Niente più direttori e vicepresidenti. Axa Svizzera, filiale del gruppo francese delle assicurazioni, ha abolito i titoli dei capi. “Abbiamo iniziato tempo fa a eliminare i privilegi per i quadri”, ha dichiarato la responsabile delle risorse umane, Daniela Fischer, a Blick, quotidiano svizzero di lingua tedesca e francese. “Non sono mai stata una sostenitrice dei titoli e degli status symbol”. Secondo Fischer, le strutture gerarchiche tradizionali “non sono più in linea con la cultura a cui aspiriamo in Axa”.
In tutto, l’azienda ha ridefinito 13 livelli di responsabilità e 450 profili professionali. “Dobbiamo ancora migliorare le definizioni: in alcuni profili c’è ancora troppo del vecchio mondo”, ha ammesso Fischer. Su 4.200 dipendenti, ha aggiunto la dirigente, solo quattro non hanno ancora firmato il nuovo contratto di lavoro. “L’abolizione dei titoli si inserisce in un mondo dell’impiego in rapida evoluzione e apre possibilità organizzative”.
Che cosa cambia
Il nuovo assetto, secondo Fischer, rende “più bassi i gradini della scala di carriera”, cioè permette ai giovani che partono da livelli bassi di salire più in fretta nella gerarchia e “fare la differenza in azienda il prima possibile”.
Blick ha parlato anche con Heike Bruch, docente di leadership all’università di San Gallo, che ha sottolineato come l’abolizione dei titoli possa rendere la società più attraente sul mercato del lavoro: “Attira persone che vogliono operare in modo più agile”. Allo stesso tempo, avverte, potrebbe spingere ad andarsene chi occupava posizioni importanti. “Per alcuni è ancora fondamentale avere un titolo: come motivazione, ma anche come prova di avere raggiunto qualcosa”.
Il cambiamento, secondo Bruch, sarà positivo solo se sarà autentico e porterà un nuovo modello organizzativo. “Se i mutamenti sono solo superficiali, rendono demotivate tutte le persone coinvolte”.
Il peso della gerarchia sul lavoro
Axa Svizzera dichiara di volere creare un ambiente in cui tutti si confronteranno alla pari e si sentiranno liberi di contribuire alle discussioni, a prescindere dalla posizione.
Nel 2018 Amy Edmondson, docente di leadership alla Harvard Business School, nel libro The Fearless Organization (‘L’organizzazione senza paura’) ha dimostrato che gli ambienti di lavoro in cui si ottengono i migliori risultati sono quelli in cui c’è “sicurezza psicologica”, cioè quelli in cui le persone non hanno timore di parlare, di porre domande, di sollevare obiezioni.
“La gerarchia, o meglio la paura che la cerchia crea quando non è gestita in modo corretto, riduce la sicurezza psicologica”, ha scritto Edmondson. Questo non significa incoraggiare modelli in cui le persone non rispondono delle loro azioni o non sono giudicate in base alle loro prestazioni. Secondo Edmondson, gli ambienti che uniscono un alto grado di sicurezza psicologica e un alto grado di responsabilità per le proprie azioni sono quelli che garantiscono il maggiore apprendimento.
Retribuzioni più trasparenti
Oltre ad abolire i titoli, Axa Svizzera ha anche modificato il sistema retributivo, in particolare per rendere più trasparente la distribuzione dei bonus. L’importo, ha fatto sapere la società a Blick, è fissato nel contratto di lavoro e la componente variabile è uguale per tutti i dipendenti dello stesso livello. A stabilire quanto viene versato sono la direzione generale e il consiglio di amministrazione, non il diretto superiore. “Questo sistema è meno arbitrario rispetto al vecchio”, ha dichiarato Fischer.
Sul tema della trasparenza dei compensi è intervenuta ad agosto anche l’Unione europea, che ha abolito il segreto salariale con una direttiva che gli stati membri dovranno convertire in legge entro il 7 giugno 2026. I dipendenti potranno chiedere al datore di lavoro di conoscere gli stipendi dei colleghi che svolgono le stesse mansioni. L’azienda dovrà fornire le informazioni entro 60 giorni.
La misura è pensata per contrastare il divario retributivo di genere. Nel 2021, secondo dati Eurostat, in Italia le donne guadagnavano il 5% in meno all’ora rispetto agli uomini. Nell’Unione europea, il divario medio è del 12,7%, con picchi del 20,5% in Estonia, del 18,8% in Austria e del 17,6% in Germania.
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