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WeWork sempre più in crisi: “Dubbi sostanziali sulla sopravvivenza dell’azienda”

Questo articolo è apparso su Forbes.com

WeWork, società che affitta spazi per lavoratori che operano da remoto, freelance e autonomi, ha dichiarato in un comunicato che ci sono “dubbi sostanziali” sulla capacità dell’azienda di rimanere in attività, citando un “lieve calo degli iscritti” e una “crescente concorrenza”.

Gli aspetti principali

  • Il comunicato ha affermato che “esistono dubbi sostanziali sulla capacità dell’azienda di continuare come entità in funzione” e che evitare tale sorte è “contingente alla riuscita del piano della direzione per aumentare la liquidità e la redditività nei prossimi 12 mesi”.
  • Il comunicato ha affermato che l’aumento dell’offerta di immobili commerciali causata dai concorrenti ha dato ai consumatori più opzioni e ha portato a una perdita netta di 696 milioni di dollari nei sei mesi terminati a giugno. La perdita, va precisato, è minore di quella dello stesso periodo dell’anno scorso, quando l’azienda aveva perso 1,14 miliardi di dollari.
  • Secondo quanto dichiarato dalla società, il piano per migliorare le prospettive finanziarie include la negoziazione di contratti di locazione per abbassare gli affitti, la riduzione dell’abbandono degli utenti, l’aumento delle nuove vendite, il contenimento delle spese e la ricerca di capitale aggiuntivo attraverso l’emissione di debito o titoli di capitale o la vendita di attività.

Il contesto

La notizia arriva mesi dopo che WeWork ha siglato un accordo per ristrutturare il suo debito. A marzo, l’investitore SoftBank Group ha accettato di convertire 1 miliardo di dollari di note non garantite in capitale proprio per consentire all’azienda di ripagare il debito. Questo avviene anche mentre il miglioramento dei conti dopo la pandemia ha subito un rallentamento. Gli immobili di WeWork si sono svuotati nella primavera del 2020, quando il virus ha costretto le persone al distanziamento sociale, e non hanno raggiunto i livelli di occupazione del 2019 fino ad agosto 2022, quando è stato riportato un tasso del 72%. Dopo alti e bassi, l’occupazione si è attestata al 72% nel secondo trimestre del 2023.

La cifra

Le azioni di WeWork sono scese fino al 33% negli scambi di martedì, passando da 20,9 centesimi per azione a 14 centesimi per azione.

La rivelazione

Nonostante l’azienda stia continuando a perdere denaro, un portavoce di WeWork ha dichiarato a Forbes che il suo fatturato è aumentato, passando dai 593 milioni di dollari del secondo trimestre del 2021 agli 844 milioni di dollari nel secondo trimestre del 2023. Ha anche notato che l’azienda ha ridotto i pagamenti futuri di affitti non contabilizzati di 12,7 miliardi di dollari nei quattro anni precedenti e ha ottenuto un miglioramento di 98 milioni di dollari anno su anno per l’utile ante interessi, imposte, deprezzamento e ammortamento.

I numeri di WeWork

Secondo i dati aziendali, a giugno WeWork gestiva 777 strutture in 39 paesi, con un totale di circa 906mila postazioni di lavoro e 653mila iscrizioni fisiche. Questo rappresenta un tasso di occupazione del 72%, in calo dell’1% rispetto all’anno precedente. L’azienda genera in media 502 dollari per iscritto fisico.

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