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I migliori manager di Google hanno queste 10 qualità

Logo di Google a una conferenza a Berlino.

Zack Friedman per Forbes.com

Si chiama Project Oxygen. A partire dal 2008, i ricercatori di Google volevano capire cosa rende grande un manager a Google. Ecco cosa hanno scoperto.

Project Oxygen

Google ha cercato di identificare i tratti comuni tra i suoi manager con i rendimenti più alti. Sulla base di ricerche interne, Google ha poi applicato le scoperte ai suoi programmi di sviluppo manageriale. Nel corso del tempo, ha trovato che pubblicizzando e formando i manager su questi principi chiave, sono stati registrati miglioramenti nel team sul piano dei volumi di affari, della soddisfazione e delle prestazioni.

Mentre Google è cresciuto e si è evoluto, ha anche fatto tesoro del feedback dei dipendenti e perfezionato i comportamenti che aiutano a essere un manager di successo.

Le 10 caratteristiche di un manager di successo

Di seguito, i comportamenti che fanno un ottimo manager a Google:

1. È un buon coach

I grandi manager non sono semplicemente grandi artisti. Investono il tempo e l’energia per istruire gli altri. Condividono le migliori pratiche in modo che i loro team possano crescere.

2. Dà potere alla sua squadra e non controlla in modo eccessivo

La parola chiave è “delegare”. Che cosa stai facendo per responsabilizzare gli altri membri del tuo team, e anche al di fuori di esso in azienda? La supervisione eccessiva è uno dei grandi errori dei manager deboli. Dai spazio alla tua squadra. Sii flessibile. A volte, devi solo toglierti di mezzo: a nessuno piace un manager che controlla tutto.

3. Crea un ambiente di team inclusivo, orientato al successo e al benessere

Sii inclusivo. Occupati del tuo gruppo e rendilo parte degli obiettivi. Crea un ambiente in cui chiunque può porre una domanda, sperimentare e proporre una nuova idea.

4. È produttivo e orientato ai risultati

I risultati contano, ma è necessario creare una cultura in cui tutti possano trovarsi a loro agio, per poi produrre gli obiettivi desiderati. Mostra al tuo team come ottenere i risultati che desideri. Non limitarti a fissare degli obiettivi e poi aspettarti i risultati.

5. È un buon comunicatore: ascolta e condivide le informazioni

Troppi manager non hanno successo perché non riescono a comunicare. La comunicazione non può essere top-down né unidirezionale. È essenziale dimostrare di essere un buon ascoltatore: investi il tuo tempo ascoltando i tuoi collaboratori.

6. Supporta gli avanzamenti di carriera e discute le prestazioni

Non concentrarti su ciò che gli altri possono fare per te. Concentrati su ciò che tu puoi fare per loro: e su come puoi lavorare per raggiungere gli obiettivi, tuoi e dell’azienda. Le prospettive di carriera sono essenziali: dai alla tua squadra gli strumenti di cui ha bisogno per crescere. Il feedback (positivo e costruttivo) è importante: assicurati di non sbagliare.

7. Ha una visione/strategia chiara per il suo gruppo

Se il manager non ha una visione e una strategia chiara, chi lavora con lui può progredire? Il capo imposta, getta le basi e traccia la direzione che il team deve seguire.

8. Ha competenze tecniche fondamentali per dare consigli al team

La sostanza conta. I manager non “fanno i capi” quando diventano manager: al contrario, diventano molto più impegnati. Non solo puoi contribuire a risultati migliori, ma puoi anche ottenere credibilità coi collaboratori quando dimostri la tua competenza tecnica.

9. Collabora con tutti gli altri reparti di Google

Il tuo settore non è un’isola. Devi collaborare con tutta l’azienda. La tua esperienza può servire a qualcuno in un altro gruppo, che a sua volta può avere abilità che possono avvantaggiare te. Più persone condividono il loro sapere (e saper fare), più la società cresce. La collaborazione porta a meravigliose sinergie.

10. Ha potere decisionale

L’analisi è utile. La strategia è importante. I test di scenario forniscono attenzione. Tuttavia, non vi è alcun rimpiazzo nel potere decisionale. Puoi dedicare tempo illimitato all’analisi, alla strategia e ai test di scenario. È l’azione che conta.

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