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Small Giants

Edra: l’arredo che unisce arte, ricerca e artigianalità entra nei musei d’arte contemporanea

Un’azienda giovane, nata nel 1987 in Toscana, ma già celebre e celebrata come simbolo di qualità e bellezza. In casa Edra il fine non è esclusivamente l’originalità, che niente sarebbe senza il comfort che caratterizza i suoi prodotti, frutto di una professionalità e una lavorazione interamente handmade.  Un’esclusività che l’ha portata a ritagliarsi un posto nelle collezioni dei più importanti musei internazionali d’arte contemporanea, come ci racconta in un’intervista la vicepresidente Monica Mazzei.

Edra è conosciuta in tutto il mondo per caratteristiche ed eleganza dei modelli. Ci può definire l’impronta Edra?

Tutti i nostri modelli hanno caratteristiche che li riconducono alla nostra collezione e ognuno ha una sua identità. Sono capitoli diversi che raccontano una sola storia: Edra. Hanno un valore e una bellezza che unisce la classicità, nel senso di qualcosa che non perde valore col passare del tempo, all’innovazione, alla contemporaneità. Non lasciano indifferenti, per la loro estetica e per come si inseriscono nello spazio. Vivono tra arte, manualità e produzione industriale. C’è sempre una narrazione che li accompagna, e anche se non la si conosce, la si può intuire: parlano di natura, di paesaggio, di relazioni. Nascono dalla materia e dal gesto, piuttosto che dal disegno. Poi c’è un altro aspetto molto importante. I nostri prodotti, al tatto, all’uso, offrono il più alto livello di comfort. Con forme anche molto differenti, hanno sempre un’altissima qualità di fattura, di materiali, di resa e cura nei dettagli. ‘Un divano Edra lo guardi per la sua bellezza, ma lo capisci quando ti ci siedi’.

Voi operate in un settore in cui la capacità di anticipare e fare tendenza è essenziale. Che ruolo ha la ricerca e come si concretizza in Edra?

Tendenza è un termine che non mi piace. La tendenza, per me, è qualcosa che ha vita breve e poi si trasforma o passa. Abbiamo sempre cercato di fare ciò che ci piace, quello che a noi sembra interessante. Riflettendo sulla contemporaneità e cercando di progettare oggetti autentici e che avessero quella bellezza senza tempo. E che fossero di qualità, che per un oggetto d’uso è fondamentale. Questo ci ha permesso di dare vita a modelli che dopo molti anni sono ancora in collezione e sono sempre molto apprezzati dai nostri clienti. Ad esempio, la Flowers Collection di Masanori Umeda, che abbiamo omaggiato con una serata al Teatro alla Scala durante il Salone del Mobile di Milano ad aprile, ha 33 anni. Quando l’abbiamo vista siamo rimasti affascinati. Per noi è fondamentale avere un’idea forte e cercare di darle forma attraverso la ricerca di materiali e soluzioni tecniche e ingegneristiche. Francesco Binfaré negli anni novanta, per la prima volta, ha separato la seduta dallo schienale. L’immagine delle persone sdraiate sugli scogli a prendere il sole l’aveva fatto riflettere sulla libertà e il piacere di trovare una propria posizione comoda. Edra aveva messo a punto un nuovo materiale: il Gellyfoam, una schiuma brevettata che sostiene e assorbe i movimenti in qualsiasi posizione.

Così è nato On the Rocks nel 2004. O ancora Francesco, che a Natale 2011 mandò a mio fratello Valerio uno schizzo di un cuscino che si poteva muovere. L’idea era che schienali e braccioli si potessero modellare liberamente. Nacque così il “cuscino intelligente” dopo alcuni anni di messa a punto sulla struttura e meccanismi interni che dovevano farlo ruotare a 180 gradi e anche separatamente. Quell’invenzione era frutto di una riflessione sulla libertà e funzionalità di una seduta come valore assoluto. In azienda viene sempre portata avanti la ricerca, che parte da un’idea e si concretizza attraverso il dialogo e l’applicazione della competenza in termini di materiali, tecnologie, abilità delle maestranze. Questa è la vera innovazione. La cosa curiosa è che molti nostri arredi, quando sono nati, da alcuni sono stati guardati in modo un po’ strano. Oggi vediamo che alcune aziende propongono progetti non originali, soluzioni molto simili, e le presentano come se fossero novità. Ci sarebbe bisogno di maggior attenzione.

L’arredo di alta gamma si pone decisamente obiettivi internazionali, ma c’è qualcosa secondo lei che vi caratterizza come esponenti di un made in Italy contemporaneo?

Il made in Italy è riconosciuto nel mondo per la qualità del progetto, dei materiali, per il edra.itsaper fare manuale unito alla cura dei dettagli. È nato in un particolare tessuto formato da piccole e medie imprese a conduzione familiare. Anche la nostra azienda si è sempre data l’obiettivo di produrre oggetti belli e di altissima qualità. Cerchiamo di unire l’innovazione alla tradizione artigianale. Utilizziamo materiali e maestranze locali. Firenze è stata la culla del Rinascimento e quei valori di bellezza, umanesimo, libertà che abbracciano tanti saperi che ci appartengono.

Quanto conta per voi essere entrati a far parte delle collezioni dei più importanti musei internazionali d’arte contemporanea?

È davvero un onore. Vuol dire che abbiamo dato vita a qualcosa che ha un valore intrinseco, non solo d’uso. Ci rende orgogliosi vedere i nostri prodotti in armonia, accanto a importanti opere d’arte. Anche i nostri clienti ‘collezionano’ Edra nelle loro case e spesso scelgono i nostri modelli con lo stesso piacere che dedicano all’acquisto di un oggetto d’arte. Uno dei nostri principi è quello di essere senza tempo ed essere tramandati da una generazione all’altra. La presenza nelle collezioni permanenti testimonia questo valore. È forte l’emozione di pensare che questi oggetti faranno per sempre parte di una storia, più grande di noi.

 

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