I private market crescono grazie alla popolarità degli investimenti alternativi tra i più ricchi e ai tassi d’interesse. Un tempo temute, società di buyout come Kkr, Apollo e Blackstone sono diventate mainstream e sono salite nella classifica Global 2000 di Forbes.
Sono tempi di forte crescita per le più grandi società di buyout e i principali asset manager del mondo. Mentre la Federal Reserve, la banca centrale statunitense, fa sapere che potrebbe volerci più tempo del previsto per tagliare i tassi di interesse, gli investitori continuano a riversarsi sui private market, scambiando liquidità per rendimenti potenzialmente più elevati. Il tradizionale business del private equity rimane forte, ma si è evoluto molto al di là del modello originale del leveraged buyout che si è affermato negli anni ’80 e ’90. Oggi la chiave sta negli investimenti alternativi, con società che comprano e sviluppano aziende in settori come la logistica, le infrastrutture e la sanità. I fondi che si rivolgono agli investitori retail hanno reso gli investimenti alternativi accessibili a un mercato più ampio, e l’opportunità su scala globale è enorme.
Al di là del private equity, anche l’immobiliare è un grande affare per molte di queste società. Blackstone ha un portafoglio immobiliare commerciale inarrivabile, da 337 miliardi di dollari, che comprende 12mila proprietà nel mondo, per una superficie complessiva di 102 milioni di metri quadrati. Anche il credito privato, grazie a tassi di interesse più alti, è in rapida espansione, soprattutto per specialisti come Ares Management.
Quanto cresce il settore
Secondo Greggory Warren, senior stock analyst di Morningstar, la raccolta di capitali privata è avviata a superare i livelli dello scorso anno e i gestori di asset alternativi hanno ancora molte carte da giocare. “A volte gli investitori [ignorano] il fatto che i fondi legati ad asset alternativi superano i risultati di fondi comuni ed etf tradizionali”.
Quest’anno molti dei principali gestori di investimenti alternativi, tra cui Apollo, Kkr e Blackstone, hanno guadagnato tante posizioni nella classifica Global 2000 di Forbes delle più grandi aziende quotate al mondo, che tiene conto di ricavi, utili, asset in gestione e capitalizzazione di mercato. In totale, il loro numero ha superato la dozzina, mentre dieci anni fa erano solo due.
“Crediamo che un numero crescente di investitori vedano le società di investimenti alternativi come affidabili, preferendoli ai fondi passivi o ai fondi comuni attivi, specie ora che le azioni pubbliche a livello globale diminuiscono”, dice Kenneth Leon, director of equity research di Cfra. “Pensiamo che l’allocazione di asset privati ai fondi alternativi possa aumentare da meno del 5% a un massimo del 10%, perché si tratta di un mercato inesplorato”.
Apollo in vetta, poi Kkr
La società newyorkese Apollo Global Management ha conquistato la vetta della classifica di quest’anno tra le società di investimento ed è 127esima nella graduatoria complessiva. Fondata nel 1990 dagli investitori miliardari Marc Rowan, Leon Black, Josh Harris e Tony Ressler, Apollo si è quotata nel 2011. Ha concluso l’anno con ottimi risultati e ha registrato entrate per 34,7 miliardi di dollari, la seconda cifra più alta tra le società di investimento in classifica. Sempre negli ultimi 12 mesi ha lanciato il suo decimo fondo di private equity (raccogliendo circa 20 miliardi di dollari) e ha siglato diversi accordi importanti, come l’acquisizione di The Restaurant Group, l’azienda londinese che possiede la catena Wagamama. Ha registrato anche il secondo profitto più alto nel settore (5,4 miliardi) e ha uno dei più alti valori di mercato (89,5 miliardi). Il titolo è salito del 66% nell’ultimo anno, contro il 27% dell’indice S&P 500.
Al secondo posto, poco distante, c’è Kkr, che ha guadagnato quasi 700 posizioni, fino ad attestarsi alla numero 175. Kkr ha il terzo valore di mercato tra le società del settore in classifica (92,8 miliardi di dollari) e negli ultimi 12 mesi ha registrato ricavi per 22,7 miliardi e profitti per quasi 4,1 miliardi. Gli analisti di Wall Street sono molto ottimisti sul titolo, che nell’ultimo anno è volato a un +99%, nettamente al di sopra dei concorrenti. Gli asset della società e i guadagni legati alle commissioni sono saliti ancora a ritmi sostenuti negli ultimi mesi. Intanto Kkr ha continuato a chiudere accordi convenienti, come l’acquisizione di un altro 37% della società di assicurazioni sulla vita Global Atlantic (ne aveva acquistato il 61,5% a ottobre 2020) all’inizio di quest’anno.
BlackRock sul podio
Il più grande asset manager del mondo, BlackRock, si è piazzato al 209esimo posto nella classifica di quest’anno, con una piccola salita di sei posizioni rispetto al 2023. Il presidente e amministratore delegato, Larry Fink, ha fondato BlackRock assieme a sette partner nel 1988, in un primo tempo all’interno di Blackstone Group. La società si è messa in proprio nel 1994 e si è quotata in Borsa cinque anni più tardi. Ha registrato il più alto utile tra tutti i gestori di investimenti, con 5,9 miliardi di dollari, e ha il secondo valore di mercato, 120,7 miliardi. A gennaio ha speso 12,5 miliardi per comprare Global Infrastrutture Partners, il più grande gestore indipendente di infrastrutture. Dallo scorso anno ha sempre registrato ottime trimestrali, ma il titolo è cresciuto meno rispetto al resto del mercato, con un +15% negli ultimi 12 mesi. Assieme a Citadel Securities e a più di 20 altri investitori, BlackRock sostiene la creazione di un nuovo Texas Stock Exchange, che dovrebbe rivaleggiare con il New York Stock Exchange e il Nasdaq.
La quarta società di investimento nella classifica 2024 – era la prima un anno fa – è Brookfield Corporation, che ha perso 63 posizioni ed è ora 213esima. L’azienda, che ha sede a Toronto, ha registrato i più alti ricavi tra tutte le società di investimento alternative, con 101,9 miliardi di dollari. È specializzata nelle infrastrutture ed è il primo investitore nell’energia pulita nei private market. Ha tratto profitto dall’aumento della domanda di energia eolica e solare, raccogliendo miliardi di dollari per i suoi ultimi fondi privati, incentrati sulla transizione energetica. Il titolo è cresciuto del 32% nell’ultimo anno, poco più dell’indice di riferimento.
Il record di Blackstone
A completare la top five dei più grandi gestori di investimenti alternativi sulla Global 2000 è Blackstone, che ha guadagnato 153 posizioni e si è attestato alla numero 495. La società, che ora è la più grande al mondo nel private equity, è stata fondata nel 1985 dai miliardari Peter Peterson (morto nel 2018) e Stephen Schwarzman, attuale amministratore delegato e presidente. Blackstone ha avuto un grande anno: dopo avere superato i 1.000 miliardi di asset in gestione a luglio, a settembre è diventata la prima società di gestione di investimenti alternativi a essere aggiunta all’S&P 500. Ha anche il più alto valore di mercato tra le società del settore nella Global 2000: 151,9 miliardi.
Un’altra società cresciuta molto nell’ultimo anno è Ares Management, fondata nel 1997 da Antony Ressler e Michael Arougheti. Ares ha guadagnato 370 posizioni nella Global 2000 ed è ora 1.342esima. Come molte altre aziende del settore, ha tratto grande vantaggio dal boom del credito privato, che costituisce la maggior parte degli oltre 400 miliardi di dollari che ha in gestione. Le sue azioni sono cresciute del 53% negli ultimi 12 mesi.
The Carlyle Group, nel frattempo, ha perso 216 posizioni rispetto all’anno scorso ed è 1.756esimo nella lista complessiva. Nonostante il titolo sia salito del 41% rispetto a un anno fa, a livello di utili la società ha registrato il peggior risultato tra tutti i gestori di investimenti alternativi in classifica, con una perdita di circa 643 milioni di dollari. Un grande problema per l’azienda è la leadership. All’inizio i cofondatori miliardari – David Rubenstein, Daniel D’Aniello e William Conway – hanno passato il testimone agli ex co-amministratori delegati Kewsong Lee e Glen Youngkin, nel 2018. Youngkin, che ora è il governatore della Virginia, ha lasciato Carlyle nel 2020. Lee si è dimesso nell’agosto 2022 dopo una disputa contrattuale. Il nuovo ad, Harvey Schwartz, sta cercando di ridurre i costi e invertire la rotta per quanto riguarda la raccolta fondi, al momento deficitaria.
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