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Innovation

Making Science ha lanciato il primo strumento in grado di misurare l’impatto della perdita dei cookie di terze parti

Articolo tratto dal numero di aprile 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

Il 4 gennaio Google ha disabilitato i cookie di terze parti per l’1% degli utenti di Chrome, circa 30 milioni di persone in tutto il mondo. È il primo passo del processo concordato con il Cma (Competition and markets authority) del Regno Unito per disabilitare i cookie di terze parti da Google Chrome (come fatto da tutti gli altri browser, Mozilla Firefox, Apple Safari, Microsoft Edge) e attivare le tecnologie di Privacy Sandbox, che ha l’obiettivo di fornire tecnologie per creare un sistema di advertising più rispettoso della privacy dell’utente.

Nella seconda metà di quest’anno, se il Cma si esprimerà a favore delle nuove tecnologie di Google, la nuova funzionalità sarà estesa a tutti. Questo non significa che la nostra attività online non sarà più monitorata. Lo sarà lo stesso, ma resterà ignota l’identità del singolo utente. Non è una buona notizia per le aziende e le concessionarie di pubblicità. Il blocco renderà più complessa la targettizzazione e potrebbe ridurre l’efficacia di campagne adv in termini di conversione, determinando un aumento dei costi. L’industria pubblicitaria online, che fino a questo momento poteva tracciare le abitudini degli utenti e proporre contenuti e offerte commerciali pertinenti, dovrà quindi rivedere il suo metodo.

Come funziona il tool

Secondo i dati diffusi da Making Science, società internazionale di accelerazione digitale, specializzata in digital marketing, intelligenza artificiale, software e cloud, i primi test condotti su un campione di clienti hanno mostrato un impatto significativo, con cali del tasso di conversione fino al 30%. Per questo Making Science ha lanciato il primo strumento in grado di misurare l’impatto della perdita dei cookie di terze parti: il Gauss Cookie Deprecation Impact Tool, inserito nel Google Cloud marketplace, lo store globale delle soluzioni del gigante tech. “Lo strumento permetterà di avere una valutazione numerica, realistica, dei dati degli utenti che hanno i cookie di terze parti disabilitati”, ha spiegato Victor Vassallo, managing director di Making Science Italia. Questo consentirà alle aziende di valutare il peso che questa rivoluzione avrà nel loro business, “per ricalibrare le strategie di digital marketing e non lasciarsi travolgere dallo stop in arrivo”.

Il tool copre tutti i principali browser sul mercato. Lavora combinando più tecnologie avanzate e tecniche di data analysis per conoscere in tempo reale la percentuale di visitatori che accedono al sito con browser che supportano cookie di terze parti o con browser che non lo fanno, permettendo anche di rilevare le conversioni perse da quest’ultimo gruppo di utenti.

Un nuovo panorama basato sui dati di prima parte

“Siamo in un momento di grande cambiamento”, continua Vassallo. “E anche se i manager delle aziende sono consapevoli della necessità di un cambio culturale nei confronti dei dati, c’è ancora poca conoscenza. Molti parlano di problema, ma in realtà abbandonare i cookie di terze parti è una grande opportunità. Si tratta di trovare la chiave per riuscire a capitalizzare i dati di prima parte (informazioni che  l’azienda raccoglie dai clienti e dai visitatori del sito), per avere una crescita più sostenibile e, allo stesso tempo, garantire più privacy”. José Antonio Martínez Aguilar, ceo e fondatore di Making Science, ha commentato in una nota stampa: “Questa nuova soluzione non risponde soltanto alla sfida connessa alla perdita dei cookie di terze parti, ma offre anche alle imprese l’opportunità di prendere le decisioni strategiche per affrontare un nuovo panorama basato sui dati di prima parte”.

Making Science

L’azienda nata a Madrid ha lanciato anche un’altra soluzione proprietaria: ad-machina, un tool basato sull’intelligenza artificiale generativa. “L’attività di ricerca e sviluppo che ci ha portati a lanciare sul mercato soluzioni come ad-machina o Gauss Cookie Deprecation Impact Tool è una delle nostre principali leve di crescita”, ha detto Vassallo. La filiale italiana di Making Science, aperta nel 2019, ha registrato un forte incremento dei ricavi, con un giro d’affari complessivo di 9,5 milioni nel nostro Paese, in crescita del 70% rispetto al 2022, e con un ebitda in aumento del 25%.

“Per il 2024 prevediamo un’ulteriore espansione nel mercato italiano, con un obiettivo di crescita del fatturato tra il 20 e il 25%”, prosegue Vassallo. “Qui la società continua a investire, come testimonia l’apertura della nuova sede di Milano. Dopo il recente inserimento della figura dell’head of data, abbiamo in programma anche nuove assunzioni, con un incremento del team previsto intorno al 10% nel corso dell’anno”.

Il fatturato netto globale, invece, è arrivato a 236 milioni, con un margine operativo lordo di 64 milioni, in aumento del 17% rispetto all’anno precedente. Martínez Aguilar ha detto: “Il nostro focus sul mercato internazionale, con le acquisizioni degli ultimi anni e l’apertura dei nuovi uffici a Chicago, Milano e Bogotá e il recentissimo annuncio di una joint venture in Finlandia, ci ha portati a una crescita solida, nonostante il complicato contesto economico globale. Nel 2023 abbiamo incrementato gli investimenti in ricerca e sviluppo del 60%, con un focus sullo sviluppo di soluzioni tecnologiche basate sull’intelligenza artificiale, di cui siamo pionieri fin dal 2016”.

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