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Google e Universal stanno negoziando sulla musica generata dall’intelligenza artificiale

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Secondo il Financial Times, Google e Universal Music Group stanno discutendo della concessione in licenza di melodie e voci degli artisti per la musica generata dall’intelligenza artificiale. La musica prodotta dall’Ia è solo l’ultima tendenza che sta scatenando reazioni da parte delle etichette musicali e degli artisti del settore.

I fatti principali

  • Google e Universal Music, che rappresenta artisti come Drake, Ariana Grande e Taylor Swift, stanno lavorando per sviluppare uno strumento che consenta agli utenti di creare musica generata dall’intelligenza artificiale utilizzando la voce, i testi o i suoni di un artista, secondo quanto riportato dal Financial Times.
  • L’accordo vedrebbe il pagamento ai detentori dei diritti d’autore, mentre gli artisti avrebbero la possibilità di scegliere di aderire.
  • Secondo il Times, anche Warner Music Group sta discutendo un prodotto simile con Google.
  • Google e Universal Music non hanno voluto rispondere alle richieste di commento di Forbes.

La frase

L’ad di Warner Music, Robert Kyncl, ha dichiarato, durante una conferenza stampa di martedì, che “con la giusta struttura” l’intelligenza artificiale potrebbe “consentire ai fan di godere della musica dei loro artisti preferiti attraverso un nuovo livello di contenuti guidati dagli utenti”.

Le critiche

All’inizio di quest’anno, Drake ha espresso la sua opposizione alla musica prodotta dall’Ia, dopo essere stato coinvolto in diversi deepfake. Dopo la pubblicazione di un brano, ha dichiarato: “Questa è l’ultima goccia”. Per Sting ci sarà una battaglia tra il capitale umano e questa tecnologia. “L’Ia non mi impressiona affatto”, ha dichiarato il cantante alla Bbc.

I favorevoli

Diversi artisti hanno invece sostenuto lo sviluppo della musica generata dall’intelligenza artificiale, tra cui Grimes, secondo cui chiunque potrebbe creare canzoni utilizzando la sua voce “senza alcuna conseguenza”, a patto che l’artista riceva una percentuale del 50% sulle royalties.

A giugno, Paul McCartney ha annunciato la pubblicazione di una nuova canzone dei Beatles nel corso dell’anno, dopo che lo stesso cantante aveva confermato l’utilizzo dell’Ia per “estrarre” la voce di John Lennon da un vecchio nastro demo e creare “il disco finale dei Beatles”.

Sullo sfondo

Negli ultimi mesi sono aumentate le regolamentazioni e le restrizioni per la musica generata dall’intelligenza artificiale. In aprile, Universal Music ha inviato una lettera ai servizi di streaming chiedendo di impedire ai programmi di Ia di accedere alle sue piattaforme per allenarsi su testi e melodie protetti da copyright.

Il mese scorso, durante un’audizione al Senato, il consigliere generale di Universal Music Jeffrey Harleston ha dichiarato che “la voce di un artista è spesso la parte più importante del suo sostentamento e del suo personaggio pubblico”.

Lo U.S. Copyright Office ha fatto notare che offrirà il diritto d’autore solo alle opere “create da un essere umano” e non “registrerà le opere prodotte da una macchina”. A maggio Google ha rilasciato uno strumento sperimentale di intelligenza artificiale per la creazione di musica, che sviluppa una canzone sulla base di una richiesta di testo.

Meta ha risposto all’inizio di questo mese con un proprio strumento di Ia per la creazione di musica, addestrato su 20mila ore di musica su licenza di sua proprietà.

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