Uno dei temi più discussi degli ultimi anni riguarda il ruolo di Facebook nel panorama internazionale, tanto sul piano politico – si è discusso a lungo sulle più che presunte interferenze straniere nelle elezioni presidenziali americane – quanto su quello mediatico: “E se Facebook diventasse un editore?”, si chiedono da anni analisti e addetti ai lavori del settore. In realtà qualcosa di molto simile è già successo: la società di Mark Zuckerberg ha presentato Grow, un progetto a metà tra l’iniziativa editoriale e un programma di marketing riservato a un pubblico ristretto ed esclusivo di business leaders.
La stessa Facebook, spiegando cosa sarà Grow – che comprenderà anche un trimestrale cartaceo destinato a un pubblico di uomini d’affari, e un evento a cadenza annuale – precisa che “attraverso eventi e contenuti multi-piattaforma, [Grow vuole] far crescere imprese, network e prospettive puntando i riflettori su compagnie e trend che stanno sfidando lo status quo”. Grow avrà presto un suo sito, e si servirà di “un mix di media digitali, tra cui Facebook, Instagram e LinkedIn” per portare avanti il suo compito.
Menlo Park evita di usare parole come “magazine” per descrivere la sua nuova avventura, ma Grow verrà diffuso in una selezione di lounge aeroportuali e ferroviarie, con l’obiettivo dichiarato di coinvolgere la business community nei suoi sforzi di marketing, e nei prossimi mesi svelerà un podcast in partnership con Vanity Fair. Per scopo e portata, Grow non può certo considerarsi una testata tradizionale – da Facebook hanno già fatto sapere che non venderanno pubblicità, e che l’unico fine sono “le comunicazioni di marketing”: la società non è certo la prima a creare il suo magazine – ma è pur sempre un primo passo in una direzione discussa e temuta.
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