Federico Vione
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Come sta cambiando il mondo del lavoro: l’analisi di Federico Vione di W-Group

Articolo tratto dal numero di febbraio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

Un mondo del lavoro che, negli ultimi anni, è cambiato in modo epocale e che nel 2024 cambierà ancora, seguendo un trend iniziato nel 2022 e mai terminato. È questa l’analisi di Federico Vione, fondatore e ceo di W-Group, gruppo italiano multibrand e multiservice hr e ceo di Maw, agenzia per il lavoro.

Vione ha iniziato il suo percorso manageriale nella consulenza e nei servizi per il lavoro nel 1999, quando è stato nominato direttore di una delle più importanti realtà multinazionali del settore. Poi, grazie a ruoli di sempre maggiore responsabilità in Italia, Est Europa, Medio Oriente, Nord Africa e India, ha sviluppato una visione globale su questo mondo. La sua idea è chiara: “Le aziende possono raggiungere il successo se le persone che vi lavorano trovano il modo di realizzarsi e realizzare i propri sogni”. 

Rispetto al 1999, anno in cui è iniziata la sua carriera, lo scenario è radicalmente diverso. “Il calo demografico e la difficoltà nel trovare le figure necessarie hanno allargato pericolosamente il mismatch fra richieste delle aziende e candidati: Anpal ci dice che all’Italia mancheranno 3,7 milioni di lavoratori da qui al 2027”, ha sottolineato Vione. “In particolare, negli ultimi due anni c’è stata l’accelerazione di un processo mai evidente come in questo periodo: quando ho iniziato, erano le aziende a scegliere il candidato che ritenevano migliore tra un certo numero di persone che noi professionisti aiutavamo a selezionare”. Venticinque anni dopo le cose sono ben diverse. “Oggi sono i lavoratori che scelgono in quale azienda andare”.

Si tratta, quindi, di un cambio di paradigma. “Se prima c’erano tre candidati per un’azienda, ora ci sono tre aziende per un candidato”, ha spiegato Vione. “Il nostro mestiere si è evoluto di conseguenza: il nostro focus è sempre di più sui candidati. Se vogliamo aiutare i nostri clienti a raggiungere i loro obiettivi di business, dobbiamo partire dal presupposto che l’idea imprenditoriale e le opportunità di mercato non bastano più, ma sono le persone a fare la differenza”.

Un esempio è proprio il caso di W-Group. “Ci siamo costruiti non solo per aiutare clienti e candidati a incontrarsi, ma prima di tutto per portare le migliori risorse a lavorare con noi. Siamo partiti dalle persone, insomma, cercando di avere i luoghi di lavoro adeguati al loro valore, impegnandoci a farle crescere con piani di formazione e di carriera e un sistema di benefit coerente”. Una ricetta che porta alla soddisfazione di chi lavora per un’azienda così strutturata. “Perché, soprattutto, condividiamo un sogno con le nostre persone”, ha proseguito Vione, “che nel 2023 hanno superato le 1.000 unità. Un risultato che mi rende orgoglioso, tenuto conto che siamo nati da poco più di due anni”. 

Secondo Nuove Lenti per il Mercato del Lavoro, il sondaggio di Maw realizzato su oltre 2.600 lavoratori italiani, solo tre persone su dieci sono soddisfatte della carriera lavorativa. “Ovviamente”, ha commentato Vione, “in questa fase caratterizzata da un aumento del costo della vita, l’elemento retributivo è il primo fattore messo in evidenza da chi ha risposto al sondaggio. Ma non è l’unico, e l’altro va tenuto in maggior considerazione”. Il dato che emerge, infatti, è che i dipendenti cercano principalmente due cose: uno stipendio adeguato (76%) e un bel clima lavorativo (56%). 

“Incrociando questi dati con l’evidenza che una persona su due non si sente abbastanza apprezzata sul posto di lavoro, emerge che le strategie di retention spesso non sono adeguate ai bisogni dei lavoratori, non ascoltati a sufficienza. Trattenere i talenti in azienda potrebbe essere meno complicato di quanto si pensi: occorre ascoltarli e farli sentire parte di un progetto”.

Ma il cambiamento dei paradigmi è ancora in atto. “Per il mercato del lavoro in Italia, il 2022 e il 2023 sono stati anni di consapevolezza. Diversi imprenditori non hanno colto le opportunità di mercato perché non avevano le persone giuste per farlo. Questo ha comportato che, all’interno dello stesso settore, alcune aziende siano cresciute esponenzialmente, perché avevano le professionalità adeguate, e altre abbiano avuto una forte contrazione. 

E il 2024? “Sul 2024”, ha concluso Vione, “stiamo atterrando su un trend che è esattamente lo stesso del 2023. Ci sono moltissime richieste: tra i settori che attirano di più ci sono quello alimentare e quello della grande distribuzione, ma anche l’industria manifatturiera e l’Ict. Le aziende hanno imparato a convivere con l’incertezza: se prima si pensava che il contesto macroeconomico potesse avere un impatto severo sul proprio business, negli ultimi anni l’incertezza è diventata strutturale e le aziende hanno imparato ad andare avanti comunque. Questo è possibile se hanno le persone giuste”. 

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