Gian Maria Gros-Pietro
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Le imprese italiane dei distretti industriali crescono di più: spiccano agroalimentare e meccanica

Il fatturato delle imprese nei distretti industriali è cresciuto dello 0,08% nel 2023, in aumento di oltre il 20% rispetto al 2019. E si prevede che nel 2024 crescerà dell’1,1% e del 2% nel 2025. Questo quanto è emerso dalla sedicesima edizione del rapporto annuale realizzato dalla direzione studi e ricerca di Intesa Sanpaolo, che ha analizzato i bilanci di circa 20.800 imprese dei distretti industriali. Lo studio è stato presentata a Milano dal presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro, dal capo economista della banca Gregorio De Felice e dalla responsabile della ricerca industry & local economies Stefania Trenti.

Le imprese dei distretti industriali hanno registrato performance positive superiori a quelle delle imprese non distrettuali.  Spiccano i distretti specializzati nella meccanica e nell’agroalimentare, con una crescita dell’export del 7,9% e del 4,5%. Crescono anche gli investimenti delle imprese distrettuali per potenziare i processi produttivi e l’autoproduzione di energia.

I punti di forza delle imprese distrettuali: cosa è emerso dal rapporto

  • Il patrimonio netto delle imprese distrettuali è salito sopra la soglia del 30%, leggermente superiore ai valori osservati al di fuori dei distretti. Un’analisi di lungo periodo sui bilanci aziendali ha messo in evidenza che la percentuale di crescita è raddoppiata in 20 anni: era sotto il 16% tra il 1998 e il 2000.
  • Gli investimenti per potenziare l’autoproduzione di energia sono in crescita. L’analisi delle bollette energetiche evidenzia che un quarto delle imprese distrettuali tra il 2019 e il 2023 è riuscito a contenere al 4% l’aumento dei pagamenti alle utility energetiche.
  • La transizione green e quella digitale saranno i principali driver degli investimenti in Italia e nei distretti industriali, con gli incentivi a favore di Transizione 5.0, che prevedono complessivamente circa 13 miliardi di euro di crediti d’imposta. Le imprese con investimenti 4.0 ottengono, infatti, vantaggi importanti in termini sia di crescita (+32,5% l’aumento del fatturato tra il 2019 e il 2022, una percentuale doppia rispetto a quelle non 4.0) sia di produttività (pari nel 2022 a 76 mila euro vs 60 mila euro). È questa l’evidenza che emerge dall’analisi effettuata su più di 200 imprese localizzate in Emilia-Romagna e nelle Marche e attive anche in settori ad alta intensità distrettuale.
  • La diffusione di alcune tecnologie è ancora bassa. Se da un lato sono molte le imprese che utilizzano servizi di cloud computing (61,2% vs il 46,3% nella media della Ue), siamo indietro dal punto di vista dell’analisi dei dati (24,3% vs 27,4%), e-commerce (15,2% vs 20,8%) e intelligenza artificiale (4,9% vs 6,8%). Tra i settori ad alta intensità distrettuale, spicca soprattutto il settore alimentare e bevande che evidenzia un posizionamento migliore rispetto alla media europea per analisi dati e intelligenza artificiale e un divario contenuto sull’e-commerce. Ritardi maggiori emergono, invece, per il sistema moda italiano.

Sempre più attenzione all’ambiente

Le priorità delle imprese distrettuali nei prossimi anni saranno tecnologia e competenze. Inoltre, si legge nella nota stampa, il cambiamento climatico imporrà una gestione più consapevole delle risorse idriche e un’attenzione ai rischi idrogeologici. Secondo le stime di Intesa, il 15% delle imprese distrettuali, infatti, è esposto al rischio alluvione. Le strategie da mettere in campo andranno dall’autoproduzione di energia all’efficientamento energetico, dalla riduzione dell’uso di materie prime all’utilizzo di materie prime seconde, dal risparmio idrico al riciclo-riutilizzo di acqua, dalla riduzione di emissioni atmosferiche al minor utilizzo di trasporti, dal design for recycling al life cycle assessment.

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