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L’evoluzione della consulenza finanziaria: a tu per tu con Monica Lanzi, wealth advisor di Banca Mediolanum

Articolo di Marzia Gallo tratto dal numero di giugno 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

Il desiderio di diventare consulente finanziario l’ha accompagnata sin dall’adolescenza. Nel 2024 Monica Lanzi, wealth advisor di Banca Mediolanum, festeggia i 30 anni nel gruppo fondato da Ennio Doris. Forbes Italia l’ha incontrata per ripercorrere la sua carriera e parlare dei cambiamenti di una professione che, seppure orientata da tecnologia e intelligenza artificiale, mantiene il suo storico approccio, basato su fiducia, personalizzazione e capacità di ascolto.

Come nasce il suo interesse per la professione?

Da ragazzina avevo deciso che avrei fatto il consulente finanziario. All’epoca non esisteva questa figura, ma ho avuto due fonti di ispirazione: un insegnante di ragioneria, dottore commercialista, che mi ha trasmesso la competenza tecnica, e mio nonno, commerciante, al quale devo l’indole da imprenditore e al servizio delle persone. Per dieci anni ho fatto il direttore finanziario e amministrativo di un’azienda di abbigliamento femminile, e mi è servito molto per avere maggiore facilità di dialogo con imprese e imprenditori. Nel 1994 sono entrata in quella che oggi è Banca Mediolanum. E dal 2017 sono tra i wealth advisor, i consulenti con i più importanti portafogli in gestione.

Cosa significa oggi essere un wealth advisor?

Essere competenti, professionali, aggiornati, affidabili, efficienti, aperti ai cambiamenti repentini dei mercati e della società, con grande empatia e cuore. Il mio principale obiettivo è tenere i miei clienti al riparo dai rischi finanziari, personali, aziendali e immobiliari.

L’aspetto più stimolante della sua professione?

La possibilità di guardare sempre al futuro con progetti e obiettivi nuovi da raggiungere.

Qual è il suo portafoglio e quanti siete nel team?

Gestisco oltre 230 milioni di euro. Lavoro con due collaboratori, che potrebbero diventare quattro a breve.

La banca l’ha supportata?

Molto. In Banca Mediolanum ho trovato un contesto stimolante che mi ha fatto crescere come persona e ha migliorato la mia autostima. Fondamentale la formazione, fiore all’occhiello dell’azienda, che eroga percorsi di apprendimento attraverso la nostra corporate university.

Come sono cambiati i clienti nel tempo?

Trovo una maggiore apertura mentale all’informazione e più facilità di dialogo rispetto al passato. Non si parla solo di mercati, ma di esigenze personali, di obiettivi di lungo termine. Sono convinta che il mio valore aggiunto consista nel costruire il benessere finanziario dei clienti non solo in età lavorativa, momento di accumulazione del risparmio, ma soprattutto nella fase successiva, tipicamente di erosione. Banca Mediolanum ha appena introdotto Life Planning, un ambiente di lavoro per i family banker. Uno strumento digitale che incorpora le potenzialità che lo sviluppo tecnologico consente, con una visione di insieme del risparmiatore e della vita finanziaria del suo nucleo familiare, incentrata su fragilità, bisogni, obiettivi e progetti.

La sua professione è ancora ricercata?

Si, c’è un rinnovato interesse e, rispetto al passato, c’è più corrispondenza tra esigenza e scelta.

C’è spazio per le donne?

Senza dubbio la consulenza finanziaria ha una tradizione prevalentemente maschile. Credo che la chiave sia aggiungere sentimento e approccio femminili, caratterizzati da tenacia e determinazione. Ciò che emerge e premia, alla fine, è sempre la competenza.

 

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