Un italiano partito per l’Australia e ritornato con in mano una fintech che permette ai merchant di poter proporre ai clienti un pagamento in tre rate e senza interessi. Il suo nome è Simone Mancini, co-fondatore e ceo di Scalapay, che negli studi di Forbes Leader ha parlato della sua azienda e dei progetti di sviluppo tra internazionalizzazione e assunzioni: basti pensare che a oggi la società conta 120 collaboratori ed entro la fine dell’anno intende raggiungere le 200-250 persone. A inizio 2021 la startup ha ottenuto la bellezza di 40 milioni di euro di finanziamenti. Nel suo portafoglio clienti conta nomi come Decathlon, Calzedonia e Bata.
Mancini ha co-fondato Scalapay nel 2019, a Milano. “In Australia sia io che l’altro fondatore avevamo collaborato con altri progetti e avevamo constatato quanto fosse difficile fare il retailer online a causa di tutte le problematiche che ci sono. Abbiamo notato, però, che il pagamento dilazionato aveva un forte impatto sulle iniziative online. Così abbiamo pensato di lanciare questo metodo in Europa, perché non era ancora tanto sviluppato e vedevamo opportunità di crescita in posti come Italia, Francia e Germania”.
Gli effetti per i venditori che adottano Scalapay, fa sapere la stessa società, sono “un incremento medio del carrello e della conversione, ovvero le persone che frequentano il negozio online e poi acquistano, del 50-60% e addirittura in negozio anche nel 200% solamente con il dilazionamento dei pagamenti”.
Nel corso dell’intervista il manager ha detto che i prodotti più acquistati attraverso il loro servizio sono tutti piacevoli: dalla moda, ai prodotti per la casa per arrivare a prodotti per bambini e articoli sportivi. “In Italia siamo leader di questo mercato, ma siamo sulla base delle richieste dei nostri merchant abbiamo aperto in Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Finlandia, Belgio, Irlanda e Portogallo”.
Per il futuro, Scalapay punta a fare investimenti per migliorare l’esperienza d’acquisto dei propri utenti, aspetto che permette di aumentare il tasso di conversione: “Su Amazon in media acquistano 10 persone su 100 che visitano il sito, mentre l’e-commerce medio in Italia ha un tasso di conversione del 2-3%. Noi vogliamo lavorare per migliorarlo, dando supporto ai nostri merchant, supportando i clienti negli acquisiti e aprendo più mercati possibili”.
Di questo e di altri temi si è parlato nell’intervista a Forbes Leader che si può trovare qui di seguito.
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