Articolo tratto dal numero di giugno 2021 di Forbes Italia. Abbonati!
In un contesto in cui la pandemia ha riscritto diversi aspetti delle nostre vite, anche le modalità di acquisto sono andate incontro a una rapida trasformazione. I pagamenti digitali nel 2020, secondo l’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, hanno superato la soglia dei 5,2 miliardi di euro di transazioni; ed è sempre più diffusa, soprattutto tra i consumatori più giovani, la volontà di usufruire dei servizi di rateizzazione. Soprattutto se a breve termine e poco impegnativo, composto da tre rate senza interessi. Che è proprio quello che prevede il nuovo sistema di pagamento per acquistare beni e servizi su piattaforme di e-commerce o in negozi convenzionati realizzato da Scalapay, la fintech italiana fondata nel 2019 da Simone Mancini e Johnny Mitrevski, rispettivamente ceo e cto, che ha conquistato in meno di due anni un posto nel mercato europeo del cosiddetto ‘Buy now, pay later’. “La nostra idea”, dice Mancini, “era quella di creare un servizio che permettesse di dilazionare il pagamento, alleggerendo l’impatto della spesa sul budget mensile del consumatore finale, ma in tempi brevi. La formula delle tre rate ci sono parse subito un buon compromesso: gli acquirenti, terminando di pagare in dopo soli due mesi, si sono da subito mostrati maggiormente propensi ad acquistare di più e più frequentemente”.
Ma come funziona? Il meccanismo è molto semplice. Un’ipotetica spesa da 150 euro viene spalmata in tre tranche da 50 euro l’una, dando la possibilità al cliente, in modo totalmente gratuito, di pagare la prima rata al momento dell’acquisto, la seconda dopo un mese e la terza dopo due mesi. Il tutto senza interessi. In tale processo, al venditore viene garantito immediatamente l’intero importo della transazione, a fronte di una commissione. “Quando abbiamo cominciato con Scalapay, i merchant si mostravano scettici nel credere che i clienti avrebbero rateizzato un acquisto da 50 o 100 euro. Inizialmente è stata una vera sfida educare e convincere il mercato a una novità il cui potenziale, ai tempi, non era stato compreso appieno. Il punto di svolta è arrivato durante il primo anno di attività, quando l’incremento dei volumi di vendita delle aziende partner hanno iniziato ad aumentare significativamente e in tempi molto brevi, convincendo tantissimi merchant a integrare il nostro sistema”.
Avendo a riferimento due target ben precisi, i merchant e i consumatori finali, il business di Scalapay ha un duplice obiettivo: da una parte permettere ai primi di aumentare il proprio scontrino medio e le proprie conversioni, acquisendo al contempo nuovi clienti o incentivando quelli attuali a comprare di più. Dall’altra, aumentare il potere di acquisto dei secondi, evitando un impatto troppo elevato sul loro budget mensile e permettendogli di fare un acquisto piacevole. “L’aumento del potere d’acquisto dei consumatori finali, conduce a una crescita dello scontrino medio pari al 48%. Alleggerendo l’impatto dell’acquisto sul budget del cliente finale, l’utilizzo di Scalapay comporta anche un aumento sostanziale della conversione per i brand partner e a una diminuzione dei tassi di abbandono del carrello. Inoltre, più del 65% degli utenti della piattaforma riacquista entro tre mesi. Il tutto senza alcun rischio per i merchant che ricevono immediatamente da Scalapay l’intero importo del pagamento dovuto dal cliente finale. Il quale, tra l’altro, riceve un reminder prima della scadenza di ogni rata, in modo tale da poter monitorare le proprie spese in maniera ordinata e puntuale”.
Cresciuta a livello organico e geografico più del 100% in sei mesi, arrivando a contare un team di 90 persone, Scalapay oggi è presente in Italia, Francia, Germania, Irlanda e Australia, paese in cui hanno lavorato per sette anni i due fondatori. Vanta la collaborazione con oltre 1.500 brand, attraverso una presenza online e in-store che conta più di quattromila negozi fisici, e la fiducia di centinaia di migliaia di utenti che utilizzano il servizio grazie, soprattutto, a un 2020 chiuso all’insegna di un aumento esponenziale e significativo in entrambi i target. “Per quanto riguarda i merchant, l’incremento è stato dettato sia dalla pandemia, che ha forzato molti retailer a focalizzarsi maggiormente sull’online, sia dalle prime partnership con grandi player commerciali del calibro di Decathlon, Calzedonia e Bata, che hanno portato le altre aziende a scorgere l’effettivo potenziale di questo strumento e a interessarsi di Scalapay al punto di decidere di adottarci come metodo di pagamento. Dal lato degli utenti, invece, in un periodo di incertezza economica e di reclusione forzata, Scalapay è stato visto come un mezzo per regalarsi piaceri legati all’acquisto dei propri prodotti preferiti, utile per gestire e alleggerire le proprie spese”.
Per i prossimi mesi, l’obiettivo principale di Scalapay è quello di conquistare tutta l’Europa, in modo da accontentare le richieste dei propri merchant, estendendo il servizio in tutti i mercati in cui operano. “Lato piattaforma è già tutto predisposto e quindi siamo pronti a procedere Paese per Paese. A supportare questo processo, cruciale sarà il contributo di PingKi Houang che da aprile 2021 è in Scalapay nelle vesti di general manager. La sua vasta esperienza in ruoli dirigenziali e strategici in startup e in grandi aziende come Pixmania, Showroomprivé e FashionCube, aiuterà a guidare Scalapay nella crescita futura”, conclude Mancini.
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