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Il 72% dei ceo europei è ottimista nonostante l’incertezza economica: gestione dei costi e innovazione restano cruciali

Aumento dei tassi di interesse, instabilità finanziaria e una probabile recessione sono alcune delle sfide che i ceo di tutto il mondo si trovano a fronteggiare con la crisi economica. Nonostante ciò, la maggior parte dei leader continua a lavorare per migliorare le aziende e rafforzarne la competitività.

Investire per rimanere competitivi

Se quasi tre quarti degli ad e dei top executive a livello globale indicano tali sfide come preoccupazioni principali, il 79% ha espresso fiducia nelle prospettive delle proprie aziende nel 2023.

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Sono questi i dati emersi dall’ultima Executive Perspective di Bcg Ceo Outlook 2023: Caution, Optimism, and Navigating the Road Ahead, che ha coinvolto su 759 dirigenti a livello globale provenienti da diversi settori.

“L’incertezza economica non può che essere al centro delle riflessioni dei ceo di tutto il mondo. Ma molti leader, proprio in questi momenti, restano concentrati sulla salute e la crescita della propria azienda, puntando a investimenti in aree chiave per l’innovazione come AI, sostenibilità e talenti, per rimanere competitivi ed essere pronti ad affrontare altri shock sistemici che potrebbero verificarsi in futuro”, dichiara Giuseppe Farinacci, partner and director di Bcg.

“La strategia chiave per garantire resilienza e crescita a lungo termine guarda al lavoro sul breve termine, senza perdere di vista le ambizioni a lungo termine”.

Quali sono le priorità per i ceo?

Nonostante l’ottimismo, i ceo europei sono meno fiduciosi sulle prestazioni che la loro azienda registrerà durante l’anno: il 72% di essi è convinto delle azioni da compiere, rispetto all’83% in Nord America e al 79% in Asia.

La gestione dei costi è tra le priorità in Europa: il 58% dei ceo prevede di riprogettare i processi o modelli operativi delle proprie aziende, rispetto al 51% dei leader in Nord America e in Asia.

In Europa, il clima e la sostenibilità sono le aree in cui verranno indirizzati investimenti significativi, come dichiarato dal 55% dei ceo europei, mentre in Nord America e Asia temi come digitale, tech e intelligenza artificiale restano le prime scelte per i leader.

Meno importanti i licenziamenti, nonostante in Europa si investa meno per trasformazione e crescita aziendali. Solo il 7% dei ceo europei li considera prioritari (contro il 12% dei leader in Nord America), mentre il 20% di loro dichiara di non voler intraprendere alcuna azione in merito.

I ceo in Asia si dimostrano più interessati ad investire in azioni di sviluppo, con il 10% delle imprese orientate alla crescita, tra cui fusioni e innovazioni tecnologiche (in Europa sono meno della metà).

L’importanza di investire sui talenti per i ceo

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Retention e sviluppo dei talenti, innovazione di prodotti e servizi e cybersecurity, sono stati indicati come le priorità di investimento da circa tre quarti dei dirigenti globali.

Il 72% dei dirigenti a livello globale ha dichiarato di essere al lavoro per ridurre i costi e migliorare l’efficienza dei processi, piuttosto che applicare tagli diretti.

Le priorità, tuttavia, variano a seconda del settore: nei comparti industriali, di consumo, finanziarie, di trasporto e sanitarie, si pone l’accento sulle azioni relative al controllo dei costi.

Un aspetto, quest’ultimo, che non viene considerato rilevante dalle aziende del settore tecnologico, dei media e delle telecomunicazioni (Tmt), che preferiscono concentrarsi sullo sviluppo dei talenti (il 70%) e l’innovazione (il 60%).

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“Riconoscendo l’importanza di rimanere competitivi, la maggior parte delle aziende tiene conto della crescita a lungo termine e dei processi di controllo dei costi”, afferma Farinacci.

“Per lo stesso motivo, più della metà dei dirigenti, soprattutto quelli che operano in Nord America, considera i talenti come una priorità per il 2023, ponendo l’accento sul miglioramento della proposta di valore per i dipendenti e sull’aggiornamento della forza lavoro”.

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I leader della resilienza

Nel sondaggio in questione è stato chiesto ai dirigenti di valutare anche le capacità di resilienza delle loro aziende attraverso 19 dimensioni chiave. Secondo questa autovalutazione, il 12% degli intervistati ritiene che le proprie aziende abbiano sviluppato forti capacità di resilienza.

Ciò che distingue questi leader è l’attenzione a investire nelle risorse liberate dalla riduzione dei costi: il 68% di loro ha dichiarato di investire nell’innovazione di prodotto e di processo.

Oltre a ciò, i ceo risultano essere tra i più propensi a investire in fattori come retention, upskilling, innovazione del modello di business e iniziative per il clima e la sostenibilità.

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