Innovation

Data Act, Fabrizio Soru: “Una grande occasione per le aziende italiane”

Procede l’iter di approvazione del Data Act, la proposta di regolamento europeo in materia di dati e servizi industriali che lo scorso 14 marzo 2023 ha ricevuto il via libera dal Parlamento Europeo. Una misura ambiziosa, che mira a stabilire regole comuni per disciplinare come immagazzinare e condividere i dati generati dai prodotti connessi a Internet o di servizi correlati. E che consentirà, nei desiderata dell’Unione Europea, una maggior equità dei contratti di condivisione, dando un forte contributo alla trasformazione digitale delle aziende e allo sviluppo e al miglioramento dei servizi digitali.

Se il provvedimento dovesse diventare definitivo, però, sarà necessario per le imprese europee adeguarsi al nuovo regolamento. “Le aziende dovranno farsi trovare pronte al cambiamento”, spiega infatti Fabrizio Soru, ceo di Datlas Group, interpellato da Forbes Italia sull’argomento. “Si tratta di un’ottima occasione per le imprese italiane ed europee per diventare più competitive, sfruttando il grande valore dei dati. Ma il mondo dell’impresa dovrà farsi trovare pronto alla sfida”.

I dati: risorsa fondamentale per l’innovazione

I dati, infatti, sono considerati da molti la chiave per garantire l’innovazione e migliorare su larga scala servizi e prodotti. E tuttavia, al giorno d’oggi, la maggior parte di quelli industriali – circa l’80% secondo le stime della Commissione Europea – rimangono inutilizzati; senza considerare che ogni azienda li accumula in modo diverso, rendendone di fatto impossibile un utilizzo condiviso. Il provvedimento mira da una parte a uniformare la catalogazione dei dati e dall’altra ne incentiva la condivisione. Così potrebbe essere una grande leva per le imprese, soprattutto le più piccole. Queste, se la legge venisse confermata, potranno pescare dati da un bacino molto più ampio per migliorare i propri prodotti e servizi. Per fare ciò, per le aziende sarà necessario adeguarsi al nuovo regolamento: i dati dovranno essere in grado di parlare tra loro, permettendo un’agile condivisione. E questo comporterà, per le imprese, la necessità di iniziare a immagazzinare i propri dati in un modello comune, traducendo quelli già raccolti.

Fabrizio Soru: “Necessario farsi trovare pronti alla sfida”

“Il Data Act è una grande occasione per le aziende europee, che potranno sfruttare, grazie alla condivisione, una grande massa di nuovi dati per migliorare i propri prodotti e servizi”, ha infatti continuato Soru. “D’altro canto, per gettare le basi di questo ecosistema, sarà necessario per loro adeguarsi ad un unico sistema di immagazzinamento. Datlas, ormai da anni, incoraggia il concetto di circolarità del dato, che prevede di riutilizzare le informazioni raccolte e impiegarle al meglio, trasformandole per le diverse esigenze ed evitando così gli sprechi di dati, ancora sistemici all’interno della maggior parte delle imprese europee. Ed è anche per questo che oggi, con la nostra piattaforma, Dome, siamo in grado di maneggiare i dati a disposizione delle grandi organizzazioni, garantirne sicurezza e privacy creando nuovi servizi all’interno di un ecosistema in cui plasmare l’aggregato di dati complessi al servizio dei nuovi prodotti e servizi di business. Quindi, se per le aziende italiane ed europee si profila l’apertura di un nuovo capitolo che ne aumenterà la competitività e l’efficienza”, ha concluso il ceo di Datlas Group, “l’obiettivo del nostro gruppo sarà quello di accompagnare le imprese in questa transizione, razionalizzando le loro informazioni, strutturandole e segmentandole per rispondere ai requisititi del nuovo regolamento, dandogli così modo di essere sempre più competitive”.

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