Articolo di Ettore Mieli tratto dal numero di ottobre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Marchesini Group, uno dei principali produttori al mondo di tecnologie per il packaging dei prodotti farmaceutici e cosmetici, è alle prese con la digitalizzazione di un business nato 50 anni fa in un garage del bolognese.
Oggi, con un fatturato di mezzo miliardo di euro e una galassia di aziende controllate in Italia e all’estero, con il cio Marinella Alberghini punta su intelligenza artificiale, robotica e cloud computing per offrire ai clienti servizi al passo con i tempi.
Alberghini, come si pone il mondo del packaging rispetto alla transizione digitale?
Il nostro business è molto anelastico rispetto alle dinamiche che influenzano i mercati. Anche noi, però, siamo lambiti da problemi come la crisi energetica e la perdita delle competenze interne. Riguardo al primo punto, per fortuna il nostro non è un business energivoro. Più significativo è il secondo. Dobbiamo affrontare un cambio generazionale. Stiamo lavorando per costruire una sorta di archivio digitale delle competenze umane.
Come fa una grande azienda a conservare tutte le competenze immateriali?
Stiamo elaborando una tecnologia, Romeo Ar, per aiutare i clienti durante il cambio formato sulle linee di produzione. Viene acquistata come un pacchetto di assistenza virtuale e funziona anche come piattaforma di formazione: i nostri tecnici stanno creando un repository virtuale nel portale cliente, per fornire il training al momento giusto. Così, se un nostro collaboratore storico va via, la competenza che serve al cliente non andrà perduta.
In che modo l’Ia sta modificando i processi interni?
Ricorriamo all’Ia per la manutenzione predittiva delle macchine e per migliorare i sistemi di visione e ispezione. Sea Vision, software house del gruppo, ha sviluppato uno strumento per realizzare – tramite segmentazione semantica basata su deep learning – una verifica dei rossetti, per i quali il controllo qualità è molto difficile. Stiamo anche cercando di rendere più intelligente la robotica per muovere i prodotti sulle linee.
In quali altre direzioni si muove il processo interno di digitalizzazione?
Ulteriori evoluzioni investono la sostenibilità: sono in atto, nel nostro polo della termoformatura di Carpi, esperimenti che, partendo dallo studio in tempo reale dei macchinari che lavorano i blister farmaceutici, aiuteranno l’efficientamento energetico. Diranno se potremo utilizzare meno materiale plastico, quanto accoppiarlo con materiali di riciclo, di quanto possiamo abbassare le temperature necessarie per la saldatura dei blister.
Questi processi comportano rischi legati a perdita o furto di dati?
Digitalizzazione significa macchinari connessi, dunque cloud, quindi sfide lato cybersecurity. Per proteggerci, stiamo sviluppando nuovi strumenti di protezione della macchina e del cliente. Creeremo una nuova architettura hardware e software, che garantirà la sicurezza dei dati.
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