacizzazione delle aste e la scarsa efficacia della comunicazione possono portare a un impatto negativo nella società: le banche, non potendo recuperare la liquidità prestata, non possono trasferirla a imprese e famiglie. L’asta dovrebbe essere un meccanismo virtuoso in cui si vende l’immobile al miglior prezzo, in modo che il debitore possa sdebitarsi. Le aste oggi si presentano come se fossero dei diamanti grezzi: hanno bisogno di valorizzazione.

Quali strumenti utilizzate in Reviva per promuovere le aste?

Abbiamo creato un ecosistema di tre brand verticali, ognuno specializzato nel vendere gli immobili in asta a un determinato segmento. Immobiliallasta.it è il portale di riferimento per chi cerca un immobile in asta e fornisce assistenza gratuita ai potenziali acquirenti. Vivapro, il più grande network di vivacizzatori aste in Italia, raggiunge gli utenti finali attraverso il contributo di oltre 100 agenti. Reeco rappresenta un gruppo di investimento che raccoglie capitali in modalità club deal o crowdfunding, compra immobili, li valorizza e li rivende, identificando le opportunità di mercato grazie alla tecnologia, che è collante di tutte le nostre iniziative. In questi anni, inoltre, abbiamo sviluppato più di 80 applicativi tra portali, database, crm e modelli di machine learning che ci hanno permesso di ottenere risultati straordinari nel nostro settore. Quando un immobile viene gestito da Reviva, ha il 41% di probabilità in più di essere aggiudicato in asta. I prezzi crescono del 21% e i tempi di attesa si riducono del 18%.

Che prospettive e trend vede per la declinazione tech nel real estate?

Il trend più seguito in questo momento è il metaverso, con immobili virtuali oggi valutati intorno al miliardo di euro. Un altro trend che osserviamo è la realtà virtuale e aumentata. Non si tratta di una novità, ma di un abilitatore che è stato accelerato dal lockdown e che potrebbe essere utilizzato anche nelle aste. Infine i modelli predittivi che utilizzano l’Ia e che permettono di studiare strategie ad hoc di promozione e di identificazione degli immobili. Stiamo utilizzando dei sistemi di natural language processing che permettono di creare annunci immobiliari sempre più completi selezionando informazioni da documenti di oltre 40 pagine, dando soluzione a uno dei problemi più comuni nelle aste: la reperibilità del dato.

Che caratteristiche ha il mercato delle aste immobiliari in Italia e quali opportunità comporta per gli investitori?

L’Italia detiene il record di npl in Europa: circa un terzo di tutto il continente, per un valore di circa 330 miliardi, e questo ha generato un mercato che attrae capitali stranieri. Il nostro Paese rappresenta uno dei mercati immobiliari più liquidi in Europa, per quanto riguarda il residenziale e ha una grande dinamicità. Siamo secondi in Europa per numero di immobili residenziali compravenduti, superati solo dalla Francia, che tuttavia ha un maggior numero di abitanti. Questo offre grandi opportunità nel campo delle aste. Nel 2021 ci sono state 750mila compravendite residenziali e 63mila immobili all’asta: un mercato che può crescere grazie a maggiore informazione e consapevolezza.

In alcuni paesi, come l’Australia, le aste sono diventate un metodo ordinario di vendere una proprietà. L’Italia potrebbe seguire questo trend?

Teoricamente vendere in asta può rappresentare un meccanismo virtuoso. Alcune startup a livello europeo si sono inserite in questo mercato con risultati incoraggianti. Credo che questo trend possa ritrovarsi in alcuni contesti dell’immobiliare, come avviene oggi con le case d’asta: prodotti o beni di alto livello riservati a una particolare clientela. Quello che prevedo è che l’acquisto di immobili in asta continui nel suo trend positivo, diventando per gli italiani una normale modalità di acquisto immobiliare.

Che prospettive vede per il mercato immobiliare Italiano?

A livello di aste abbiamo visto che lo stock di npl è leggermente calato negli ultimi anni, ma, anche per via dell’effetto della crisi post-lockdown, si pensa che possa aumentare, arrivando a 377 miliardi nel 2024. Questo contribuirà a incrementare il numero di aste, in una prospettiva di medio-lungo termine. La possibilità di acquisto di un immobile in asta potrebbe diventare sempre più interessante per chi desidera acquistare casa, soprattutto adesso che oltre al caro vita dobbiamo fronteggiare l’innalzamento dei tassi di interesse.

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