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Rosé Wave: la classifica dei migliori rosati italiani secondo Forbes

Il vino rosato ha guadagnato una grande popolarità nel corso degli ultimi anni sia a livello internazionale che qui in Italia, ma quali sono le ragioni del suo successo? Probabilmente la grande varietà di stili.

Mentre per definire un vino rosso o bianco si guarda il colore e la struttura, per il rosato non esiste una definizione univoca: le sue tonalità variano dal corallo delicato al cerasuolo, gli aromi possono essere semplici, rinfrescanti ma anche complessi e con spezie, il palato è estremamente variegato.

La selezione del vigneto

Realizzato a partire da varietà di uve rosse, il processo di vinificazione del rosé prevede tecniche e passaggi accurati per ottenere un’ampia gamma di stili. Le fasi della produzione dei vini rosati evidenziano come questi ultimi siano tra i più difficili da produrre, soprattutto ad alti livelli.

La base della produzione di vini rosati eccezionali risiede nell’attenta selezione delle uve e del momento della vendemmia. I viticoltori spesso optano per varietà di uve rosse con caratteristiche adatte alla produzione di rosé, come un’acidità elevata e livelli di tannini più bassi.

La selezione del vigneto è cruciale: il microclima deve enfatizzare la maturità aromatica e tecnologia più che quella fenolica. È fondamentale raccogliere le uve al momento giusto, puntando a un equilibrio tra la maturazione degli zuccheri e il mantenimento di una fresca acidità.

Come definire lo stile finale del vino

La selezione in vigna è il punto di partenza per la produzione di rosati di qualità elevata e secondo lo stile desiderato dal produttore. Una volta raccolte, in fase di prefermentazione esistono diversi aspetti da valutare a seconda dello stile finale desiderato.

Per la produzione di rosati più delicati è importante valutare se fare una pressa a grappolo intero per beneficiare dell’aiuto del raspo che funge da canale aggiuntivo di sgrondo. La durata del contatto con le bucce gioca un ruolo importante nel determinare lo stile del rosé ottenuto: periodi di macerazione più brevi, di poche ore, producono rosé più leggeri e delicati, mentre macerazioni più lunghe, fino a 48 ore, possono portare a stili più audaci e intensi.

Ma non basta, è importante valutare non solo il tempo in pressa, ma anche che pressione viene applicata e quante pressature dare al fine di controllare l’estrazione di parti fenoliche. La fase prefermentativa è cruciale per definire lo stile finale del vino rosato.

Dopo la pigiatura e la macerazione, nella maggior parte dei casi il succo viene separato dalle bucce e trasferito nei recipienti di fermentazione (mentre in alcune ipotesi la fermentazione inizia a contatto con le bucce, estraendo quindi una parte di tannini).

La scelta dei ceppi di lievito, delle temperature di fermentazione e del contenitore è fondamentale per definire lo stile finale del vino. Al fine di enfatizzare gli aromi fruttati e floreali e ottenere un vino più semplice e guidato dai primari i produttori optano per una fermentazione a temperature sotto i 15°c con lieviti selezionati in ambiente inerte.

Al contrario, per enfatizzare la trama e la struttura si preferiranno temperature intorno ai 18°c, magari in un mix di contenitori tra inerti e non, come il legno usato. Le scelte in fase di fermentazione influenzano lo stile finale e si pongono come uno dei tanti fattori che determina la complessità degli stili di rosato.

Dal processo di invecchiamento al colore della bottiglia

L’affinamento e l’imbottigliamento giocano un ruolo importante per definire la qualità del vino rosato e il suo potenziale di invecchiamento. Il consumatore ritiene che i vini rosati siano generalmente consumati giovani e non abbiano potenziale.

Questo è in parte vero, ma è applicabile anche al 90% dei vini bianchi o rossi. Come per gli altri stili, infatti, il produttore può influenzare il potenziale evolutivo del vino al fine di renderlo facile e divertente, o aspirazionale e dal lungo potenziale.

L’invecchiamento in legno, in bottiglia o entrambi possono contribuire a un profilo gustativo più sfumato e stratificato e viene applicato ai grandi rosati come i Cru level in Provenza o i tradizionali Rioja.

Infine, anche il colore della bottiglia influisce sulla qualità del vino: vini che devono essere consumati entro l’anno possono essere imbottigliati nelle bottiglie trasparenti tanto apprezzate dal consumatore medio, ma è assai più logico scegliere bottiglie dal colore scuro per rosati aspirazionali al fine di proteggere il vino dai difetti derivanti dall’esposizione alla luce, anche se ciò farà arrabbiare i colleghi del marketing.

La realizzazione di diversi stili di vini rosati richiede un approccio meticoloso e creativo, dalla vendemmia all’invecchiamento. Ecco i migliori rosati italiani secondo Forbes:

St Michael Eppan, The Wine Collection Riserva Pinot Noir 2016.

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Pinot Noir Rosé TWC

La storica cooperativa dell’Alto Adige è famosa per produrre i vini più rappresentativi della zona. Hans Terzer ha impresso in questo 2016 la sua firma stilistica: focus sulla trama di palato, nervo, definizione e uso oculato di legno. Questo Pinot Noir rappresenta la prova che grandi rosati italiani possono durare e migliorare nel tempo.

Contadi Castaldi Franciacorta Rosé SA.

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Contadi Castaldi Rosé

Dall’assemblaggio di Pinot Noir (40%) e Chardonnay, questo rosato profuma di frutti rossi maturi, con colore delicato e palato asciutto e slanciato con soli 4gl/l di dosaggio. Uno stile vivido e definito che mostra tutta la vitalità della firma di Contadi Castaldi. Un vino Sans Année che può essere consumato poco dopo la sboccatura.

Tenuta Montecchiesi, Versy’ in Rose 2022.

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DalCero Versy

Viaggi in Provenza e studio costante hanno permesso a Davide Dal Cero di creare questo rosato, il rosé de Prestige della tenuta della Famiglia Dal Cero a Cortona, in Toscana.

Un blend di Syrah e Vermentino, un leggero passaggio in legno e l’attenzione a diversi parametri tra cui: maturità delle uve, tempo e pressione in pressa, temperatura di fermentazione e tipologia di chiarifica. Un vino aspirazionale che tiene testa ai migliori rosati provenzali.

Generazione Alessandro, Vignazza rosé 2022.

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Vignazza Etna Rosato Doc

Dalla Contrada Palmellata, questo Nerello Mascalese cresce a 640 m s.l.m. su sabbie vulcaniche con buona presenza di pomice rossa. Colore corallo tenue dato dalla breve macerazione (2 ore) in pressa, frutto maturo di piccoli frutti rossi e fiori di pesco.

Acidità ampia e avvolgente in perfetto equilibrio con l’ampiezza del palato, data dal parziale affinamento in tonneau da 600l per 10 mesi. Vino delizioso e serio che può essere bevuto subito per la sua succosità ma che può essere tenuto in cantina ad invecchiare per altri 6-8 anni per aprirsi e mostrare una maggiore integrazione dell’acidità.

Maugeri. Contrada Volpare Etna Rosato 2021.

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Maugeri

 

Intuizione e raffinatezza hanno portato Carla Maugeri a ricostruire gli antichi terrazzamenti con muretti a secco e a ristrutturare, insieme al padre e alle sorelle, un’antichissima vigna a Milo, Contrada Volpare, sul versante sud-orientale del vulcano.

Il rosé ha un colore chiaro e delicato, un naso di pesca e rosa canina, con una leggera nota iodata. Al palato mostra un frutto maturo ma mai esuberante, che dà ulteriore slancio all’acidità sempre vibrante.

Il legno è dosato con cura insieme all’uso delle fecce, favorendo la produzione di uno stile riduttivo e conferendo precisione al frutto in equilibrio con la struttura stratificata. Un vino bello e concentrato che ha bisogno di tempo in bottiglia (grazie a Dio, scura) per svilupparsi.

Emiliano Falsini. Feudo Pignatore Sciauro Rosato 2022.

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Sciauro

Nerello Mascalese di Contrada Feudo Pignatore, sul versante nord dell’Etna a 700 metri di altitudine. Pressatura diretta per mantenere un colore corallo molto chiaro, fermentazione spontanea in botti vecchie per evidenziare l’esaltazione della trama del vino e dare peso al palato.

Tre mesi in rovere e poi affinamento in recipienti inerti per dare ulteriore complessità affumicata. Il vino è venduto in bottiglia di colore scuro e mostra tutta la vivida precisione tipica dell’annata, con un lungo potenziale di invecchiamento di circa 6-7 anni.

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