Vincenzo Armini - Cooperazione Internazionale
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Un alimento terapeutico, sostenibile e riproducibile localmente: così NutriAfrica punta a sconfiggere la fame in Africa

Ready-to-Use Therapeutic Food (Rutf), un alimento speciale terapeutico a rapido utilizzo, sostenibile e completamente riproducibile localmente, attraverso l’utilizzo di ingredienti autoctoni. Un prodotto che, in prospettiva, può dare un importante contributo alla lotta alla fame nel continente.

Ecco il progetto dell’organizzazione di volontari di NutriAfrica che stato avviato in Uganda: “Non avendo bisogno di preparazione preventiva”, spiega il presidente di Nutriafrica Vincenzo Armini, “si adopera per il trattamento decentrato, direttamente a casa, degli stadi lievi e intermedi della malnutrizione acuta severa infantile, al fine di limitare l’insorgenza di condizioni di gravità tali da costringere all’ospedalizzazione, con conseguente sovraffollamento delle strutture sanitarie e rischio di collasso della catena della sopravvivenza”.

NutriAfrica: sostenibilità e imprinting etico

Il Rutf alternativo ideato ha caratteristiche nutrizionali e di sicurezza aderenti agli standard internazionali previsti per questa tipologia di prodotti. Inoltre, specificamente, mostra una resistenza all’ossidazione – a temperature ambientali elevate e in presenza di ossigeno, senza alcuna barriera – dell’ordine di un paio di settimane.

“Questa circostanza”, spiega ancora Armini, “consente una distribuzione locale attraverso canali e catene non particolarmente complessi dal punto di vista tecnologico, con un ulteriore e significativo abbattimento dei costi, mediante l’impiego di semplici contenitori con coperchio ad incastro. Tuttavia, è importante sottolineare che una distribuzione di questo genere presuppone una scarsa propensione allo stoccaggio del prodotto nel tempo. Ciò non costituisce un problema, però, dal momento che il proposito è quello di allestire in futuro una rete di piccole e medie unità produttive locali, permeabili ai territori più difficilmente raggiungibili, allo scopo di consentire un’emancipazione decentrata capillare delle comunità rurali”.

Sostenibilità e imprinting etico del trasferimento tecnologico sono alla base del progetto, in quanto l’idea è quella di associare la dimensione del business alla categoria dell’emancipazione sociale.

“In futuro, infatti”, dice il presidente, “non pensiamo di abbandonare il nostro proposito iniziale di tipo “social”, bensì immaginiamo di farlo coesistere con il “profit”, in un mutuo scambio di risorse materiali e motivazionali. D’altronde, come le recenti prospettive di sviluppo ci testimoniano e ci impongono, sarà sempre più impellente la necessità di immaginare il profitto in chiave circolare e quale migliore opportunità vi è, in tal senso, se non quella di dedicarci alle sfide per assicurare la sopravvivenza all’umanità?”

I vantaggi commerciali del Rutf

Rutf è una crema alimentare (della stessa consistenza del burro di arachidi), basata sull’impiego di soia, sorgo, zucchero di canna, spirulina (in polvere) e olio di girasole: tutti ingredienti che si possono trovare facilmente nei mercati locali di Africa e Asia.

La preparazione è stata già sottoposta ad analisi chimiche, nutrizionali, fisico-particellari, reologiche, microbiologiche e sensoriali, nel rispetto delle specifiche internazionali previste per questi alimenti. Esisto altri prodotti simili gestiti da una catena di franchising che rifornisce le organizzazioni governative e non governative, soprattutto l’Unicef, mediante l’impiego di un’ingredienti che, per alcune componenti, risultano essere scarsamente reperibili e sostenibili a livello locale (soprattutto latte in polvere e arachidi) e che, dunque, fa lievitare i costi di produzione.

“Il nostro prodotto, invece”, precisa Armini, “presenta un costo aggregato degli ingredienti di circa il 40% inferiore rispetto alla formulazione commerciale. Inoltre, tenendo conto del fatto che, sul totale dei costi di produzione dei Rutf, gli ingredienti rivestono il 70%, appare chiaro il vantaggio commerciale nella prospettiva di entrata in questo mercato”.

Un impianto produttivo per implementare la produzione locale

Nutriafrica Odv è un’organizzazione di volontariato fondata per sovvenzionare la realizzazione di un impianto pilota presso la Gulu University (Uganda), inserendosi in un preesistente accordo di collaborazione tra la stessa università e la Federico II di Napoli.

Armini ha attivato questa collaborazione durante il primo percorso di dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie e Agroalimentari all’ateneo partenopeo. Successivamente, a seguito del perfezionamento del processo produttivo, NutriAfrica Odv ha completato la raccolta fondi e ha stretto un accordo di collaborazione esclusivo con la Gulu University, al fine di consegnare prossimamente l’impianto produttivo e allo scopo di implementare la prima produzione locale del Rytf alternativo.

NutriAfrica Odv, inoltre, sta chiudendo collaborazioni con altre startup e aziende del settore, con l’intento di aggregarle all’accordo quadro con la Gulu University e al fine di creare un sistema di partnership focalizzato su una prossima entrata nel mercato.

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