Articolo tratto dal numero di febbraio 2021 di Forbes Italia. Abbonati!
Se c’è una cosa che la pandemia da coronavirus ha evidenziato, pur con tutta la sua drammaticità, è quanto la digitalizzazione possa essere un potente alleato per le aziende. Questo è tanto più vero nel settore bancario dove l’innovazione ha trovato nuovo slancio permettendo a banche e istituti di accelerare il processo di trasformazione digitale. Secondo una recente analisi internazionale condotta dal Centro per la finanza alternativa dell’Università di Cambridge, dalla World Bank e dal World Economic Forum, il Covid-19 non ha fermato il mondo del fintech che ha registrato tassi di crescita anche in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo. A fare la parte del leone soprattutto il mercato della sicurezza e dello scambio dati, oltre a quello dei servizi di pagamenti digitali e per il risparmio.
All’interno di questo dinamico panorama si inserisce l’offerta di Deposit Solutions, un unicorno in continua crescita che opera nel settore dei depositi bancari. La sua tecnologia proprietaria di open banking fornisce un’infrastruttura per il mercato globale dei depositi, che vale 50mila miliardi di dollari, a beneficio di banche e risparmiatori. Deposit Solutions, fondata nel 2011 ad Amburgo da Tim Sievers, collega già più di 200 banche di oltre 20 Paesi in due continenti. Collegandosi alla piattaforma, le banche partner possono offrire ai propri clienti prodotti di deposito di banche terze, anch’esse partner. Tutto passando per un unico conto bancario.
“Siamo partner e abilitatori per le banche: le aiutiamo a sfruttare al meglio il loro business dei depositi”, dice Sievers, che è anche membro del Comitato fintech del ministero federale delle Finanze e del Comitato per i progetti di digital banking dell’Associazione delle banche tedesche. “La nostra piattaforma rappresenta una soluzione plug-in grazie alla quale le banche possono raccogliere depositi da clienti di altri istituti e offrire ai loro clienti prodotti di deposito di terze parti, rimanendo l’unico detentore del rapporto col cliente”. La piattaforma, insomma, può essere utilizzata da tutti gli operatori del mercato per migliorare l’accesso alla raccolta dei depositi. Allo stesso tempo sta reinventando completamente l’esperienza del cliente in una categoria di prodotto importante come quella dei depositi a risparmio.
Prima del lancio della startup, ricorda Sievers, il mercato dei depositi non funzionava bene per nessuno degli interlocutori principali. Le banche che volevano finanziarsi con i depositi al dettaglio dovevano creare, gestire e mantenere un’infrastruttura retail propria. Ed erano spesso confinate ai loro mercati nazionali. Le banche focalizzate sullo sviluppo della relazione con i propri clienti, invece, erano limitate al proprio portfolio prodotti con la conseguenza che spesso li perdevano nel momento in cui questi si orientavano su altri istituti con tassi d’interesse migliori. E i risparmiatori, dal canto loro, erano costretti ad aprire un nuovo conto per ogni banca di cui volevano utilizzare un prodotto di deposito. “Tutto questo ha portato a un’incredibile duplicazione a livello infrastrutturale. Un esempio? Se cinque risparmiatori utilizzavano prodotti di deposito di cinque banche diverse, bisognava aprire e gestire ben 25 conti bancari, poiché ogni banca duplicava lo stesso processo per ogni risparmiatore”. È qui che è entrata in gioco la creazione di Sievers. “Con noi come aggregatore, bastano solo cinque conti bancari. Tramite il loro conto bancario, colleghiamo i risparmiatori direttamente alle numerose altre banche che offrono prodotti di deposito. E il risparmiatore utilizza questi prodotti senza aprire un conto nuovo”. Una convenienza per tutti: per i risparmiatori che vogliono le offerte di deposito della loro banca, per le istituzioni che li assistono e per le banche che vogliono diversificare la propria raccolta.
Un servizio presente anche in Italia, dove Deposit Solutions offre alle banche quello che si chiama deposits-as-a-service. “Ciò significa che, collegandosi alla nostra piattaforma, le banche italiane possono accedere direttamente ai risparmiatori di altri Paesi europei come la Germania, che ha un mercato dei depositi molto ampio e unico nel suo genere, per raccogliere depositi retail, che rappresentano una fonte di finanziamento di fondamentale importanza per le banche”. La startup sta già collaborando con diversi istituti del nostro Paese, come Banca Sistema o Banca Popolare di Fondi. “Contiamo di accrescere ulteriormente il numero di partner”, confessa Sievers.
A conferma della bontà dell’idea, uno stuolo di investitori si sono uniti col tempo a Deposit Solutions, come Vitruvian Partners, Top Tier Capital Partners, Greycroft, FinLab, Kinnevik, l’angel investor Stefan Wiskemann, oltre a un mostro sacro come Peter Thiel, co-fondatore di PayPal e tra i primi a scommettere su Facebook. Non da ultima Deutsche Bank che, a settembre del 2019, è diventa azionista acquisendo una partecipazione del 4,9% nella società. “Abbiamo avuto cicli di finanziamento nel 2019 e nel 2018 e siamo quindi ben finanziati per tutte le iniziative di crescita previste dalla nostra roadmap. Una futura quotazione in Borsa? Al momento non ci sono piani specifici”, confessa Sievers.
Per i prossimi mesi, semmai, il focus è consolidare la presenza in Europa, lanciare la piattaforma in Spagna e nel Regno Unito. E, soprattutto conquistare l’America. “La nostra missione è rendere l’open banking uno standard di settore nella categoria dei depositi. Per raggiungere questo obiettivo, vogliamo collegare ancora più banche alla nostra piattaforma sia dal lato distribuzione che dal lato raccolta, ed espanderci in più Paesi. Abbiamo appena lanciato la nostra piattaforma negli Stati Uniti, che è un gran passo avanti per noi. Il mercato dei depositi statunitense è ancora più grande di quello europeo, e fino al nostro arrivo non c’era una soluzione come la nostra sul mercato”.
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