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Healthcare

Dalla qualità del servizio allo sviluppo di prodotti innovativi: così Lifeanalytics è diventato uno dei più grandi gruppi del comparto Tic

Articolo tratto dal numero di novembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Da analisi chimiche e microbiologiche a consulenza e formazione. Lifeanalytics opera in molteplici settori: ehs (environment, health, safety, cioè ambiente, salute, sicurezza), engineering, product safety, food e cosmetic & medical device.

In un contesto in cui la certificazione è strategica per le imprese, Lifeanalytics rappresenta oggi uno dei più grandi gruppi in Italia del comparto Tic (testing, instrument, certification). Il settore Tic è frammentato e in fase di consolidamento.

Lifeanalytics, nata nel 2018 dall’unione di 40 laboratori italiani, alcuni dei quali eccellenze nei settori di riferimento, è stata protagonista di questo processo di consolidamento. Ma i progetti possono diventare un flop o un successo a seconda di come vengono gestiti.

L’ingresso di Cerba Healthcare nell’azionariato di Lifeanalytics

Con l’ingresso nell’azionariato di Lifeanalytics di Cerba Healthcare, importante gruppo mondiale nel settore medicale, nel novembre 2021, la società ha interrotto le acquisizioni e ha iniziato un processo di ristrutturazione focalizzato sull’eccellenza del servizio, la qualità del dato, il rispetto delle risorse umane, lo sviluppo di servizi e prodotti innovativi.

La ristrutturazione ha comportato un adeguamento della leadership aziendale, un approccio sistematico per ottimizzare i processi e una diffusa digitalizzazione dei processi, valorizzando le competenze tecniche e analitiche delle aziende acquisite.

“Siamo grati a Cerba Healthcare, che ci ha supportato nello sforzo industriale che stiamo terminando e che consentirà a 30 laboratori altamente specializzati di servire al meglio gli oltre 18mila clienti sul territorio nazionale”, conferma il presidente e ceo, Roberto Pisa.

La strategia seguita da Lifeanalytics

Come spiega Guido Fornari, strategic consultant di Lifeanalytics, “una strategia studiata e condivisa è fondamentale. Lavoriamo per obiettivi di processo. In altre parole, ogni giorno ci poniamo traguardi funzionali a raggiungere un macro-obiettivo, un risultato. Questo è un mantra che ci guida al raggiungimento sia degli obiettivi finanziari che di quelli sociali. Dato il mercato in cui operiamo, abbiamo la responsabilità di cambiare e migliorare il mondo, per noi e per le generazioni future”.

Marco Saltarelli, chief sales officer, aggiunge: “Per arrivare al mercato ci siamo strutturati con una divisione verticale in business unit, perché operiamo in mercati tecnocratici, in cui la competenza è la variabile chiave per generare contenuti d’interesse per i clienti e offrire soluzioni sartoriali. Ciò ci ha portato ad avere figure dedicate con un background molto tecnico”.

L’approccio fa la differenza

Per Lifeanalytics, quindi, è l’approccio al cliente a fare la differenza. Lo conferma Claudio Fornari, chief consulting & training operations officer, secondo cui “un approccio consulenziale e un focus sulla formazione sono pilastri essenziali per supportare la crescita dei clienti, perché questo modo di lavorare li rende consapevoli delle complessità e delle opportunità che il mercato offre loro. Siamo in grado, in tutte le business unit, di affiancare i clienti per aiutarli a raggiungere i loro obiettivi”.

In Lifeanalytics la qualità del servizio passa da un coordinamento interno delle attività produttive. Anna Pagliani, chief operations officer, sintetizza così: “Il processo di footprint ed efficientamento che stiamo portando avanti è fondamentale per armonizzare i laboratori dislocati in tutto il paese. La distribuzione sul territorio è un punto di forza della nostra offerta: possiamo gestire un’analisi in multi-sito e l’hype di crescita che la footprint ci sta dando è l’impulso che fa la differenza per servire i clienti al meglio e con un’alta qualità del dato”.

Ciascuno dei laboratori ha una sua rendicontazione economico-finanziaria. In Lifeanalytics è Marco Gandini, chief financial officer, che ne armonizza i flussi: “La cultura e la responsabilizzazione sono temi importanti per raggiungere gli obiettivi di ebitda. Lavoriamo con forecast per singolo laboratorio, responsabilizzando ogni centro. Investiamo grandi risorse in strumentazioni e metodi e monitoriamo attentamente il roi di ogni azione”.

Dalla formazione alla parità di genere

La creazione di una cultura e di valori condivisi è invece curata da Alberta Menici, chief of staff. “Siamo oltre 1.200 persone, ciascuna delle quali con background e attitudini differenti. Per fare in modo che la nostra diversità generi valore, investiamo tempo e risorse nella formazione, strumento di crescita per i collaboratori. Monitoriamo le performance e promuoviamo la cultura del feedback, lavoriamo per creare un ambiente in cui le persone vivono bene. È importante trovare ogni giorno il miglior bilanciamento possibile tra le esigenze di uomini e donne dell’organizzazione. Oggi il numero di donne con ruoli di responsabilità è aumentato, grazie a politiche aziendali che assicurano a chiunque lo meriti opportunità di crescita in un ambiente stimolante. Per noi le persone contano”.

Conclude Pisa: “A fine anno completeremo la prima fase di un importante lavoro di ristrutturazione e annunceremo il nuovo posizionamento competitivo, con il rebranding del gruppo. Nel 2024, con una nuova piattaforma integrata e competitiva, riprenderemo un percorso di alleanze con i tanti laboratori che vogliono beneficiare di sinergie industriali e di un’ampia gamma di servizi e analisi, per servire al meglio i clienti sempre più esigenti di questo settore”.

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