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Dal rinnovo della struttura manageriale all’aumento degli investimenti: il nuovo corso di Allegrini Wines

Articolo tratto dal numero di settembre 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

Dare continuità a una storia vinicola fatta di passione, competenza e suggestione, forgiando una veste contemporanea per idee imprenditoriali che poggiano su organizzazione e specializzazione.

Allegrini Wines è nata nel 2024 dopo l’acquisizione da parte di Francesco, Matteo e Giovanni Allegrini della maggioranza delle quote societarie dell’azienda di famiglia, tra i principali produttori dell’Amarone in Valpolicella, oggi una delle cantine italiane più rinomate al mondo.

“La nostra”, sottolinea Francesco, “è un’azienda familiare, e come tutte le realtà di questo tipo era caratterizzata da un approccio decisionale molto padronale, non più in linea con le esigenze dell’imprenditoria moderna e dell’attuale mercato. Abbiamo quindi attuato un cambio di passo, con l’introduzione di un’organizzazione nuova, lineare. Un’evoluzione ancora in atto e che richiede tempo per essere fatta nel modo giusto, ma che avrà ripercussioni positive per tutti, dai dipendenti ai fornitori, passando per i partner commerciali”.

Le divisioni di Allegrini Wines

I tre fratelli detengono ora l’86%, mentre il restante 14% rimane in mano alla cugina Silvia. Allegrini Wines è quindi la realtà capofila che ingloba tutte le attività della famiglia Allegrini nel settore vitivinicolo, accomunate da un filo conduttore: mettere al centro il vino e tutti i progetti per la sua valorizzazione.

A tale obiettivo concorrono le tre divisioni: Allegrini, lo storico marchio che da sempre promuove i signature wine della Valpolicella (e da qualche anno anche il Lugana) nel mondo; Allegrini Wine Distribution, il ramo nato dalla volontà di completare i vini del marchio storico con una serie di realtà produttive affini per filosofia e rispetto della tradizione e che comprende anche Corte Giara, brand istituito nel 1989 per volontà di Franco Allegrini per portare in tutto il mondo l’eccellenza enologica veneta con un ottimo rapporto qualità-prezzo; infine, Tenuta Merigo, il nuovo centro produttivo in corso di realizzazione, dedicato anche all’accoglienza enoturistica.

Una produzione di 2,3 milioni di bottiglie

Allegrini-Valpolicella

I numeri aiutano a mettere a fuoco il valore di un’azienda: nel 2023 il giro d’affari di Allegrini Wines è stato di 21,25 milioni di euro, per una produzione complessiva di circa 2,3 milioni di bottiglie. La commercializzazione è avvenuta in circa 90 nazioni e l’export (che rappresenta il 60% del fatturato) ha fatto registrare quest’anno un incremento del 3% a valore rispetto allo stesso periodo del 2023.

Il patrimonio vitivinicolo di Allegrini Wines comprende oltre 150 ettari (105 di proprietà e 45 in affitto) che si sviluppano prevalentemente nell’area della Valpolicella Classica, ma anche in Lugana e Soave. Per Corte Giara, nello specifico, si registra un’espansione anche in Valpolicella Orientale ed Est Veronese.

Il tempo resta un valore fondamentale per la famiglia Allegrini, ed è per questo che è stato aggiunto un anno in più in cantina per l’Amarone, oltre a prolungare l’affinamento di La Poja e Fieramonte, posticipando la release a marzo-febbraio 2025 (sei mesi in più) a discapito delle vendite nell’immediato.

I numeri del primo semestre

È ancora prematuro fare un bilancio della nuova governance, ma i numeri del primo semestre sono confortanti. Confrontando i dati 2023-2024 a valore si segnalano performance molto significative per le referenze Palazzo della Torre (+16%), Lugana (+5,82%) e Valpolicella Classico (+4%).

Importante anche la voce relativa agli investimenti: dall’inizio del 2024 sono stati investiti oltre 200mila euro per aumentare il parco vitato con nuovi vigneti, mentre sono previsti 20 milioni per lo sviluppo della nuova cantina Tenuta Merigo (nome della nonna paterna), che verrà completata nel 2027, per raggiungere l’obiettivo dei 15mila ospiti all’anno, con un’incidenza sul fatturato almeno del 10%.

La struttura manageriale di Allegrini

Il nuovo corso di Allegrini è quindi rappresentato anche da una struttura manageriale che vede Francesco nei panni di amministratore delegato, incaricato di gestire gli aspetti istituzionali ed esecutivi, Giovanni con un ruolo attivo nei processi produttivi, vigilando sulla qualità dei prodotti affinché non venga meno la loro coerenza con lo stile aziendale, supervisionando ricerca e sviluppo e svolgendo un ruolo di brand ambassador, e Matteo in qualità di coordinatore export, che cura i rapporti con l’estero attraverso viaggi di rappresentanza in tutto il mondo per promuovere l’azienda come eccellenza italiana.

Silvia, infine, è la responsabile delle comunicazioni esterne e si occupa del coordinamento delle partnership strategiche (Guggenheim Intrapresae, Altagamma, Comitato Leonardo, Comitato Grandi Cru e Famiglie Storiche). “L’introduzione di questa nuova organizzazione ci consente ora di concentrarci sul lavoro che stiamo effettuando sul prodotto, per dimostrare come il nuovo corso di Allegrini sia legato alla sua storia attraverso la qualità”, commenta Francesco.

L’attenzione per la sostenibilità

Il prossimo, fondamentale passo è rappresentato dal bilancio di sostenibilità, ulteriore tassello che va ad aggiungersi a quanto fatto in quest’ambito, già certificato da Equalitas nel 2017: azioni concrete per un’azienda che si proietta nel futuro con attenzione al tema.

“Continuità e identità andranno a braccetto, in un cambiamento voluto per essere al passo con i tempi, crescendo gradualmente e in maniera consapevole, rispettando i valori trasmessi da nostro padre, che continueranno a rappresentare le fondamenta di Allegrini”, dice Francesco.

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