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Greeninvest real estate: la società che aiuta gli italiani a investire nel mercato immobiliare di Dubai

Articolo tratto dal numero di maggio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

Il mercato immobiliare di Dubai ha visto crescere esponenzialmente il suo valore negli ultimi due anni, con prezzi al metro quadro aumentati del 51% dal 2021, dopo sei anni, tra il 2014 e il 2019, di lieve flessione. E investire a Dubai può rappresentare anche un’occasione di diversificazione e accrescimento dei patrimoni, ma, come per ogni investimento, è bene informarsi per comprendere rischi e opportunità.

Per farlo, Forbes Italia ha intervistato Davide Pironti, ceo di Greeninvest real estate, società real estate e property management che opera a Dubai dal 2019, specializzata in consulenze per investimenti immobiliari di clienti prevalentemente italiani, con una particolare attenzione alla gestione complessiva dell’investimento, dall’acquisto alla rivendita o locazione.

Greeninvest, che nel 2023 ha fatturato 1 milione di euro, ha saputo distinguersi anche per il successo ottenuto sui social: su TikTok, per esempio, ha oltre 184mila follower e cinque milioni di like.

Quali sono i vantaggi degli investimenti immobiliari off plan a Dubai?

Abbiamo scelto gli Emirati Arabi per tre ragioni: sicurezza, tassazione e opportunità. La sicurezza è il primo motivo per cui il cliente può sentirsi tranquillo, rispetto a investimenti in appartamenti in costruzione. In questi casi è il governo a garantire attraverso l’uso di escrow accounts: i fondi investiti non vengono consegnati direttamente al developer, bensì al governo, che svincola l’importo solo nel momento in cui il cliente finale riceve le chiavi dell’appartamento, a costruzione ultimata. Il secondo motivo è la tassazione: nessuna tassazione sulle plusvalenze e sugli affitti, nei casi in cui i fondi rimangano negli Emirati. Investire sul mattone in Italia potrebbe risultare più rischioso, considerata la tassazione e la probabilità di insolvenze: Dubai, da questo punto di vista, può risultare molto più tutelante.

Come funziona il mercato dell’usato e quali i rischi e opportunità vede in questo tipo di investimenti?

Pro e contro: si possono realizzare affari interessanti con un roi (return on investment) immediato, in quanto l’immobile è sfruttabile per affitti o uso personale fin da subito. Tuttavia, gli immobili usati sono stati edificati tanti anni fa, con criteri inferiori rispetto agli attuali, perciò ne conseguono costi di manutenzione e ristrutturazione elevati. Il roi più alto si ottiene sicuramente acquistando off plan e mettendo a reddito l’immobile una volta pronto. In conclusione: secondary market sì, ma solo per investitori esperti con consulenti fidati sul posto. Se guardiamo i prezzi al metro quadro, dal 2014 ad oggi l’aumento è di circa il 49% (4,9% annuo di media), ma con un incremento sostanziale negli ultimi due anni.

Qual è la vostra prospettiva rispetto ai prossimi dieci o 15 anni?

I prezzi a Dubai sono sicuramente in aumento: la previsione è molto ottimistica. La crescita non calerà, grazie alla visione di uno sceicco che si è posto degli obiettivi dal punto di vista infrastrutturale per il 2040 e il 2071, volti allo sviluppo sostenibile e alla mobilità a misura d’uomo. La cavalcata di successo di Dubai nel real estate (e non solo) non è una bolla che esploderà, ma continuerà, spinta dalla vision dei governanti, da una popolazione in costante aumento (+5% annuo negli ultimi 20 anni) e dal pil in impennata (+8% annuo negli ultimi 20 anni).

 

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