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Il green non conosce crisi: in forte aumento la richiesta di professionisti della Blue economy

Crescono del 50% le richieste di professionisti green. È questo il dato che emerge da un’indagine condotta da Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato. Da dieci anni ormai si sente parlare di Blue Economy, un modello di economia a livello globale che mira alla creazione di un ecosistema sostenibile, che ben si differenzia dalla nota Green Economy.

L’obiettivo dell’economia blu – sviluppata dall’imprenditore Gunter Pauli – non è di investire di più nella tutela dell’ambiente ma, grazie alle innovazioni in tutti i settori dell’economia che utilizzano sostanze già presenti in natura, di effettuare minori investimenti, creare più posti di lavoro e ottenere un ricavo maggiore.

Un nuovo tipo di professionista

“La Blue Economy”, spiega Joelle Gallesi, managing director di Hunters Group, “può essere considerata un’evoluzione della green economy. E ha un obiettivo preciso: arrivare a zero emissioni di Co2. Questo si traduce anche in un aumento del 50% di richieste, da parte delle aziende, di professionisti che abbiano notevoli competenze tecniche, ma anche dimostrino anche grande attenzione alla sostenibilità. Non per tutti questi profili esistono al momento scuole di formazione specifiche, ma da una nostra analisi emerge un quadro molto chiaro. Tra pochi anni vi sarà uno sviluppo sempre maggiore di queste nuove tipologie di profili che, già in questo momento, hanno grandi opportunità professionali”.

Quello del green jobs, infatti, è un settore in costante crescita negli ultimi 3 anni. Nel 2018 c’erano 3 milioni e 100mila operatori in questo settore, con un tasso di crescita del 20% in meno di 2 anni. Oggi, i lavoratori verdi rappresentano il 15% degli occupati complessivi. La domanda di green jobs è in costante crescita: 520.000 risorse solo nel 2019.

“In Italia i green jobs sono caratterizzati da un elevato livello dei titoli di studio richiesti: in un caso su tre (35,2%) si richiede infatti un livello d’istruzione universitario. Dai professionisti verdi le imprese si aspettano non solo formazione più elevata, ma anche un’esperienza specifica in quell’ambito. Resta sempre molto complesso il processo di reperimento e di on-boarding di queste figure per circa il 40% delle imprese che lamentano difficoltà a identificare ed assumere il profilo giusto”.

Joelle Gallesi, managing director di Hunters Group

Le retribuzioni

Le retribuzioni per questi professionisti sono molto interessanti, poiché si collocano tra i 40.000 e i 60.000 euro. Nella maggior parte dei casi operano all’interno di contesti aziendali di medie e grandi dimensioni, sia in Italia che all’estero. La ricerca di questi profili è particolarmente concentrata nelle regioni del centro-nord Italia, in particolare Lombardia ed Emilia Romagna.

Da segnalare il segmento economico legato all’idrogeno. Il carburante del futuro sarà protagonista anche in termini di occupazione. “Il nostro Paese potrebbe diventare il punto di riferimento per tutta la catena dell’idrogeno: dalla produzione al trasporto, dalla logistica alla distribuzione, dallo storage al consumo. E questo si traduce anche nell’aumento di richieste di professionisti altamente specializzati”. Non mancano, dunque, le opportunità per project manager, responsabili sviluppo nuovi progetti, R&D.

Le opportunità dalla digitalizzazione dell’energia

Un altro aspetto importante è legato alla digitalizzazione dell’energia che richiede sempre più professionisti. Digitalizzare l’energia significa applicare una tecnologia intelligente in grado di massimizzare l’efficienza degli impianti. Un’attività non banale, che richiede notevoli competenze di analisi dei dati. Ecco perché i data scientist e data engineer sono tra le figure professionali più importanti (e più cercate) per le società energetiche.

Si tratta di professionisti altamente preparati, capaci di leggere e interpretare i dati, ma anche di sviluppare strategie di sviluppo del business e di nuovi prodotti o servizi. A livello accademico, si chiedono: lauree in statistica, in scienze dell’informazione, in matematica o in informatica. Molto importante, inoltre, una adeguata esperienza aziendale.

“Un’altra figura interessante sul mercato green è infine quella dell’esperto in gestione energetica, un professionista che opera solitamente all’interno di società di ingegneria o aziende che decidano di sviluppare progetti di transizione energetica importanti. Spesso lavora per una pluralità di clienti industriali con l’obiettivo di gestire l’energia in modo razionale per ottimizzare l’efficienza, riducendo consumi e sprechi. Il percorso formativo parte da una laurea in Ingegneria energetica o affini e prevede un esame abilitativo”.

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