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Under 30

Così questi Under 30 italiani stanno cambiando il settore della sanità e della scienza

Rendere più accessibili le cure pediatriche, rimuovere l’anidride carbonica immagazzinandola in mare in forma di bicarbonati di calcio in acqua marina. E ancora: avvicinare i giovani alla medicina attraverso il linguaggio dei social, sviluppare dispositivi robotici per agevolare l’attività dell’uomo.

Le idee degli under 30 selezionati quest’anno da Forbes Italia per la categoria Science & Healthcare vogliono cambiare il volto della sanità italiana.

Cure più semplici e accessibili

Rendere attraverso la tecnologia le cure mediche più semplici e accessibili è l’obiettivo che si è posto Federico Gabrielli, founder e ceo di Ippokrates. La sua piattaforma digitale consente agli utenti di ricevere teleconsulti dai migliori specialisti medici al mondo: “Ho trovato nella telemedicina una delle più interessanti sfide che la digitalizzazione offre al momento”, ci aveva raccontato Gabrielli.

“La salute è un ambito in cui la tecnologia può dare un grande contributo, abbattendo le distanze e l’impatto ambientale. Semplificare i processi e rendere accessibili da casa i percorsi di ritorno alla salute: questo è il progetto di Ippokrates.

Con un intento simile nasce da un’idea di Fabio Vantaggiato easydoctor, piattaforma di digital patient engagement che supporta le strutture sanitarie nell’assistere le persone nei loro percorsi di salute, consentendo una raccolta dati facile ed efficiente, e una migliore comunicazione medico-paziente.

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Divulgare e sensibilizzare i giovani

Gaia Salizzoni e Vittoria Brolis hanno co-fondato Hale, la prima clinica virtuale per le condizioni di dolore femminile come vulvodinia ed endometriosi.

La clinica opera attraverso una piattaforma online che guida la paziente attraverso le varie fasi di cura, dall’anamnesi alla diagnosi, fino alla scelta del trattamento più efficace. “Si basa sui protocolli medici più moderni e sfrutta la tecnologia per velocizzare e semplificare il più possibile i vari percorsi, con l’obiettivo di minimizzare i tempi diagnostici e rispondere alle esigenze della persona in modo personalizzato”, hanno spiegato le co-founder.

Sempre con uno scopo divulgativo, ed educativo, nasce Heimi – Salute e Prevenzione, progetto di promozione della salute che ha creato una community attiva sui social network attraverso contenuti che vertono su temi come alimentazione, riduzione del danno da fumo, attività fisica, cura dell’ambiente e sessualità. “La nostra comunicazione è accessibile e divertente, ma al contempo fondata sulla letteratura scientifica e sulle competenze professionali”, hanno detto i co-founder Alice Caimi e Lorenzo Gaggio.

Creare un canale di divulgazione scientifica di tecniche e pratiche legate alla materia della fisioterapia è lo scopo con cui invece è stata creata da Niccolò Ramponi e Paolo Torneri FisioScience, community di oltre 50mila fisioterapisti interessati alla materia che vogliono scoprire le ultime novità del campo e anche prima casa editrice indipendente nel settore della fisioterapia e riabilitazione.

Oggi la startup conta 12 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali riconosciute in ambito medico, collaborazioni con 19 università e circa 4.700 clienti iscritti alla piattaforma.

Sfruttare la tecnologia per innovare

Nata nel 2023, Limenet è una società benefit che vuole rimuovere l’anidride carbonica immagazzinandola in mare in forma di bicarbonati di calcio in acqua.

L’idea è di Stefano Cappello: “La tecnologia di base è l’industrializzazione di un ciclo naturale che noi replichiamo. Questo ciclo, che in natura avviene in migliaia di anni, noi riusciamo a velocizzarlo a pochi minuti. Limenet è in grado di trasformare l’anidride carbonica, in una soluzione acquosa di bicarbonati di calcio. In questo modo è possibile ottenere una soluzione di stoccaggio di CO₂ duratura e stabile (per oltre 10mila anni) all’interno di mare e oceani”.

Alla guida di una biotech che sta sviluppando farmaci innovativi per le malattie autoimmuni, e nel 2022 ha chiuso un round da 350mila euro, è invece Valentina Garonzi, co-founder e ceo di Diamante. L’azienda opera nel settore delle biotecnologie e si occupa di ricerca e sviluppo di nano-materiali in ambito diagnostico-terapeutico.

L’ingegnere biomedico Leonardo Geronzi è poi co-founder di LivGemini, progetto med-tech che vuole fornire uno strumento innovativo di prevenzione, diagnosi e monitoraggio dell’aneurisma dell’aorta basato su tecnologie digital twin basate sull’intelligenza artificiale.

Robotica e gamification

Francesco Stella ha creato il primo braccio robotico realizzato con materiali morbidi, in grado di lavorare in ambienti industriali. “È stato progettato usando come ispirazione la proboscide degli elefanti per sfruttare al massimo la flessibilità”, ha spiegato.

Si chiama Helix Robotics e vuole introdurre una nuova generazione di manipolatori robotici che, grazie alla loro flessibilità, garantiscano un’interazione sicura con l’ambiente circostante. Attualmente il progetto sta passando dal laboratorio alla fase di startup, e il team di Stella sta avviando un round un pre-seed con venture capitalist europei e americani.

Francesco Trovato e Giacomo Pratesi sono infine i co-founder di Paperbox Health, piattaforma che facilita l’individuazione precoce dei fattori di rischio legati ai disturbi specifici dell’apprendimento e dell’attenzione, supportando lo sviluppo cognitivo attraverso soluzioni digitali.

Da questa è nato Dino by Paperbox, videogioco che permette l’identificazione precoce dei disturbi specifici dell’apprendimento. “Vogliamo abbattere le barriere di accessibilità legate alle cure pediatriche”, hanno spiegato.

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