Articolo tratto dal numero di luglio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Da quando nel 2017 ha fatto il suo ingresso nell’azienda del gruppo Jin Jiang International, Chema Basterrechea, global president e chief operating officer di Radisson Hotel Group, ha guardato al mercato italiano con un occhio strategico.
Insieme a Mario Vinci, vice president business development italiano, è infatti uno dei promotori del progetto di sviluppo Radisson Hotel Group in Italia, che si pone l’obiettivo di arrivare a 30 strutture entro il 2027 con investimenti nelle più importanti città d’arte. Sei anni fa si contavano solamente tre hotel sul territorio, mentre oggi, tra quelli già aperti e le strutture in calendario, si arriva a quasi 20 unità.
Radisson Hotel Group in Italia
“Avevo questa fissa di portare Radisson Hotel Group in Italia perché non era ancora presente”, racconta Basterrechea. “Per farlo, alla fine 2017 è stato presentato un piano di sviluppo che è rimasto invariato con il cambio degli azionisti del 2019. Con il mio arrivo, quello del ceo Federico González e il supporto di figure chiave già presenti in azienda, c’è stato un rafforzamento del management per creare un piano strategico a cinque anni e triplicare i risultati aziendali sia dal punto di vista economico, sia da quello del numero di strutture a livello globale.
Per metterlo in atto, lo abbiamo declinato in 27 iniziative, per massimizzare i ricavi a tutti i livelli. Nei primi due anni di applicazione, attraverso lavori di ristrutturazione per riposizionare alcune strutture, lo sviluppo di numerosi progetti, gli investimenti e la formazione di nuovi team, la compagnia ha registrato i suoi migliori risultati di sempre”.
LEGGI ANCHE: Alla scoperta della grande bellezza di Roma con un party esclusivo
Figure chiave nel modello di business di Radisson Hotel Group sono investitori e albergatori, che vengono supportati attraverso la gestione per conto terzi, con un modello basato su asset light (franchising e management contract) e location in affitto che rappresentano i flagship hotel della compagnia. Una struttura snella, che non prevede alberghi di proprietà e consente a Radisson Hotel Group di proporre le proprie competenze ai proprietari, i quali possono beneficiare di un’efficiente rete commerciale e di un piano di incentivazione per ottenere il più alto profitto possibile.
L’aspetto strategico
“La nostra è un’azienda alberghiera molto focalizzata sull’aspetto finanziario. Nel progetto di un hotel il sogno e la visione degli imprenditori devono essere supportati da un piano concreto e sostenibile: in questo, Radisson Hotel Group prende per mano l’albergatore, consigliando l’entità dell’investimento da mettere in campo, in relazione alle caratteristiche della struttura, alla sua posizione e al target potenziale.
Inoltre, individuiamo insieme il marchio da assegnare all’hotel, partendo da Radisson standard, passando per Radisson Red e Radisson Blu, fino ad arrivare al luxury lifestyle di Radisson Collection. Questo è utile per dare una visione concreta e creare le migliori condizioni di business, sia per il proprietario, sia per la nostra compagnia. Per esempio, se le camere della struttura sono molto piccole, consigliamo di aumentare i servizi e avere un Radisson Blu anziché uno standard, perché è possibile registrare più utili e avere al contempo un livello di soddisfazione più alto da parte dei clienti”.
Dalla costruzione alla ristrutturazione
Gli imprenditori arrivano alla compagnia attraverso i maggiori forum del real estate e società di consulenza immobiliare, presentando la propria idea di progetto, sia in caso di costruzione ex novo, sia in caso di ristrutturazione. Radisson Hotel Group si occupa di creare proiezioni sui ricavi e sulla redditività e, grazie alla struttura decisionale molto snella “che si può paragonare a quella di una startup”, resta molto flessibile e vede le figure chiave del management coinvolte direttamente su diversi progetti, per assicurare il raggiungimento degli obiettivi.
Il progetto Santa Sofia a Milano
“Il nostro dna ci consente di guardare l’attività nel suo complesso e di lasciare molta libertà ai proprietari in termini di stile. Ovviamente esistono standard che rendono riconoscibile Radisson Hotel Group, ma ogni struttura ha la propria identità, legata al luogo e al territorio dove è inserita. Non ci piace l’effetto catena.
Un esempio su tutti? Il nuovo progetto di Santa Sofia, appena inaugurato a Milano. Inserito nel palazzo anni ‘60 che ha ospitato la sede di Allianz Italia riprende, nell’architettura disegnata dallo Studio Marco Piva, dettagli che richiamano quel periodo storico, in armonia con il ritmo della facciata in tracheite veneta”.
L’hotel di lusso è il quarto in affitto sul territorio italiano per Radisson Hotel Group, situato in una posizione centrale, all’incrocio tra via Santa Sofia e corso Italia, e mostra concretamente agli investitori il valore aggiunto del brand, coinvolgendo i clienti in viaggio per piacere. Gli spazi comuni dedicati al co-working sono caratterizzati da pavimentazioni con motivi geometrici, mentre il Sofia Kitchen & Bar ha un design eclettico, con pezzi che richiamano diverse epoche della storia milanese.
Salendo sulla terrazza del settimo piano, si incontra il rooftop con Issei, ristorante nikkei, mentre al quarto piano un ulteriore spazio all’aperto ospita la piscina e un lounge bar per i mesi più caldi. Funzionalità e stile non tralasciano la sostenibilità, punto fondamentale del programma Hotel Sustainability Basics di Radisson, che ha guidato la ristrutturazione per ottenere la certificazione Leed livello oro.
“Un impegno con cui la compagnia ha ridotto del 30% le emissioni di CO2 su scala globale, puntando a una diminuzione di un ulteriore 30% entro il 2030: sensibilizzando i proprietari, i dipendenti e i clienti verso pratiche sostenibili, generiamo valore per la struttura e il gruppo di cui facciamo parte”.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .