“Stiamo riconquistando la fiducia dei clienti, riducendo i costi e intraprendendo le azioni necessarie per creare economie di scala che ci consentiranno di concentrare meglio le risorse e indirizzare gli investimenti per la crescita futura”, ha dichiarato Sergio Ermotti, ceo del gruppo. “Questa combinazione rafforzerà il nostro status di franchising globale di primo piano, e di cui il nostro mercato di origine, la Svizzera, può essere orgogliosa. Siamo orgogliosi di questo compito e della responsabilità che ci è stata affidata”, ha aggiunto il numero uno.
Ma attenzione. Se Ubs Global Wealth Management ha registrato il maggior afflusso netto di nuovi capitali nel secondo trimestre degli ultimi dieci anni, pari a 16 miliardi di dollari, contestualmente, guardando al future, una delle mosse principali dell’istituto svizzero è abbastanza chiara: tagliare. Con l’obiettivo, entro la fine del 2026, di arrivare a una “riduzione dei costi lordi di oltre 10 miliardi di dollari, un rapporto costi/ricavi inferiore al 70% e un rendimento del capitale CET1 di circa il 15%.
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