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Unipol traina il Ftse Mib, è Piazza Affari la regina d’Europa. Ecco i top e flop di febbraio

Se a Wall Street l’intelligenza artificiale continua a essere protagonista (e i rialzi di Nvidia e Super Micro Computer lo dimostrano), a Piazza Affari i riflettori sono per alcuni dei settori economici più tradizionali: da quello bancario all’automotive, fino ad arrivare all’energia. Ruotano intorno a loro infatti le migliori performance azionarie fatte registrare nel mese di febbraio dai titoli quotati all’interno del Ftse Mib, che ha chiuso in crescita del 6%, sfondando i 32mila punti, soglia che non superava da giugno 2008. Non sorprende, quindi, se è stato proprio l’indice della Borsa di Milano a guadagnarsi il titolo di regina d’Europa nel mese di febbraio, superando le comunque buone performance messe a segno del Dax di Francoforte (+4,6%), del Cac 40 di Parigi (+3,5%) e dell’Aex di Amsterdam (+3,7%), tanto per citarne alcuni.

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I migliori titoli del Ftse Mib

Sulla scia dell’annuncio di razionalizzazione societaria – che prevede la fusione per incorporazione di UnipolSai Assicurazioni – è proprio Unipol a guadagnarsi la maglia rosa del Ftse Mib, grazie a una crescita che sfiora il 30%, con esattezza il 29%. Peraltro, anche a gennaio il gruppo aveva archiviato una performance positiva. Basti pensare che da inizio anno il titolo della società ha già guadagnato il 44%.

Subito dietro Unipol troviamo Saipem, che chiude il mese di febbraio in crescita del 26%. Decisiva in questo senso è stata la seduta di ieri, archiviata con un rally del 13,3% a 1,68 euro per azione (il massimo da 52 settimane), in virtù degli ottimi conti del 2023 e delle rosee prospettive per il futuro. Oltre ad aver chiuso l’anno con un utile netto di 179 milioni di euro (il 2022 si era chiuso in di 209 milioni di euro), la società ha annunciato il ritorno al dividendo dal 2025 e un outlook 2024 superiore alle attese del mercato.

Terzo gradino del podio per Leonardo (+21,70%), che precede di un nulla Ferrari (+20,5%) e Brunello Cucinelli (+20,3%). Ieri la società diretta dall’ad Roberto Cingolani ha dichiarato di aver registrato nel 2023 aumento dei ricavi del 3,9% a 15,3 miliardi, un incremento dei profitti prima di tasse, interessi e ammortamenti del 5,8% a poco meno di 1,3 miliardi di euro, il valore degli ordini in crescita del 3,8% a 17,9 miliardi di euro, e l’indebitamento netto a 2,3 miliardi di euro, ossia in netta decrescita del 23% rispetto al 2022. Numeri che stanno facendo accrescere i commenti positivi degli analisti e che trovano inevitabilmente una spinta dall’attuale contesto geopolitico e dalla conseguente spesa per le armi e per le soluzioni di difesa. Negli ultimi due anni, infatti, il titolo della società ha guadagnato in Borsa più del 230%.

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La top 5

  1. Unipol: +29%
  2. Saipem: +26%
  3. Ferrari: +20,5%
  4. Brunello Cucinelli: +20,3%
  5. Stellantis: +18,04%

I 5 titoli peggiori

Guardando invece ai peggiori, ad aggiudicarsi la maglia nera di Piazza Affari è Inwiit che ha chiuso il mese di febbraio in discesa del 9,10%. Male anche A2a che ha registrato una performance negativa dell’8,7% e Terna del 7,32%.

  1. Inwiit: -9,10%
  2. A2a: -8,7%
  3. Terna: -7,32%
  4. Enel: -7,2%
  5. Erg: -7%

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