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L’azienda che ha inventato una tecnologia per ridurre i tempi di validazione dei farmaci

Articolo tratto dal numero di luglio 2021 di Forbes Italia. Abbonati!

“L’irrisolvibile, risolto” è il suo motto. Dal 1946 negli Stati Uniti e dal 1973 in Italia, Pall Corporation ha spinto avanti i limiti della scienza e della tecnologia per risolvere le sfide complesse dei sistemi di filtrazione, separazione e purificazione con l’obiettivo di soddisfare le esigenze dei suoi clienti nel mondo. Tutto è nato appena dopo la seconda guerra mondiale dall’intuizione di David Pall, uno scienziato canadese che ha condotto una serie di ricerche sui sistemi di filtrazione fino a brevettare una nuova tipologia di filtro, questa volta metallico a differenza dei precedenti composti prevalentemente da carta, in grado di gestire forti pressioni, alte temperature, materiali corrosivi e viscosità dei fluidi con cui sarebbe entrato in contatto.

Dalle sue prime applicazioni nell’aviazione civile e poi nel settore industriale, Pall Corporation ha fatto della ricerca e sviluppo un punto cardine della sua strategia, facendo virare il suo impegno per l’innovazione e la sostenibilità anche verso altri comparti: da uno prettamente industriale a uno sempre più votato al biotech, al farmaceutico e alla diagnostica, intrecciandosi con la storia personale dello stesso Pall che, dopo la morte della moglie Josephine a causa dell’anemia aplastica, inventò dei filtri per purificare il sangue usato nelle trasfusioni, rendendo la procedura più sicura e proteggendo i pazienti da virus e altri agenti patogeni. 

Attraverso una serie di acquisizioni l’azienda è cresciuta negli anni indirizzando i suoi interessi verso settori più funzionali ai suoi obiettivi: fino al 2015 Pall è stata indipendente a livello globale e quotata alla Borsa di New York, mentre nell’agosto dello stesso anno è stata acquisita da Danaher, multinazionale americana con circa 60mila dipendenti nel mondo e attiva nel settore delle tecnologie applicate in campo medicale, delle tecnologie industriali e della componentistica.

Con i suoi 100 dipendenti specializzati e un fatturato di oltre 95 milioni di dollari nel 2020, cresciuto dell’8% negli ultimi tre anni, la filiale italiana di Pall presenta un portafoglio molto diversificato, gestendo tutte le linee di business del gruppo: dal biotech, al medical, dal food and beverage, all’aerospaziale, passando per prodotti chimici, produzioni industriali, microelettronica, oil and gas ed energia. È il settore life science quello più consistente e che, da solo, genera il 64% del fatturato, trainato nell’ultimo anno soprattutto dalla pandemia. Il trend si mantiene positivo, con una crescita di quasi il 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma sono le persone, clienti e dipendenti, al centro dell’azienda. “Vogliamo aiutare a migliorare la vita della gente.

La caratteristica di Pall è da sempre quella di avere una forte connotazione tecnica volta alla risoluzione dei problemi. Tutta la nostra struttura commerciale è costituita da persone con un background specializzato in grado di affiancare il cliente, di interagire con lui e di supportarlo in tutte le fasi della linea di produzione da sviluppare insieme”, dice il ceo Mario Pozzi. L’occhio attento alla responsabilità sociale di impresa ha portato Pall a collaudare la single use technology, tecnologia monouso identificata con la piattaforma Allegro utilizzata nei mercati innovativi e oggi soprattutto per quanto riguarda la produzione di vaccini: questa tecnologia permette di ridurre i tempi di messa a punto di un farmaco, di creazione di un nuovo stabilimento produttivo e di produzione dei dispositivi più celere a fronte di una crescente domanda, che ha poi dato impulso a nuovi investimenti. Quelli più importanti hanno riguardato l’espansione della capacità produttiva di Pall Corporation per un totale di circa 114 milioni di dollari destinati a sette impianti di produzione già esistenti tra gli Stati Uniti e l’Europa e a uno di nuova costruzione nello stato americano della Carolina del Sud. Insieme a questo, l’azienda ha guardato a Oriente, siglando una joint venture per l’acquisizione di Austar Lifesciences, una società con base a Hong Kong che fornisce soluzioni single use nel settore farmaceutico, con l’intenzione di aumentare la sua capacità produttiva per fare fronte alle esigenze di mercato.

“L’azienda è attenta a come cambia il mondo e la single use technology è un metodo di produzione farmaceutico e biotecnologico più sostenibile dei metodi classici: la riduzione dell’impatto ambientale è pari al 30%, secondo recenti report di settore, perché implica la riduzione del footprint, dell’energia necessaria per gestirlo e delle enormi porzioni di acqua e prodotti chimici che dovrebbero essere usati nella pulizia di impianti e attrezzature. Mi sembra che anche il blocco culturale sull’implementazione della tecnologia si stia riducendo e questo andrà a vantaggio di una maggiore sostenibilità e attenzione all’ambiente”, spiega Claudia Gagliardini, senior business development manager di Pall per l’area Emea. 

Persone, qualità, etica e regolamentazione sono i valori che spingono l’azienda a migliorarsi negli angoli del mondo in cui è presente. A decidere gli investimenti, i settori e le linee di business è il quartier generale di Washington Dc, ma anche la filiale italiana si trova spesso a essere presa, per gli standard molto elevati e l’attenzione alle normative locali e interne, come riferimento nel mercato quando si tratta di investire o sviluppare nuove tecnologie. E questa volta è un contributo che dal nostro Paese va verso il resto del mondo. “In Italia siamo sempre stati un bel gruppo, pur con le sue diversità, ma con un forte equilibrio tra donne e uomini. Ho ricoperto ruoli in cui si doveva viaggiare spesso, ma mai da donna mi sono sentita limitata in quello che volevo essere professionalmente. Questo continuo miglioramento mi ispira, è un costante cambiamento ed è quello che ci mantiene vivi. Non si tratta di fare business fine a se stesso, ma di provare a dare soluzioni diverse, ma sempre innovative”, conclude Antonella Dolfini, sales manager della divisione biotech. Come suggerisce Pall, è sempre l’innovazione a definire il nostro futuro.

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