Articolo tratto dal numero di maggio 2021 di Forbes Italia. Abbonati!
È tempo di scegliere la polizza auto più adeguata, senza limitare i propri criteri di decisione solamente al prezzo. È da qui che entra in azione l’app Pinguando, un assistente virtuale che facilita l’incontro tra assicurati ed intermediari. Una piattaforma digitale, ma che punta a creare un legame duraturo tra cliente e agente assicurativo. Roberto Allevi, fondatore e ceo della startup, ha raccontato lo spirito della sua iniziativa imprenditoriale e i suoi obiettivi.
L’assicurazione auto è un onere a cui ogni automobilista non può sfuggire. Come è cambiato il mercato e dove sta andando?
Finora la comunicazione ha puntato tutto sul prezzo. È giunto il momento che il mercato corregga il tiro per spiegare che le polizze non sono tutte uguali. L’obiettivo è riportare l’utente verso una riflessione prima dell’acquisto della polizza. Anche l’Ivass, l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, vuole un utente informato in merito a come e dove acquistare la polizza. Stiamo vivendo un momento particolare, di svolta. L’automobilista è attento al prezzo e poco ai contenuti; per questo, a volte, si lancia in acquisti sconsiderati esponendosi alle frodi online. Ivass chiude una media di 200 siti truffa all’anno non riconducibili a intermediari autorizzati, specchietti per le allodole che spacciano polizze contraffate. Il messaggio che vogliamo veicolare è esattamente questo: riportare al centro l’acquisto consapevole e adeguato.
Come si fa a trasformare un onere obbligatorio in una customer journey, ossia un viaggio che ciascun consumatore intraprende dal primo contatto con l’azienda?
In fondo è la nostra sfida, ovvero ripartire da un’educazione al rischio. Il mondo assicurativo è in generale percepito come un dovere scomodo da assolvere frettolosamente; in realtà sono tematiche importanti della vita quotidiana, che necessitano l’assistenza di un esperto. Si parte dall’auto perché sicuramente è l’argomento più vissuto dall’utente. La customer journey per Pinguando consiste nel parlare con il cliente di rischio, di garanzia, di livello di copertura, facendolo divertire con un personaggio animato e proiettandolo in un percorso interattivo e di gaming.
Offline, online, e poi c’è Pinguando: quali sono le differenze fondamentali della soluzione che proponete?
Il mondo assicurativo online è un’esperienza che ha portato più svantaggi rispetto ai vantaggi. La formula su cui puntiamo è l’OnLife, cioè un’esperienza digitale supportata da una umana. Paradossalmente la disintermediazione digitale ha ottenuto di riportare al centro gli intermediari tradizionali, perché ha dimostrato al mercato che il ‘fai da te’ assicurativo, tutto digitale, in realtà apre a molti scenari complessi, addirittura negativi per il consumatore. La tecnologia va messa al servizio della relazione professionale con un intermediario. Diciamo sì al digital, all’innovazione, purché guidino verso un agente assicurativo. Posso divertirmi con un’app, ma quando costruisco un contratto o sottoscrivo una proposta assicurativa, ho bisogno di un parere competente. Pinguando unisce il bello del digitale alla competenza della relazione professionale.
Che preparazione viene richiesta agli intermediari che sfruttano questa piattaforma?
Sono già preparati. Quando parliamo di compagnie operanti in Italia, abbiamo agenti assicurativi estremamente professionali, ma spesso vittime di una comunicazione che ha voluto sminuirli al punto di essere considerati superflui. Le compagnie hanno fatto un percorso di preparazione che ha permesso agli agenti di sviluppare le competenze necessarie per diventare nostro partner ed entrare così nel mercato digitale.
Come funziona l’app?
Scatto una foto alla targa della mia macchina, rispondo a pochissime domande e l’applicazione comincia a fare un percorso di valutazione delle opportunità che il mercato offre. Si fa garante perché ha la competenza, la tecnologia e le risorse per selezionare l’intermediario più adeguato a soddisfare l’esigenza per ciascun veicolo, tipologia di rischio e cliente. Identifica l’agente assicurativo in base a un criterio di geolocalizzazione, quindi di prossimità, perché vogliamo incentivare le relazioni interpersonali attraverso la vicinanza. Un altro elemento distintivo è che per noi il rapporto con il cliente non finisce nel momento in cui contrae la polizza o paga il premio, ma inizia proprio in quel momento perché da lì in poi potrà avere bisogno di quella polizza. La nostra intenzione è far sì che ci sia una relazione durevole con un professionista, così il cliente può coinvolgerlo ogni volta che ne ha bisogno.
Mi dia dei numeri: dove siete e a cosa puntate?
In questo momento siamo pienamente in fase di startup. L’app è presente negli store, ma stiamo iniziando adesso il vero lancio sul mercato. In questi mesi abbiamo iniziato a sottoscrivere le prime partnership, a raccogliere le prime adesioni di imprese e di reti. Abbiamo un piano che prevede il primo checkpoint nel 2024, dove ci poniamo l’obiettivo di aver generato produttività per circa 200 milioni di euro di premi.
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