Articolo tratto dal numero di dicembre 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Come si evolverà il rapporto tra insurtech e assicurazione tradizionale in Italia nel 2023? È la domanda che si pone il mercato e da cui siamo partiti per un’analisi con Icg, Insurance Consulting Group, provider di piattaforme assicurative core, dal 1998 attivo nell’ambito dei sistemi di gestione end to end di polizze e sinistri.
Un punto di vista privilegiato, quello della società fondata dal presidente Gustavo Antongiovanni, che si pone a metà strada tra un’industry ben strutturata e fortemente normata e il mondo delle startup. “Le due facce di una stessa medaglia chiamata innovazione”, come ci racconta Natalia Antongiovanni, head of business development.
Icg ha informatizzato una buona parte dei carrier attivi sul mercato assicurativo italiano. Oggi come viene percepita l’innovazione dalle principali compagnie e dei grandi broker wholesale?
L’innovazione è una grande opportunità e come tale viene vissuta. Algoritmi e ocr intelligenti, dashboard e monitoraggio proattivo, task-flow manager e motori nbo sono tutti elementi benvoluti in questo momento, perché consentono di toccare con mano, nel breve periodo, una quantificabile riduzione dei costi di gestione, errori umani, doppie digitazioni, tempi di reperimento dei dati. Si tratta di moduli e soluzioni a sé stanti, la cui adozione non ha un impatto sulle strutture e sui sistemi esistenti, ma va piuttosto a eliminare colli di bottiglia, a creare dati più puliti, a rendere l’intero flusso operativo molto più efficiente, a livello di polizze e di sinistri.
Oggi esiste l’Italian insurtech association. Come si concilia questo nuovo modello tech con quello tradizionale?
L’insurtech è riuscito nella sfida in cui il modello tradizionale mancava da tempo, nonostante gli sforzi: mettere il cliente al centro del processo. Questo è particolarmente vero in fase di creazione del lead e di profilazione della proposta. Prendiamo ad esempio il modello Wefox. Un caso di indubbio successo che, importato in Italia, si è dovuto adeguare ad aspetti quali la normativa Card. In quel passaggio, l’insurtech company deve affidarsi a chi il mestiere lo mastica, ed è in quel momento che si apprezzano i sistemi coretech come i nostri, in grado di gestire end to end polizze e sinistri, garantendo totale automazione, performance e stabilità. L’associazione Iia, di cui siamo senior partner fin dalle prime mosse, sta facendo un enorme lavoro per avvicinare i due mondi, soprattutto in termini di investimenti e di formazione.
Torniamo su ottimizzazione e riduzione dei costi. Qual è l’impatto di una buona salute dei propri gestionali?
Tempi e costi possono essere ridotti fino a un 60% grazie a un’automazione intelligente, sinergica e integrata. Architetture event driven e logiche open, realizzate tramite Api, consentono di portare l’operatività degli utenti dell’ecosistema ad altissimi livelli di automazione, richiedendo l’intervento umano solo tramite task manager, dove le attività sono organizzate secondo priorità e Kpi. Un monitoraggio proattivo che consente di individuare e attuare le azioni migliorative in modo costante, in tempo reale. La governance di processo è uno dei temi caldi per chi vuole contenere o ridurre i costi di gestione e abilitare le proprie risorse verso attività a valore economico aggiunto. Ovviamente, quelle citate sono numeriche effettive su casi di adozione tout court di piattaforme evolute come Icg Policy e Icg Claims, ma il bello delle logiche
moderne è proprio la modularità e quindi la possibilità di modulare l’adozione del sistema e delle tecnologie di supporto in base ai bisogni del business. Aon, per esempio, ci ha voluti inizialmente solo per sostituire la loro vecchia soluzione Motor. Ora ha esteso il perimetro a tutto il ramo danni e li supportiamo anche nei progetti di internazionalizzazione. Difficile tornare indietro quando tocchi con mano i risultati e capisci la solidità e lo spessore di un fornitore.
Parlava di ecosistemi. Le assicurazioni evolveranno sempre di più verso modelli ecosistemici, sperando di posizionarsi al centro?
La strada è chiara e ben delineata. Icg ha la fortuna di essere partner di una delle prime realtà italiane di bancassurance e di diversi gruppi esteri che operano in Italia. Il modello bancassurance è indubbiamente il primo embrione di modello ecosistemico e le nostre piattaforme lo gestiscono da decenni. Poi sono arrivati i front end e i portali webapp dedicati, i Ws e le Api e tutto è diventato più semplice per noi. Oggi il numero di attori che operano su un ecosistema è sicuramente un dato rilevante: con Poste Assicura grazie a Claims coordiniamo l’operato di ben 24 Tpa diversi. Anche il numero di touchpoint che può avere il sistema è un dato di quanto debba essere affidabile e orchestrata la struttura sottostante. Con Le Assicurazioni di Roma, per esempio, raccogliamo sinistri dalle fonti più varie, compreso un portale dedicato ai residenti delle Capitale, per le denunce legate alle famose buche.
Quale sarà quindi l’evoluzione tra insurtech e compagnia tradizionale?
Credo che per noi sia significativo aver ricevuto, a distanza di pochi mesi, il premio Open innovation assegnato dal mondo insurtech e il premio come miglior provider tecnologico assegnato dagli esponenti dell’area tradizionale. Insurtech e coretech sono destinate a trovare modelli sinergici, riconoscendo le reciproche aree di eccellenza. Le startup possono avvicinare il cliente alle assicurazioni, educarlo sui suoi livelli di gestione del rischio, possono raccogliere e veicolare i bisogni assicurativi del mercato molto rapidamente, sono per tanti aspetti preziose. Da parte loro, le compagnie devono continuare ad assumere il rischio, garantire affidabilità e stabilità nel tempo senza rincorrere le curve e le bolle finanziare, senza necessariamente sovrapporsi. E noi siamo qui per accogliere entrambe le istanze.
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