Design

La vetreria veneziana che ha conquistato anche il miliardario più ricco dell’India

Articolo tratto dal numero di novembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

C’è un’azienda veneziana al centro del passaparola tra le famiglie più facoltose del pianeta. Una realtà che produce maestosi lampadari, imponenti nelle dimensioni e nelle competenze che racchiudono. Fondata nel 1968, iDogi è una di quelle rare imprese resistenti che hanno difeso e mantenuto in vita la tradizione del vetro artistico di Venezia, diffondendone la cultura in Italia e all’estero. 

iDogi e le sue creazioni su misura

Un impegno ripagato: oggi iDogi è conosciuta in tutto il mondo per la creazione su misura di chandelier, sculture luminose e arredi per le residenze e i palazzi più esclusivi e prestigiosi, dall’Europa fino al Medio Oriente e all’India. Tutte le opere sono progettate ad hoc da un team di designer e realizzate a mano da maestri vetrai, seguendo i lenti processi produttivi delle fornaci. Ogni prodotto è un pezzo unico e per realizzare alcuni lampadari, i più grandiosi e dettagliati, iDogi impiega un anno. 

“Curiamo tutto il processo produttivo, dalla progettazione alla creazione di ogni dettaglio. Questo ci permette di dare vita a lampadari di dimensioni particolari, fuori scala, alti e larghi anche 15, 20 metri. Produciamo internamente ogni componente e testiamo minuziosamente ogni prodotto”, spiega Domenico Caminiti, presidente de iDogi dal 2000 e figlio dei fondatori. “Quando ho assunto la gestione dell’azienda, tra il 1999 e il 2000, ho voluto dare impulso all’internazionalizzazione iniziando a partecipare alle fiere e a far conoscere il nostro lavoro. Da qui si sono aperte le porte di Medio Oriente, Parigi, Londra, India. Proprio in India c’è molto orgoglio nel mostrare i nostri prodotti, i clienti spargono la voce tra amici e conoscenti e il giro si amplia”. 

La richiesta dell’uomo più ricco dell’India

Domenico Caminiti
Domenico Caminiti

Una voce che ha raggiunto anche Mukesh Ambani, maggiore azionista di Reliance Industries Limited e uomo più ricco dell’Asia, che per la sua residenza a Mumbai ha commissionato a iDogi una fontana e una scalinata interamente in cristallo. “La soddisfazione più grande? Quando i clienti ci dicono che le nostre creazioni superano le loro aspettative. Per noi è importante riuscire a trasmettere l’eccellenza di ciò che facciamo”. 

Tra le ultime opere presentate c’è lo chandelier Meridies realizzato per il primo Raffles Hotel di Londra presso il The Owo, Old War Office, il palazzo da cui Winston Churchill coordinò le operazioni militari della Seconda Guerra Mondiale. Da poco riaperto dopo un restauro durato sette anni, The Owo accoglie sotto una spettacolare cupola uno chandelier iDogi alto 815 cm e dal diametro di 2,30 m, composto da 3.085 elementi e 96 luci. Per crearlo è stato coinvolto un ampio team di professionisti dell’azienda tra creativi, tecnici, maestri vetrai, uomini della squadra di produzione e di controllo qualità. Dalla fase di design alla realizzazione, è stato necessario oltre un anno di lavoro.

“È stata una sfida. Ma il vetro è la mia passione: in famiglia ci siamo sempre occupati di questo, e frequentando le vetrerie ancora oggi mi fermo a osservare i maestri, affascinato. Un giorno ho voluto provare anch’io: è andata malissimo. Come sbagli un gesto, distruggi tutto”. Ed è proprio seguendo questa passione che iDogi ha acquisito, nel 2018, il marchio Pauly & C. – Compagnia Venezia Murano, vetreria veneziana fondata nel 1866, e la Mvm Cappellin, altra importante realtà del vetro artistico, insieme alla collezione di oggetti storici. Una collezione che racchiude la maestria vetraria veneziana e che include pezzi disegnati da Carlo Scarpa e da Umberto Bellotto, oltre a un centrotavola monumentale del 1931, testimone di un incontro tra Hitler e Mussolini. 

La fornace muranese

“Quando ho deciso di acquistare la collezione, non ho dormito per un mese. È una grande responsabilità. Per molto tempo ho ricevuto telefonate da parte di collezionisti che volevano comprare pezzi, ma non ne ho venduto uno. Ora il mio unico pensiero è tutelarla in modo che diventi un patrimonio a disposizione delle nuove generazioni. Mi piacerebbe creare un museo all’interno dei nuovi spazi della nostra fornace, ma è ancora un progetto nella mia mente”. Recentemente restaurata e aperta al pubblico in occasione dell’ultima Venice Glass Week, a settembre la fornace muranese de iDogi è stata pensata come uno spazio ibrido e di sperimentazione che unisce design, storia e futuro. All’interno di una corte affacciata sulla Laguna, la fornace dialoga con un loft contemporaneo dove si trova una sala creativa dedicata alle ispirazioni progettuali. 

“Un luogo di ricerca dove i designer possono incontrarsi e dare forma alle proprie idee. È in quest’ottica che da alcuni anni collaboriamo con lo Iuav l’Università di Architettura di Venezia, perché crediamo nei giovani e nella loro capacità di creare bellezza per il futuro”. All’esterno della fornace, poi, sulla riva fronte Laguna, sorge l’opera Albero di Luce, un salice di vetro che al tramonto si illumina con i colori cangianti del crepuscolo. Un simbolo dell’approccio poetico dell’azienda. “Albero di Luce è un omaggio al fascino magico del vetro artistico veneziano, alla sua capacità di ammaliare, raccontare storie e fare luce sui nostri sogni e sulle nostre aspirazioni”, conclude Caminiti.  

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