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Imprenditore russo salva Trump Media dalla bancarotta. L’inchiesta del Guardian

Si abbatte un nuovo scandalo sull’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Secondo quanto riportato in esclusiva dal Guardian, la società madre del social Truth sbarcata recentemente a Wall Street, Trump Media and Technology Group, nel 2022 sarebbe stata salvata dalla bancarotta grazie a una serie di prestiti concessi da Anton Postolnikov, uomo d’affari russo-americano nipote di Aleksandr Smirnov (alleato del presidente russo Vladimir Putin) che, peraltro, è finito sotto indagine federale per insider trading e riciclaggio di denaro.

L’ES Family Trust e i prestiti a Trump Media

I rapporti tra Trump Media e Anton Postolnikov sarebbero iniziati a fine 2021, quando a causa dell’indagine delle autorità di regolamentazione la società ha dovuto rinviare il suo sbarco in Borsa, arrivato a distanza di due anni dalle precedenti previsioni. Periodo durante il quale Trump Media ha dovuto richiedere dei prestiti d’emergenza per attenuare le ingenti perdite dettate dallo stop. Ed è qui che è entrato in gioco l’uomo d’affari russo-americano.

Come evidenziato dal Guardian, i prestiti sarebbero arrivati dall’ES Family Trust, gestito da Postolnikov, che ha aperto un conto nella Paxum Bank, una piccola banca registrata sull’isola caraibica di Dominica (sempre di proprietà di Postolnikov e nota per offrire servizi finanziari all’industria pornografica). Nel dettaglio, l’ES Family Trust avrebbe prestato alla Trump Media 2 milioni di dollari il 23 dicembre 2021 e 6 milioni di dollari il 17 febbraio 2022, per un totale quindi di 8 milioni di dollari. Peraltro, l’ES Family Trust è finita sotto indagine federale da parte dell’Fbi e del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale proprio in virtù della domanda di ammissione a Wall Street della società dell’ex presidente.

Ma qual è il problema fondamentale? Secondo il giornale britannico, l’ES Family Trust potrebbe essere stato utilizzato per completare una transazione che la stessa Paxum non poteva effettuare. Non disponendo infatti di una licenza bancaria statunitense e non essendo regolamentata dalla FDIC, non può garantire prestiti negli Stati Uniti. Ciò implica che Postolnikov avrebbe utilizzato il fondo fiduciario per salvare Trump Media.

La risposta

Imminente è stata la risposta dell’avvocato di Trump Media. “Il Guardian continua a diffondere la sua falsa narrativa secondo cui la società ha questi falsi collegamenti con la Russia. È una bufala. Il contenzioso continuerà su questo punto e siamo fiduciosi che il Guardian alla fine sarà ritenuto responsabile della sua diffamazione e che questa storia dovrà essere ritrattata”.

La natura dei prestiti

Guardando alla natura dei prestiti, il giornale evidenzia che sono arrivati ​​sotto forma di cambiali convertibili, il che significa che ES Family Trust avrebbe acquisito una partecipazione importante in Trump Media perché offriva il denaro in cambio dell’impegno di Trump Media a convertire il capitale del prestito in “azioni della società”. Questo significa che la sua partecipazione vale tra i 20 e i 40 milioni di dollari.

Intanto Trump Media crolla in Borsa

Dopo un’esordio brillante, le azioni di Trump Media nelle ultime sedute sono crollate di oltre il 30%, scendendo fino al prezzo di 48,81 dollari per azione. Al momento, secondo Forbes, il patrimonio di Donald Trump si attesta a 5,7 miliardi di dollari.

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