Liliana Fratini Passi, direttore generale di Cbi.
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Come questa azienda sta semplificando i pagamenti digitali

articolo di Danilo D’Aleo apparso sul numero di gennaio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Il settore della finanza digitale sta attraversando un periodo di fermento e nuove sfide, amplificate dall’incertezza legata alla situazione geopolitica internazionale. Dall’ingresso di nuovi operatori e tecnologie e da un’ulteriore spinta innovativa anche in materia di regolamentazione.

In questo contesto Cbi, società partecipata da circa 400 banche e altri intermediari, da oltre 20 anni gioca un ruolo da protagonista. Sia implementando importanti progetti e servizi digitali di pagamento che gli intermediari offrono a imprese, cittadini e pubblica amministrazione, sia consolidando, anche a livello internazionale, la sua leadership nella costruzione di un ecosistema precompetitivo per l’innovazione dell’industria finanziaria. In particolare, in uno dei mercati più in rapida crescita economica e competitiva: quello dei pagamenti. Dove l’innovazione collaborativa può rappresentare la carta vincente per l’evoluzione del sistema bancario globale, dato che sono sempre di più gli operatori tradizionali che stanno studiando nuove modalità di partnership con fintech e con nuovi player, anche non bancari. Dato che questi ultimi sono più liberi da sistemi tecnologici preesistenti e, a volte, anche dalla necessità di garantire una compliance serrata a disposizioni normative dettagliate e articolate, per creare prodotti innovativi in grado di migliorare la user experience richiesta dalla clientela e la relazione diretta con essa.

“Stiamo lavorando per supportare la creazione di infrastrutture e servizi open e interoperabili a vantaggio di tutti i player di mercato, replicando l’esperienza di valore che anni fa ha caratterizzato e trasformato il mercato delle telco, per lasciare poi ai singoli operatori la possibilità di offrire servizi distintivi verso la clientela corporate e retail”, afferma Liliana Fratini Passi, direttore generale di Cbi.

Non è un caso, quindi, se in ambito open finance la società sta ampliando il numero di aderenti alla funzionalità attiva di Cbi Globe, la piattaforma che ha consentito a oltre 300 banche di rispondere ai requisiti richiesti della Psd2 e attraverso la quale l’intermediario può agire anche nel ruolo di terza parte, raggiungendo il 100% dei conti correnti italiani online e le principali piattaforme europee.

“Oltre a ciò, stiamo modellando nuovi servizi a valore aggiunto in logica open finance, come ad esempio Check Iban, Smart onboarding, name check e Database controllo fatture. Quest’ultimo è stato ammesso alla sandbox regolamentare istituita dal ministero delle Finanze e gestita in coordinamento con la Banca d’Italia, la Consob e l’Ivass, nonché sviluppando nuove partnership a livello internazionale, che aumentino il confine della reciprocità, raggiungibilità e standardizzazione”, evidenzia Fratini Passi. Ne è un esempio Check Iban cross-border, il servizio sviluppato dalla partnership con la società Surepay, che rappresenta il primo passo per futuri sviluppi congiunti di servizi transfrontalieri innovativi, perché consente di verificare la corretta associazione tra gli estremi del conto corrente e il codice fiscale o la partita Iva del titolare, anche ai clienti fuori dall’Italia, a partire da Olanda, Belgio e Germania, fino a raggiungere altri Paesi europei, tra cui Francia e Regno Unito. 

Sul fronte dei pagamenti digitali, la società invece sta rafforzando l’operatività del servizio Cbill, che consente già a oltre dieci milioni di cittadini la consultazione e il pagamento online di bollettini emessi da soggetti fatturatori, nonché gli avvisi di pagamento emessi dalla pubblica amministrazione. “Come affermò una volta Enzo Ferrari: ‘Il futuro è sempre nelle mani di chi sa anticiparlo’. È fondamentale, dunque, prevedere e realizzare le esigenze future attraverso una costante ricerca e innovazione e Cbi lavora in questa direzione”, conclude Fratini Passi.

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