L’inverno è ufficialmente iniziato, e come ogni anno in molti pianificheranno fughe verso le destinazioni temperate del Sud del mondo. Per molti europei, questo significa Marocco. Il paese nordafricano con la sua ricca storia, i paesaggi mozzafiato e la cultura, è da tempo una delle mete turistiche più amate del continente, complice anche la vicinanza geografica. Tuttavia, il terremoto che ha colpito il paese nel mese di settembre ha avuto un impatto significativo sull’industria turistica. 

Il terremoto, verificatosi nel mese di settembre, ha causato danni strutturali in diverse regioni del Marocco, e anche se non ci sono state grosse conseguenze per i monumenti tra le aree colpite risultano importanti siti turistici come le città come Marrakech, Fes e Casablanca.

Nonostante la situazione sia velocemente rientrata alla normalità, questo fenomeno ha spinto ancor di più il governo a lavorare per implementare un settore chiave dell’industria nazionale, creando nuovi hub e sviluppando nuove regioni con  con un grande potenziale a livello balneare e gastronomico.

    Dakhla
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La grande scommessa di Dakhla

Se si volge lo sguardo fuori dal finestrino mentre l’aereo scende sull’aeroporto di Dakhla, per un momento si può avere l’illusione di planare sull’acqua. La sottile striscia di terra, lunga circa 40km, che si stacca dal continente per formare la laguna pare una strada di sabbia che termina in una città.

Eppure è proprio su questo fazzoletto di terra che si sta investendo per creare in pochissimi anni resort, hotel, porti e ristoranti, che stanno sorgendo a una velocità tale da non consentire alle strade di stare al passo.

Ma perché improvvisamente c’è tutto questo interesse e fame di sviluppo? Il motivo è da cercare nel vento. Affacciata sull’oceano Atlantico, praticamente all’altezza delle Canarie, la penisola gode di un clima unico, caldo ma estremamente ventoso, che la rende meta perfetta per gli appassionati di sport acquatici, in particolare per gli amanti del kitesurf.

Potenzialmente, lo sviluppo di questo settore potrebbe portare a una crescita di tutta l’area, com’è successo in Portogallo, attualmente terza destinazione nel mondo dopo Hawaii e Bali, e la prima in Europa, dove già dieci anni fa, all’inizio del boom registrava un’indotto di 400 milioni di euro, con più di 600 le scuole di surf e 29 tour operator specializzati.

Ad avvantaggiare il Marocco ci sarebbe inoltre il clima più mite rispetto a quello europeo, con temperature che oscillano tra i 18° e i 32° gradi in inverno.

Il segreto del mare marocchino

Ma se da un lato lo sviluppo del turismo può venire dal mare, non è da escludersi che sia lo stesso mare a farsi vettore del nome della regione grazie all’esportazione di una specialità ancora poco conosciuta, ovvero le ostriche. L’allevamento nella penisola di Dakhla è infatti un settore economico in crescita, sfruttando le ricche acque marine della regione e le condizioni ambientali ideali per la coltivazione.

Quest’attività non solo ha contribuito a diversificare l’economia locale, ma ha anche suscitato interesse a livello internazionale, soprattutto considerando la crescente domanda di ostriche a livello globale. Le ostriche vengono solitamente coltivate in tasche o reti sospese in modo che possano beneficiare al massimo dalla corrente e ottenere un costante apporto nutrizionale.

Grazie alla presenza di nutrienti, alla temperatura stabile dell’acqua e alla qualità complessiva dell’ambiente marino i frutti di mare che nascono qui sono mediamente di alta qualità, e anche grazie alle regole autoimposte che il paese ha adottato dopo COP22 (quella tenutasi appunto a Marrakesh) tutta la  filiera segue pratiche di coltivazione sostenibili e controllate.

E forse questo potrebbe proprio essere l’anno della consacrazione, anche per via della peggiore annata di sempre per il settore degli allevamenti di ostriche in Normandia, travolto dalla tempesta Ciaran, che ha colpito la regione con venti fino a 170 km/h all’inizio di novembre.

Insomma, la regione di Dakhla pare non essere una scommessa per investitori, bensì una startup a cielo aperto dove il governo marocchino vede il proprio futuro grazie alla diversificazione.