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Anche Mark Zuckerberg vuole sviluppare la artificial general intelligence

Dopo il Metaverso, Mark Zuckerberg ha un altro grande obiettivo: l’artificial general intelligence (chiamata anche intelligenza artificiale forte). La missione è condivisa anche da OpenAI e da Demis Hassabis, l’uomo a capo dell’AI di Google.

Cos’è l’AIG

Come si legge sul sito di OpenAI, per intelligenza artificiale generale si intendono dei sistemi di intelligenza artificiale generalmente più intelligenti degli esseri umani. Può portare benefici – “elevare l’umanità aumentando l’abbondanza, potenziando l’economia globale e contribuendo alla scoperta di nuove conoscenze scientifiche che cambiano i limiti delle possibilità”, si legge su OpenAI.com – ma comportare anche grandi rischi – “rischi di abuso, gravi incidenti e rivolte sociali”. Secondo le grandi aziende però i vantaggi che può offrire l’AIG sono maggiori dei rischi per cui, continua OpenAI “non crediamo che sia possibile o auspicabile che la società interrompa per sempre il suo sviluppo”.

Il lavoro di Zuckerberg

Il ceo di Meta si è aggiunto alla corsa all’AIG e per farlo sta lavorando su un duplice fronte: il team di ricerca FAIR (Fundamental AI Research) si unirà al gruppo che lavora sull’intelligenza artificiale generativa di Meta per arrivare realizzare gli obiettivi sulla artificial general intelligence e, entro la fine di quest’anno, Meta farà un grosso investimenti nei chip di Nvidia.

“Siamo giunti a questa convinzione che, per costruire i prodotti che vogliamo realizzare, dobbiamo puntare all’intelligenza artificiale generale”, ha detto Zuckerberg in un’intervista esclusiva rilasciata a The Verge. “Penso che sia importante comunicarlo perché molti dei migliori ricercatori vogliono lavorare su problemi più ambiziosi.”

L’attrazione dei talenti

Per “vincere” la sfida con le aziende concorrenti, è necessario costruire un team composto dai migliori del settore. La battaglia però non è mai stata così accesa, con ogni società che cerca di accaparrarsi i migliori ricercatori e ingegneri. Per averli le aziende sono disposte a pagare loro compensi che vanno fino al milione di dollari l’anno. “Siamo abituati a guerre per il talento abbastanza intense”, ha detto Zuckerberg a The Verge. “Ma in questo caso ci sono dinamiche diverse: molte aziende cercano lo stesso profilo, e ci sono molti Venture Capital che investono denaro in progetti diversi, rendendo facile per le persone avviare cose diverse al di fuori delle grandi aziende.”

La necessità di chip

Dopo il talento, la risorsa più scarsa nel campo dell’IA è la potenza di calcolo necessaria per addestrare e far funzionare modelli di grandi dimensioni. Su questo argomento, Zuckerberg è pronto a mostrare i muscoli. Come ha detto a The Verge, il ceo di Meta ha annunciato che, entro la fine di quest’anno, Meta possederà più di 340.000 GPU H100 di Nvidia.

“Abbiamo sviluppato una capacità che potrebbe essere più grande di qualsiasi altra singola azienda”. Secondo quanto stimato da The Verge, le spedizioni di H100 di Meta per il 2023 è pari a 150.000 unità, un numero che è paragonabile solo a quello di Microsoft e almeno tre volte più grande di tutti gli altri. Se consideriamo anche i chip Nvidia A100 e altri chip per l’intelligenza artificiale, Meta avrà una scorta di quasi 600.000 GPU entro la fine del 2024, secondo Zuckerberg.

Gli analisti di Raymond James stimano che Nvidia venda l’H100 per 25.000-30.000 dollari, e su eBay possono costare oltre 40.000 dollari. Se Meta stesse pagando nella parte bassa della fascia di prezzo, ciò ammonterebbe a circa 9 miliardi di dollari di spese.

I tempi

Nessuno che lavora sull’IA, incluso Zuckerberg, sembra sapere quando arriverà l’artificial general intelligence. Ma forse in pochi sanno ancora di cosa si tratta: “Non ho una definizione”, ha detto Zuckerberg. “Si può discutere se l’intelligenza generale sia simile all’intelligenza umana, o se sia una versione migliorata dell’intelligenza umana, o se sia un’intelligenza super futura”. Ciò che conta per Zuckerberg, ha concluso, “è produrre una artificial general intelligence, renderla open source e disponibile per chiunque nella vita di tutti i giorni”.

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