Under 30

L’under 30 che investe nelle più promettenti startup del biotech e della salute

Articolo tratto dal numero di gennaio 2022 di Forbes Italia. Abbonati!

Il primo giorno di lavoro in Italian Angels for Growth, il più grande gruppo di business angels in Italia, qualcuno gli disse di essere ambizioso. Quel giorno Alessandro Petrich decise che avrebbe provato a essere tra i migliori venture capitalist italiani grazie alle best practice mondiali e dando il suo contributo per far decollare questo settore anche nel nostro paese. “C’è chi sogna di lanciare una startup, la mia ambizione invece è lanciare un fondo d’investimento”, dice. “Per farlo sto studiando molto perché la strada è veramente lunga e difficile”.

Alessandro, che oggi lavora come investment manager per la Fondazione Enea Tech e Biomedical, è un amante di tutto quello che riguarda l’innovazione. Da bambino voleva fare l’inventore. Ancora oggi, sulla sua scrivania, tra i libri di venture capital e startup, conserva una vecchia agenda dove annotava le sue creazioni: robot, macchine volanti, oggetti intelligenti e chi più ne ha più ne metta. La sua passione più grande però sono i viaggi e infatti nel 2018 ha trascorso un mese in Cina e l’anno successivo in India. Viaggi scomodi, quelli con zaino in spalla e mezzi locali, “perché viviamo tutto l’anno nella comodità e almeno le vacanze devono essere vissute on the road”, racconta.

Di solito, quando viaggia non pensa al lavoro a meno che non capiti qualcosa che suscita la sua curiosità. “In Cina, ad esempio, anche nei villaggi rurali più sperduti, qualsiasi bancarella o ambulante offriva la possibilità di pagare con Alipay o WeChat”. Tra un viaggio e l’altro, Alessandro, nel suo lavoro, promuove il trasferimento tecnologico italiano investendo in tecnologie dirompenti nel biotech e nelle healthcare technologies. “La mia attività è molto variegata e va dalla ricerca delle idee più promettenti alla decisione di investimento, fino al portfolio management e al supporto delle startup partecipate”.

Il mondo delle startup Alessandro lo ha approcciato per la prima volta durante la laurea in Management of innovation alla Luiss Guido Carli. Poi un’esperienza di quattro mesi a Startup Rio, l’incubatore di Rio De Janeiro, nato con l’obiettivo di trasformare la città in un hub internazionale per la tecnologia digitale. “Ricordo il professore di entrepreneurship che alla prima lezione ci disse: ‘oggi sarà come iniettarvi un virus. Ad alcuni di voi non succederà niente, altri invece non potranno più fare a meno dell’innovazione’. Ed eccomi qua”. Alessandro ha poi proseguito la sua carriera in Italia, prima in Italian Angels for Growth e poi, dopo aver lanciato nel 2015 a Roma Startup Grind, la più grande community mondiale di Google for Startups, in P101 Ventures dove è entrato a far parte del team di investimento.

“P101 è una società di venture capital focalizzata sugli investimenti in fase iniziale nel settore digitale. Era la mia seconda esperienza lavorativa in Italia e sono stato accolto come una mascotte. Tutto il team ci ha sempre tenuto a trasmettermi le proprie conoscenze, a farmi crescere e a indicarmi quale fosse la strada giusta da intraprendere”. Nel 2018, dopo due anni nella famiglia PwC, lavorando per l’area corporate finance dedicata a startup ed emerging companies, è diventato open innovation manager di LVenture group, un venture capital seed quotato sulla Borsa italiana e riconosciuto come il più attivo nell’Europa meridionale. Ma quanto è competitivo questo mondo? “Molto, soprattutto se guardiamo alla velocità a cui viaggiano gli altri paesi. Le nostre startup si trovano spesso in difficoltà quando devono competere con player supportati da ecosistemi dell’innovazione meglio strutturati e più permeabili alle nuove tendenze tecnologiche”. Per fortuna, conclude Alessandro, qualcosa si sta muovendo anche in Italia grazie a nuovi meccanismi che facilitano gli investimenti e le acquisizioni di startup.

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