Da quando Elon Musk ha portato internet in Amazzonia lo scenario è cambiato drasticamente. I giovani della comunità Marubo “sono tutti lì, concentrati sui telefonini. Sono diventati pigri. Non parlano, non lavorano, non si muovono. Sono come imbambolati. Scorrono le immagini, leggono con il traduttore, navigano ore e ore immersi in uno stato comatoso che spaventa”. A raccontarlo è stata Tsainama Marubo, una delle anziane del villaggio, a Jack Nicas e Victor Moriyama, un cronista e un fotografo del New York Times, che hanno percorso 50 miglia in Amazzonia per raggiungere questa comunità. L’avvento di internet, attraverso i satelliti di Starlink, ha cambiato questa società in 9 mesi. Un tempo troppo breve rispetto a quello che ha impiegato la rivoluzione digitale a cambiare il mondo globalizzato.
“Mentre si discuteva, gli occhi si sono spostati sugli schermi. Gli adolescenti scorrevano Instagram”, testimonia il cronista del NYT. “Un uomo mandava messaggi alla sua ragazza. Altri uomini si sono riuniti intorno a un telefono per seguire una partita di calcio mentre la leader femminile del gruppo parlava”. In qualsiasi altro luogo del mondo, una scena del genere sarebbe banale. Ma questo accadeva in un remoto villaggio indigeno, in una delle zone più isolate del pianeta.
L’avvento di Starlink in Amazzonia
La tribù, composta da circa 2.000 membri, è una delle centinaia di realtà del Brasile che si sono improvvisamente collegate a Starlink, il servizio Internet di Space X, la società spaziale di Musk. Dal suo avvento in Brasile nel 2022, Starlink ha attraversato la più grande foresta pluviale del mondo, portando il web in uno degli ultimi luoghi offline della Terra.
“Quando è arrivato, tutti erano felici”, dice Tsainama Marubo, seduta sul pavimento di terra battuta della sua capanna dove i Marubo dormono, cucinano e mangiano insieme. Internet ha portato evidenti benefici, come le videochiamate con i propri cari lontani e le richieste di aiuto in caso di emergenza. “Ma ora le cose sono peggiorate”, ha detto. I giovani per esempio sono diventati meno interessati alla produzione di tinture e gioielli tipici della comunità. “Sono diventati pigri a causa di Internet”, ha detto. “Stanno imparando i metodi dei bianchi”. La conclusione ha poi spiazzato: “Ma per favore non toglieteci internet”.
L’accusa di insider trading a Musk
Intanto il ceo di Tesla è stato accusato di insider trading in riferimento alla vendita, avvenuta alla fine del 2022, di oltre 7,5 miliardi di dollari di azioni della società. La causa, intentata da un’azionista stesso di Tesla, sostiene che Musk avrebbe sfruttato la sua posizione e violato i suoi doveri fiduciari. La causa, intentata dall’investitore di Tesla, Michael Perry, sostiene che Musk ha venduto circa $7.530.113.926 di azioni della società a novembre e dicembre 2022 perché in possesso di informazioni riservate secondo le quali Tesla non sarebbe riuscita nel quarto trimestre a rispettare il numero di consegne previste e la stima di produzione. Se Musk avesse aspettato l’annuncio pubblico di questo rallentamento, la vendita delle azioni gli avrebbe fruttato il 55% in meno rispetto a quanto ha effettivamente incassato, evidenzia la causa. In sintesi, secondo il testo della causa, Musk avrebbe guadagnato circa 3 miliardi di dollari dalle vendite di novembre e dicembre (considerando il prezzo di chiusura di 108,10 dollari per azione registrato da Tesla il 3 gennaio).
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