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“All Eyes On Rafah”: cosa c’è da sapere sulle origini dello slogan

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Mentre le truppe israeliane continuano la loro offensiva di terra sulla città di Rafah, nella Striscia di Gaza, che è molto popolata, una campagna con lo slogan “All Eyes On Rafah” ha preso piede sui social, in particolare nell’Europa occidentale, in Australia e in India, come appello alla consapevolezza della guerra in corso da parte di attivisti e gruppi umanitari.

Aspetti principali

  • Lo slogan sembra derivare da un commento di Rick Peeperkorn, direttore dell’Ufficio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per i Territori Palestinesi Occupati, che a febbraio ha dichiarato: “All Eyes On Rafah”, pochi giorni dopo che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva ordinato di creare un piano di evacuazione per la città in vista di attacchi pianificati per eliminare quelle che sostine essere le ultime roccaforti rimaste del gruppo militante Hamas.
  • La frase è intesa come una richiesta a non distogliere lo sguardo da ciò che sta accadendo nella città di Rafah – dove ben 1,4 milioni di persone si sono rifugiate dopo essere fuggite dai violenti combattimenti in altre zone di Gaza – mentre Israele continua la sua offensiva nonostante la popolazione civile presente.
  • Organizzazioni e gruppi di pressione come Save the Children, Oxfam, Americans for Justice in Palestine Action, Jewish Voice for Peace e Palestine Solidarity Campaign hanno poi ripetuto lo slogan, che è stato usato come grido di protesta a Parigi, Londra, Paesi Bassi, New York City, Los Angeles e oltre.
  • Diverse celebrità indiane, tra cui gli attori Varun Dhawan, Aly Goni, Samantha Ruth Prabhu e Tripti Dimri, hanno postato sulle loro storie di Instagram una grafica identica a quella di “All Eyes On Rafah”, mentre tra le altre celebrità che si sono espresse ci sono il giocatore di cricket australiano Travis Head, la cantante britannica Leigh-Anne Pinnock, la modella Bella Hadid e le attrici Saoirse-Monica Jackson e Susan Sarandon.
  • Ci sono più di 195mila post con milioni di visualizzazioni per l’hashtag #AllEyesOnRafah su TikTok e l’argomento era di tendenza su Instagram martedì, dove sono stati fatti altri 100mila post.
  • I video più popolari su TikTok provengono dal cantante pop americano di origine palestinese Zach Matari, i cui post con lo slogan hanno accumulato milioni di visualizzazioni questo mese, e anche altri creatori pro-palestinesi, tra cui Lubna Alhilo, Liz Kuhn e Reema Bassoumi, hanno realizzato alcuni dei video più popolari.

Gli attacchi di Israele

Israele ha affrontato l’indignazione internazionale quando l’attacco di domenica scorsa, che aveva come obiettivo un complesso di Hamas, ha finito per uccidere decine di persone a Rafah, compresi i civili.

Lunedì Netanyahu ha dichiarato che la morte dei civili è stata un “tragico incidente”, ma il giorno dopo gli attacchi sono continuati, come riporta il New York Times. Altre 21 persone sarebbero state uccise dopo un attacco aereo su una “zona umanitaria” a ovest di Rafah, secondo quanto riportato dall’Afp, anche se l’esercito israeliano ha negato il suo coinvolgimento.

Sullo sfondo

La possibilità di un attacco di massa a Rafah circola da mesi, mentre Israele spinge per eliminare i rimanenti avamposti di Hamas, il gruppo militante che ha attaccato il Paese lo scorso ottobre, scatenando una sanguinosa guerra in Medio Oriente.

A febbraio, funzionari israeliani hanno dichiarato che Rafah era l’ultimo posto a Gaza con una forte presenza di Hamas, annunciando l’intenzione di procedere con gli attacchi. Sono seguiti mesi di negoziati tra le due parti, con l’incontro dei delegati di Hamas e Israele in Egitto per colloqui di cessate il fuoco che i mediatori speravano potessero porre fine alla guerra.

Dopo l’attacco di domenica a Rafah, un funzionario di Hamas ha dichiarato ad Al Jazeera che il gruppo non parteciperà a ulteriori colloqui di tregua a Gaza. L’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione delle aree a est del centro della città, vicino al confine di Gaza con Israele, prima dell’offensiva. Il quartiere di Tal al Sultan, che è stato poi bombardato, si riteneva fosse in una zona sicura.

Le critiche

I leader di tutto il mondo, tra cui il presidente Joe Biden, hanno criticato Israele per aver perseguito attacchi a Rafah a causa dell’oltre 1 milione di civili che attualmente vivono lì. Il mese scorso, Biden ha dichiarato alla Cnn che, sebbene gli Stati Uniti forniscano armi difensive a Israele, non forniranno le armi e i proiettili di artiglieria per un attacco a Rafah.

La Corte penale internazionale ha confermato la scorsa settimana che sta cercando di ottenere mandati di arresto sia per Hamas che per i funzionari israeliani – incluso Netanyahu – per presunti crimini di guerra. Tuttavia, la Corte non ha modo di far rispettare i propri mandati anche dopo che sono stati emessi.

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