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Vivere l’estate in città: 10 ristoranti da provare a Milano, Firenze passando per Bologna, Roma e Napoli

Caldo asfissiante, città che si vuotano, sempre meno da fare. L’estate è arrivata e moltissimi italiani, complice lo smart working, hanno già abbandonato le metropoli in direzione delle coste.

Ma se siete tra quelli che hanno ancora qualche settimana davanti prima della partenza, non disperate: le città vuote hanno un fascino particolare e ancora molto da offrire, soprattutto dal punto di vista della ristorazione.

Tra Milano, Roma, Firenze, Bologna e Napoli, ecco una selezione di ristoranti metropolitani da provare quest’estate tra osterie contemporanee, ristoranti fine dining, esclusivi chef’s table, giardini rinascimentali e futuristici ristoranti sospesi.

1) Zaia – Milano

ZAÏA. Crediti: Pion Studio

Partiamo con il nuovo ristorante dell’hotel Aethos, che propone una cucina internazionale e contempo perfetta per la stagione estiva, grazie all’ispirazione derivante delle tradizioni gastronomiche del Mediterraneo. A due passi dai Navigli ma al contempo oasi di pace in mezzo a uno dei quartieri più vivaci della città, è il luogo ideale per chi è alla ricerca di uno spazio riservato ma cosmopolita.

Da provare la triglia servita con cioccolato bianco, porcini e lardo, sinonimo di una carta che vuol stupire per originalità, sia nei sapori sia nella presentazione dei piatti. Gli ambienti del locale, curati dagli interior designer dello spagnolo Astet Studio, si distinguono per lo stile ricercato ed elegante. I colori caldi, come il verde bottiglia e l’écru, abbinati agli inserti in legno, contribuiscono a creare un’atmosfera moderna e confortevole.

2) Valentino Vintage Restaurant – Milano

Valentino Vintage

A pochi passi dal Duomo, tra le seicentesche mura di un palazzo in cui spiccano le bianche colonne doriche, sorge Valentino Vintage Restaurant, ristorante milanese dall’impronta toscana. Il nome, che omaggia l’attore Rodolfo Valentino, riporterà subito alla mente dei golosi meneghini l’omonimo ristorante che già occupava le medesime sale all’inizio degli anni 2000 e che ha voluto essere mantenuto anche dalla nuova gestione, ovvero il gruppo Nannini che da Siena sta scalando l’Italia.

Tra stampe alle pareti, tovaglie bianche e poltrone di velluto la cucina del Valentino riprende la tradizione enogastronomica nazionale, con una chiara deriva toscana (come le tagliatelle home made al caffè Nannini con ragù bianco di cinghiale e cacao), ma anche milanese come nel caso della costoletta alla milanese con maionese allo zafferanno e bietole saltate.

3) Cantina Piemontese – Milano

Cantina Piemontese

Aperto nel 1908, Cantina Piemontese è il ristorante storico di Via Laghetto, nel pieno centro di Milano, a due passi dal Duomo. Questa Osteria contemporanea vuol far riscoprire i veri sapori della cucina tradizionale sabauda nel senso più ampio, dal Piemonte alla Liguria fino alla Sardegna, con incursioni dal mare alle alpi.

Una proposta di piatti giornalieri concreta e sincera, che racconta in modo chiaro l’anima e la qualità di un territorio ricco di cultura gastronomica e materie prime. Assolutamente da scoprire l’eccellente lavoro intorno alle interiora, dal fegato al rognone, fino a animelle e cervella che vengono proposte in piatti simbolo come la finanziera, la casseoula o il fegato alla veneta. In cucina troviamo anche interiora di pesce: quelle di Baccalà diventano un gustoso accompagnamento del pacchero con finocchietto selvatico.

4) Il Circolino – Monza

Il circolino

Nel cuore di Monza ecco uno spazio che vale la pena di essere scoperto: Il Circolino infatti interpreta in chiave moderna lo spirito conviviale dei primi Circoli culturali nati all’inizio del 1900, ospitando sotto lo stesso tetto un ristorante gastronomico, un cocktail bar e un caffè.

Per quanto riguarda il fine dining la firma è quella dello chef pluristellato Claudio Sadler che riparte dai grandi classici milanesi strizzando l’occhio a influenze dal mondo. Dall’antipasto al dolce, i piatti sono il riflesso delle emozioni, dei ricordi, delle esperienze e degli incontri personali e professionali che hanno caratterizzato la carriera della brigata oggi guidata dal resident chef Lorenzo Sacchi.

5) La Porta – Bologna

La Porta

Sospeso leggero come una nuvola sopra le corsie automobilistiche nella zona fieristica della città, la struttura avveniristica e sinuosa all’ombra della sede del gruppo Unipol ospita uno dei ristoranti fine dining più interessanti del capoluogo emiliano. Così come a livello di struttura in locale vuole simboleggiare, nella sua modernità, la tredicesima porta di Bologna, altrettanto l’offerta gastronomica mira a sorprendere rivisitando la tradizione della regione più celebre d’Italia a tavola.

In tal senso, assolutamente da provare il “carpaccio di romagnola” a base di manzo marinato, crumble al sale di cervia, gelato alla senape, frutti rossi e aceto balsamico invecchiato. Non potete partire, infine, senza aver assaggiato il “tortellino goccia d’oro” in crema di parmigiano e foglie d’oro, versione raffinata della pasta ripiena simbolo della città.

6) Architettura del Cibo – Firenze

Architettura del Cibo

C’è un ristorante, a Firenze, ricavato all’interno di un giardino. È Architettura del Cibo, che trova spazio all’interno di quello che fu il giardino privato del marchese Tommaso Gargallo da Siracusa, e che ancora mantiene al centro della sala un tiglio di 50 anni mentre la cucina a vista ospita un leccio di 150. Nel giro di pochi anni il ristorante è diventato un tempio del gusto, sotto la guida dello chef Giuseppe Papallo , classe ’84.

Le sue origini, metà friulane e metà calabresi, si mescolano alla tradizione toscana per dar vita ad una cucina fatta di equilibri e sapori inediti. La mano dello chef e della sua brigata si fa apprezzare nei tre menù degustazione, ma se è la prima volta vi consigliamo di affidarvi allo chef e prendere il suo “A mano libera”. La carta dei vini e dei distillati è ben curata, così come lo sono tutti i dettagli e il servizio.

7) La Loggia – Firenze

La Loggia

Con la bella stagione riapre sulle colline antistanti Firenze il ristorante La Loggia, ospitato nel loggiato rinascimentale di Villa San Michele, con vista panoramica sulla città. Per questa stagione l’executive chef Alessandro Cozzolino propone tre nuovi menu degustazione tra i quali scegliere, dove ancora una volta a spiccare è l’estrema attenzione e competenza per la proposta vegetariana e vegana.

Da provare anche “Contrasti in terra medicea”, una personale interpretazione del gusto e delle tradizioni locali, e “Legami tra vizi e vezzi”, un menu biografico composto da tecniche, gusti e ricordi personali. Per un’esperienza più informale senza rinunciare al piacere di quella che senza dubbio è una delle location più belle del capoluogo toscano, il cinque stelle offre anche il Ristorante San Michele, che con la sua offerta bistrot è aperto tutti i giorni sia a pranzo che a cena, e il Lounge Bar nei giardini all’italiana dove provare l’offerta cocktail.

8) Marzapane – Roma

Marzapane

Marzapane, aperto a Roma più di 10 anni fa, con il tempo si è affermato come uno dei locali capitolini più apprezzati. Situato in zona Flaminia è diventato celebre tra le altre cose per il proprio “Chef’s Table” con vista cucina e bancone che ospita 8 persone al piano terra.  Marzapane vede il fuoco come elemento dominante della cucina, giocando tra cotture primordiali e tecniche primitive.

Il menu è breve, settimanale, con fuori menu giornalieri.  Segue una cucina rurale con un approccio contemporaneo che affonda le sue radici nel passato. Gli ingredienti scelti provengono dai campi, dai boschi e dal mare vicini, con un’attenzione ai produttori vicini alla filosofia del ristorante, così come i vini che viaggiano in sintonia con l’idea di cucina, con focus su storie di territori vicini e lontani che danno bottiglie più artigianali possibile.

9) Dogma -Roma

Dogma

Dogma, nel quartiere San Giovanni, è un ristorante di pesce creato da due imprenditore under 30 che hanno scelto come principale metodo di cottura la brace. Una proposta nuova e divertente, basata su un menu che propone una cucina conviviale, con il pesce alla base dei diversi piatti che incontra di volta in volta ad affiancarlo ingredienti di produttori attenti ed etici.

Ogni tipo di pesce qui trova il suo ruolo: scorfanetti, tracine, occhiate, sararaghi, paranza, ogni figlio del mediterraneo recita una parte, che sia quella di farsi brodo, bisque o fondo per sorreggere il taglio principale. Le verdure sono laziali e arrivano dall’orto di famiglia, mentre la pasta e il pane sono fatti in casa con farine siciliane macinate al momento nel mulino della cucina.

10) 177Toledo – Napoli 

177Toledo

Se c’è stato uno chef capace di catapultare su di sé l’attenzione negli ultimi anni, questo è senza dubbio Giuseppe Ianotti. Dopo aver preso due stelle a Telese Terme, lo chef campano finalmente quest’anno è sbarcato anche alle pendici del Vesuvio con il suo nuovo ristorante 177Toledo. Il fine dining posto sopra ai quartieri spagnoli offre due menù degustazione, il “71” e il “22”, entrambi magistralmente eseguiti dal’executive chef è Grazioli, a cui si affianca ancora il sous chef Marco Langella.

Il 71 prevede 4 portate, più gli snack iniziali e i pre-dessert, mentre il 22 ne conta 7. Si tratta di due percorsi che raccontano la gastronomia partenopea e campana in generale in chiave di rottura. Un percorso che comincia dissacrando piatti culturalmente iconici come “pizza”, “mozzarella in carrozza” e “capitone”, che diventano sorprendenti antipasti, per poi continuare con piatti principali iconici come nel 7  “o’ raù”, il ragù napoletano secondo Iannotti. Nel 22 spicca la “parmigiana di melanzane”, piatto comfort simbolo delle mamme campane, qui reinterpreto. Ma c’è spazio anche per piatti di pura provocazione come il “Ris’orto” e gli imperdibili “Spaghetti mit boll”, perché la cucina può e deve essere divertente, e Ianotti lo sa molto bene.

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