La maggior parte del patrimonio dell’amministratore delegato della compagnia petrolifera statale Rosneft è collegato a superyacht che sono stati congelati o sequestrati dalle autorità occidentali.
I media russi lo chiamano “Darth Vader”. I diplomatici statunitensi a Mosca lo definiscono “l’eminenza grigia del Cremlino”, a causa della sua influenza dietro le quinte. Si parla di Igor Sechin, il 61enne amministratore delegato del gigante petrolifero statale Rosneft, a lungo considerato il secondo in comando non ufficiale di Vladimir Putin.
L’incrollabile lealtà verso Putin negli ultimi vent’anni ha reso Sechin molto ricco. Quanto? È difficile dirlo con precisione, poiché la sua fortuna è opaca quasi come quella di Putin. Tanto che non ne esiste alcuna traccia cartacea, al di là delle azioni della Rosneft, quotata in borsa. Sulla base dei registri pubblici, dei resoconti dei media russi e delle valutazioni degli yacht fornite da VesselsValue, in ogni caso, Forbes stima che Sechin abbia un patrimonio di almeno 800 milioni di dollari. O almeno, quella era la cifra fino al 28 febbraio, quando sono arrivate le sanzioni dell’Unione europea.
Tra i beni di maggiore valore di Sechin ci sono due yacht tra i più preziosi al mondo. Uno è Crescent, un’imbarcazione di 135 metri, che vale 511 milioni di dollari e ha due piattaforme di atterraggio per elicotteri – una delle quali è un hangar a scomparsa – più un cinema, un salone di bellezza e una piscina. L’altro si chiama Amore Vero, è lungo 85 metri e vale 134 milioni milioni di dollari. Originariamente chiamato St. Princess Olga (in onore della seconda ex moglie, Olga Sechina, da cui Sechin ha divorziato nel 2017), ha una piscina che si trasforma in una piattaforma per elicotteri. A marzo, entrambi gli yacht sono stati congelati e sequestrati, Crescent in Spagna e Amore Vero in Francia. Non è chiaro se Sechin possieda Crescent direttamente o tramite una persona a lui vicina, ma VesselsValue ha identificato Sechin come il proprietario effettivo dello yacht, come del resto hanno fatto una fonte della polizia spagnola citata da Reuters e una fonte del settore degli yacht che ha parlato con Forbes.
Sechin e i suoi figli, Ivan (sanzionato dagli Stati Uniti il 24 febbraio), Inga e Varvara, inoltre, pare possiedano immobili nell’esclusivo sobborgo moscovita di Rublyovka. Secondo un rapporto del giornale russo Vedomosti, Sechin ha iniziato a costruire una casa su più di tre ettari di terreno a Rublyovka nel 2014, e i suoi figli hanno acquistato più di 33mila metri quadrati di terreno adiacente l’anno successivo. Gli immobili sono stati acquistati per un totale di 110 milioni di dollari secondo Vedomosti, che è stato citato in giudizio da Sechin per intrusione nella sua “vita privata” per via dell’articolo sugli acquisti, pubblicato nel luglio 2016. Un tribunale russo ha costretto il giornale, quattro mesi dopo, a rimuovere l’articolo per aver violato la privacy di Sechin. L’immobile probabilmente vale quasi 100 milioni di dollari di oggi, tenendo conto del calo del rublo. Sechin possiede anche una piccola quota – meno dell’1% – di Rosneft, per un valore di circa 77 milioni.
Sechin ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni per questo articolo. Dopo avere ricevuto domande dettagliate sulla fortuna di Sechin e sulla sua ascesa al potere, Rosneft ha risposto invece che ogni commento è inutile, perché “sarebbe come commentare i deliri di un pazzo. L’intero contenuto dell’articolo è costituito da fantasie e illusioni, ciascuna completamente isolata dall’altra, prive di ogni contatto con la realtà, nonché da presunzioni fuori dal mondo unite a un odio parossistico. Gli autori dell’articolo soffrono chiaramente di diverse fobie da molto tempo”.
Come ha fatto Sechin a diventare così ricco? Una teoria è che abbia attinto dai considerevoli flussi di cassa di Rosneft. L’azienda, che è il secondo produttore di petrolio al mondo, aveva più di 20 miliardi di dollari di liquidità nel 2020 e 12 miliardi di dollari nel 2021.
“[Sechin] ha il controllo effettivo dei flussi di cassa di Rosneft da circa 20 anni”, afferma Vladimir Milov, un politico ed economista dell’opposizione russa, che è stato viceministro dell’Energia nel 2002. “Rosneft è di gran lunga il più grande generatore di liquidità in Russia. Quando sei nella posizione di dettare dove vanno quei soldi, puoi dirigere certi flussi in questa o quella direzione”.
Un’altra teoria è che Sechin prenda una percentuale sui proventi dalle reti di scambio di energia di Rosneft, che mediano la vendita e il trasporto di petrolio a livello internazionale. “Rosneft è fortemente coinvolta nelle reti commerciali internazionali”, afferma Milov. “Questo è uno dei modi in cui è abbastanza facile, per Sechin, arricchirsi personalmente. Sono piuttosto sicuro che tutti coloro che partecipano ad accordi redditizi con Rosneft siano obbligati a ‘stornare’ una certa percentuale dei loro guadagni”.
“Ci sono quattro modi per fare soldi [se sei un oligarca]”, afferma Anders Åslund, economista svedese che, all’inizio degli anni ’90, assieme a Jeffrey Sachs è stato consigliere dell’allora presidente, Boris Eltsin, sulle riforme del mercato. “Uno è smembrare e depredare ogni asset. Il più comune è quello delle tangenti sugli appalti pubblici. Il terzo è manipolare il mercato azionario. Il quarto è quello dei prestiti presi e non rimborsati. Sechin, probabilmente, li ha usati un po’ tutti”.
A differenza di altri oligarchi amici di lunga data di Putin, come il suo ex compagno di judo Arkady Rotenberg e il magnate dei media Yuri Kovalchuk, Sechin non sembra essere stato premiato con una significativa quota in alcuna attività. “Sechin è un servo di Putin,” sostiene Åslund.
Questo si capisce dalle scarse dimensioni della sua partecipazione in Rosneft. “Si comporta non tanto come un oligarca moderno, che si arricchisce e controlla i suoi beni, ma più come un dittatore sovietico del passato, che usa semplicemente le cose che appartengono all’azienda per i suoi bisogni personali”, dice Milov.
L’ascesa di Sechin è iniziata a San Pietroburgo, dove sono nati e cresciuti sia lui che Putin. Sechin si è laureato all’Università statale di Leningrado nel 1984, con una laurea in francese e portoghese e un dottorato in economia. In seguito ha lavorato come interprete sovietico in Angola e Mozambico durante le guerre civili degli anni ’80.
Sechin è poi tornato in Russia nel 1988, per lavorare come consulente per il commercio estero per l’amministrazione della città di San Pietroburgo. Il suo periodo nell’amministrazione si è sovrapposto con quello di Putin, entrato a far parte del gruppo del sindaco Anatoly Sobchak come consulente per gli affari internazionali nel 1991. Quando Putin saliva di grado, così faceva Sechin. Entrambi si sono trasferiti a Mosca nel 1996 per lavorare nell’ufficio dell’allora presidente, Boris Eltsin. Alla fine degli anni ’90, mentre Putin era il direttore del servizio di sicurezza federale, erede del Kgb, Sechin ha ricoperto varie posizioni di alto livello nell’amministrazione Eltsin. Quando Putin ha assunto la presidenza, nel 1999, ha nominato Sechin vice capo della sua amministrazione.
“In ognuno dei lavori di Putin, mentre Putin saliva nella gerarchia, Sechin era lì”, dice Thane Gustafson, professore a Georgetown Law ed esperto di energia russa. “Sechin faceva la guardia all’ufficio di Putin e lo aiutava a gestire i suoi affari.”
Sechin irruppe nel mondo degli affari nel febbraio 2003, quando collaborò con il presidente di Rosneft, Sergey Bogdanchikov, a un accordo da 623 milioni di dollari per rilevare Severnaya Neft, una compagnia petrolifera con campi di estrazione nel nord della Russia. Fu una mossa insolita per la Rosneft, azienda di proprietà dello Stato, rimasta con risorse di bassa qualità dopo che i migliori giacimenti petroliferi russi erano stati conquistati dagli oligarchi negli anni ’90. Era la prima volta che un’azienda statale russa acquisiva una società privata.
“Fu la prima volta che Sechin apparve sulla scena. Prima di allora era stato un tecnocrate piuttosto flessibile”, dice Milov. “La sua ascesa è stata molto improvvisa e assolutamente inaspettata”.
In un incontro con Putin trasmesso in televisione nello stesso mese, il magnate del petrolio Mikhail Khodorkovsky, allora l’uomo più ricco della Russia, con un patrimonio di 15 miliardi di dollari, litigò con il presidente. Accusò il Cremlino di corruzione e manifestò il suo malcontento per l’accordo di Severnaya Neft. Si rivelò una brutta mossa. Sette mesi dopo, Khodorkovsky fu arrestato con un’accusa di frode fiscale ed evasione, che lo portò a perdere il controllo della sua compagnia petrolifera, Yukos, allora uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo. Fu poi condannato e trascorse un decennio in prigione, prima di essere rilasciato nel 2013. Sechin venne nominato presidente del consiglio di amministrazione di Rosneft nel luglio del 2003, pur rimanendo vice capo del personale di Putin.
Con Khodorkovsky in prigione, Sechin fece la sua mossa nel dicembre 2003, quando Rosneft acquisì la filiale principale di Yukos, Yuganskneftegaz, per 9,4 miliardi di dollari: circa la metà della sua valutazione all’epoca. Nel 2005 Yukos fece causa a Rosneft per 11 miliardi di dollari, ma fallì l’anno successivo. La maggior parte dei suoi beni residui vennero rilevati da Rosneft a basso prezzo nel 2007.
La battaglia legale si è trascinata per un decennio e si è svolta in sette paesi, inclusi gli Stati Uniti, la Russia e il Regno Unito. Rosneft, alla fine, ha raggiunto un accordo con gli azionisti di Yukos nel 2015. Khodorkovsky ha dichiarato al Sunday Times nel 2008 che le cause contro di lui “sono state messe in piedi da Igor Sechin” per “saccheggiare Yukos”. Sechin ha stretti legami con Vladimir Ustinov, il procuratore generale che ha orchestrato l’assalto a Yukos: la figlia di Sechin, Inga, è sposata con il figlio di Ustinov, Dmitry.
Nel maggio 2012, Sechin ha lasciato la carica di vice primo ministro di Putin ed è diventato amministratore delegato di Rosneft. Sette mesi dopo, la compagnia ha acquistato il gigante del petrolio russo Tnk-Bp per 55 miliardi di dollari. L’accordo ha portato enormi cifre nelle tasche di almeno una mezza dozzina di oligarchi che erano investitori in Tnk-Bp, tra cui Mikhail Fridman, Viktor Vekselberg e Leonard Blavatnik. Inoltre Bp ottenne una partecipazione del 19,75% in Rosneft, che possiede ancora oggi, anche se la società ha annunciato il 27 febbraio che avrebbe “ceduto la sua quota”. (Tra i potenziali acquirenti ci sono le compagnie petrolifere statali di Cina, India e Qatar, e persino la stessa Rosneft.)
Man mano che le risorse di Rosneft crescevano, cresceva anche la capacità di spesa di Sechin, che nel 2012 ha acquistato St. Princess Olga, consegnato nel 2013. Lo stesso anno ha acquistato Crescent, ma la costruzione dell’enorme superyacht ha richiesto cinque anni. Nel 2014 e nel 2015 ha speso 110 milioni di dollari per la sua proprietà fuori Mosca.
Sechin di certo non ha guadagnato abbastanza soldi con il suo lavoro per finanziare acquisti così sontuosi. Nel 2013 guadagnava 50 milioni di dollari, fatto che lo rendeva l’amministratore delegato più pagato del Paese, secondo Forbes Russia. Sechin, notoriamente litigioso, ha citato in giudizio Forbes Russia per diffamazione nel maggio 2014 e, tre mesi dopo, un tribunale ha stabilito che l’articolo dovesse essere eliminato, perché dava una “immagine negativa” di Sechin. L’unica volta che Rosneft ha divulgato pubblicamente dati sul compenso di Sechin è stato nel 2015, un mese dopo che Putin ha detto, nel programma annuale in cui risponde a domande dei cittadini russi, che i capi delle aziende di proprietà dello Stato dovrebbero rendere note le loro entrate. All’epoca, Forbes Russia stimava che Sechin avesse guadagnato 17,5 milioni di dollari nel 2014.
Nei mesi e negli anni seguenti sono arrivati altri accordi redditizi. Rosneft ha pagato 5,2 miliardi di dollari nel 2016 per una quota di maggioranza nel produttore di petrolio Bashneft, acquistandolo dal governo russo. Lo Stato aveva sequestrato la società al miliardario russo Vladimir Yevtushenkov nell’ottobre 2014, dopo che l’imprenditore stato arrestato con un’accusa di riciclaggio di denaro legata proprio all’acquisizione di Bashneft. (Fu rilasciato a dicembre e le accuse furono successivamente ritirate).
Secondo Khodorkovsky, Sechin era la mente dietro l’espropriazione di Bashneft, che ha seguito una sceneggiatura simile all’approccio usato contro Yukos. “Questo è lo stesso Igor [Sechin], che in 11 anni non è certo diventato più intelligente e potrebbe essere diventato ancora più avido”, ha detto al quotidiano russo Vedomosti nel 2014. Al momento della pubblicazione di questo articolo, Khodorkovsky non ha risposto a una richiesta di commento di Forbes.
L’autostrada finanziaria che collega Sechin e Putin corre in entrambe le direzioni. Rosneft ha contribuito alla costruzione del “Palazzo di Putin”, un’opulenta tenuta di più di 17.500 metri quadrati vicino alla località turistica di Gelendzhik, sulla costa del Mar Nero. Secondo le sanzioni dell’Ue, “Rosneft è stata coinvolta nel finanziamento dei vigneti del complesso del palazzo vicino a Gelendzhik, che si ritiene venga utilizzato personalmente dal presidente Putin”. Un’indagine del 2021 della Fondazione anticorruzione del politico russo di opposizione Alexei Navalny ha affermato che Putin possiede la villa, la cui costruzione è costata circa un miliardo di dollari. Putin ha negato. L’oligarca Arkady Rotenberg, amico d’infanzia del presidente, dice di essere il proprietario.
Per quanto riguarda la sua ricchezza personale, Sechin è stato sanzionato per la prima volta dagli Stati Uniti nel 2014, dopo l’annessione russa della Crimea. Ma solo nel marzo 2022, alcune settimane dopo le sanzioni Ue, le autorità di Francia e Spagna hanno preso di mira i suoi due superyacht.
Il primo colpo è arrivato il 3 marzo, quando la polizia di frontiera francese ha formalmente sequestrato Amore Vero nel porto di La Ciotat, sulla Costa Azzurra. Il comunicato stampa che annunciava il sequestro identificava Sechin come il proprietario effettivo dello yacht. Due settimane dopo, il 16 marzo, le autorità spagnole hanno congelato Crescent a Tarragona, circa 100 km a sud di Barcellona, mentre lavoravano per confermare la proprietà dello yacht.
La proprietà della maggior parte degli yacht degli oligarchi è gestita attraverso complesse catene di holding offshore, e Sechin non fa differenza: Crescent è di Densiarly Enterprises Ltd/Trident Trust Co delle Isole Cayman, mentre Amore Vero è registrato a nome di Kazimo Trade & Invest Ltd, che ha sede nelle Isole Vergini Britanniche.
Entrambe le navi sono gestite da Imperial Yachts, società con sede a Monaco che una fonte del settore chiama “quelli che gestiscono gli yacht per Putin”. Un portavoce di Imperial ha detto a Forbes che Sechin non è il proprietario effettivo di Crescent o di Amore Vero, ma ha confermato che l’azienda ha gestito Amore Vero dal 2018, quando è stato “acquistato dal suo attuale proprietario”. (Né Forbes né VesselsValue hanno potuto trovare alcuna prova che Amore Vero sia stato venduto nel 2018 o che la proprietà sia stata trasferita).
“[Imperial] è l’operazione più segreta del settore a causa dei suoi legami con i potenti della Russia”, ha detto la fonte del settore degli yacht a Forbes. “Se sei nella cerchia ristretta di Putin, compri tramite Imperial.” Imperial ha anche costruito Scheherazade, 140 metri di lunghezza e 700 milioni di dollari di valutazione, recentemente collegato a Vladimir Putin dalla Fondazione anti-corruzione di Navalny. Un portavoce di Imperial ha dichiarato a Forbes che la società era responsabile della costruzione di Scheherazade, ma che attualmente non gestisce lo yacht. “Imperial Yachts non ha clienti che siano individui o entità sanzionati”, hanno aggiunto.
È stato ipotizzato che Sechin controlli risorse attraverso persone a lui vicine. Tra queste c’è il suo predecessore Eduard Khudainatov, amministratore delegato di Rosneft quando Sechin era vice primo ministro di Putin. Dopo un breve periodo come vicepresidente, Khudainatov ha lasciato Rosneft nel 2013 per lanciare la sua compagnia petrolifera, la Independent Oil Company. “Molte persone considerano Khudainatov come uno dei portafogli di Sechin”, dice Milov.
Secondo VesselsValue, Khudainatov è il proprietario dello yacht da 105 metri Amadea, valutato 245 milioni di dollari e registrato nelle Isole Cayman, detenuto da Millemarin Investments Ltd. Amadea è gestito da Imperial. Khudainatov è stato collegato anche a Scheherazade, perché considerato un possibile prestanome di Putin. Amadea è attualmente ormeggiato a Lautoka, nelle Fiji, dove è soggetto a un ordine restrittivo che gli impedisce di lasciare il Paese, in attesa di un mandato di sequestro da parte degli Stati Uniti.
Sebbene Sechin non possa più accedere ai suoi superyacht, è ancora il proprietario di Crescent e Amore Vero. “Non c’è un vero trasferimento di proprietà” quando uno yacht viene congelato o sequestrato, afferma Benjamin Maltby, partner dello studio legale londinese Keystone Law, specializzato in superyacht.
Nonostante le sanzioni, Sechin sembra aver trovato un modo per continuare a pagare la manutenzione di Amore Vero presso i cantieri navali di La Ciotat, dove l’imbarcazione è stata sequestrata durante le riparazioni. Alice Boisseau, responsabile delle comunicazioni di La Ciotat, ha detto a Forbes che La Ciotat sta “ricevendo i pagamenti come al solito” e che lo yacht è ancora ormeggiato presso il cantiere navale.
Ricevere pagamenti da Sechin, anche se instradati attraverso società offshore e terze parti, potrebbe essere una violazione delle sanzioni, secondo Maltby. Boisseau ha dichiarato a Forbes che “i cantieri navali La Ciotat manterranno il pieno rispetto delle sanzioni, sotto la supervisione della polizia di frontiera francese”. Un portavoce della dogana si è rifiutato di commentare.
Mentre si accumulano sanzioni e sequestri, Sechin sembra essersi rintanato in Russia, lontano dai suoi yacht di lusso. La sua ultima apparizione pubblica al di fuori del Paese è stata al forum economico di Verona a ottobre. Il giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina, ha partecipato a un incontro con Putin e altri uomini d’affari russi al Cremlino. A parte questo, è stato invisibile. Un business jet Boeing 737-700 registrato in Austria con il codice di registrazione Oe-Irf – che è gestito da Rosneft e che si dice sia stato utilizzato dagli amici di famiglia di Sechin per una vacanza alle Maldive nel 2016 – ha effettuato diversi voli tra Mosca e Francoforte, San Pietroburgo e Dubai nei due mesi prima della guerra. Il suo ultimo volo è stato l’8 febbraio, quando è volato da Mosca a Francoforte e ritorno nel giro di otto ore.
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