Quali sono le realtà aziendali più inclusive in Italia? Great Place to Work Italia ha stilato la seconda edizione del ranking “Best Workplaces for Diversity, Equity & Inclusion”, dove al primo posto troviamo Bending Spoons, impresa lombarda del settore IT con sede a Milano che precede nel ranking American Express, organizzazione attiva nel settore dei servizi finanziari e assicurativi.
I criteri della classifica
Completa il podio Storeis, realtà veneta con sede a Padova che offre servizi professionali di consulenza in ambito e-commerce e omnichannel retail. Sono state selezionate tra le 20 migliori aziende italiane in cui i dipendenti, indipendentemente da caratteristiche personali, ruolo ricoperto e mansioni svolte, riconoscono di lavorare in un ambiente con un’eccellente cultura organizzativa: equità retributiva (+31%), riconoscimento di benefit particolari (+28%) e spinta nella ricerca dell’equilibrio tra lavoro e vita privata (+25%) sono i fattori chiave per ambienti di lavoro inclusivi.
I settori più rappresentati
A livello di settori quelli più rappresentati in classifica sono l’Information Technology (25%), i servizi professionali (20%) e quelli finanziari e assicurativi (15%). Analizzando invece la sede degli headquarter delle imprese più inclusive troviamo l’Italia ad occupare la metà del ranking con il 50%, seguita da Stati Uniti (35%) e Francia, Germania e Svizzera con il 5% ciascuno.
Come dimensioni, tra le Best Workplaces for DE&I, troviamo 6 grandi aziende con più di 500 collaboratori, altre 6 di media grandezza con un numero di dipendenti compreso tra 150 e 499 e infine 8 organizzazioni che hanno tra i 50 e i 149 dipendenti.
Il DE&I Index: l’indicatore di ambienti inclusivi
Alla base del ranking c’è il DE&I Index, un indicatore che misura quanto l’ambiente di lavoro e la cultura aziendale vengano percepiti come corretti e inclusivi da parte dei dipendenti, riguardo aspetti specifici della employee experience quali equità di trattamento, accessibilità e coinvolgimento da parte dei manager, assenza di discriminazioni basate su caratteristiche personali quali età e genere, ambiente inclusivo e accogliente, sicurezza psicologica garantita dall’azienda e possibilità di bilanciare vita personale e lavoro.
Qui i Best Workplaces DE&I, con un valore pari all’88%, fanno registrare un dato superiore del +22% rispetto alle altre aziende oggetto d’indagine ma non entrate in classifica (66%). Una differenza che emerge anche rispetto ad altri parametri quali il Trust Index (92% vs 74%, +18%), indice che esprime ciò che pensano i collaboratori dell’azienda e la dichiarazione di soddisfazione generale (95% vs 76%, +19%), direttamente collegata ad aspetti come il senso d’appartenenza e l’orgoglio dei dipendenti per il luogo di lavoro.
Il commento di Alessandro Zollo, ceo di Great Place to Work Italia
“Una cultura inclusiva sui luoghi di lavoro permette che i valori, le norme e le pratiche tipiche di un’organizzazione siano messe in discussione, tenendo in considerazione i bisogni di tutti e non solo quelli del gruppo principale”, dichiara Alessandro Zollo, ceo di Great Place to Work Italia.
Nelle aziende italiane più attente alla diversità e all’inclusione le persone sperimentano maggiori opportunità d’innovazione in termini di possibilità di dire la propria ed essere coinvolti nei cambiamenti e nello sviluppo di nuove idee e modalità di lavoro. Una maggiore diversità nella popolazione aziendale sembra favorire dunque innovazione e creatività, come testimonia la differenza di ben 17 punti percentuali tra le Best Workplaces for DE&I e le altre aziende non in classifica per quanto riguarda le opportunità d’innovazione”.
Il gap di genere in Italia
In Italia il gap di genere si declina in molte e differenti dimensioni, prima fra tutte quella del work-life balance e del lavoro di cura: gli impegni familiari gravano per oltre il 62% sulle donne lavoratrici. Non solo perché la maternità viene percepita dai più come un ostacolo sia allo svolgimento del lavoro sia alle possibilità di crescita professionale con quasi una donna su 5 che, come svelato dal Rapporto Plus 2022, smette di lavorare dopo la nascita di un figlio.
Un altro importante parametro riguarda la presenza femminile nel management aziendale: secondo i dati dell’Osservatorio 4.Manager su 17mila imprese italiane, solo il 28% dei manager sono donne e solo il 19% ha una qualifica dirigenziale.
Non si tratta solo del tema dell’eguaglianza negata, ma anche del mancato coinvolgimento di risorse produttive, con conseguenti e rilevanti perdite economiche. Tutti gli studi di settore testimoniano infatti come l’inclusione e le pari opportunità delle donne aumentino il benessere e la produttività aziendale, nella misura in cui il management attinge a tutte le migliori risorse di cui può disporre, senza lasciarne indietro nessuna.
Una partnership vincente per la parità di genere
Per questo motivo Great Place to Work Italia e la società partner Fiabilis Consulting Group Italia, punti di riferimento nel panorama della consulenza alle imprese, hanno siglato una partnership strategica per supportare le aziende nella costruzione di un piano strategico di miglioramento per la gestione della parità di genere valorizzando così al meglio l’esperienza lavorativa delle donne all’interno delle organizzazioni.
La Certificazione della parità di genere costituisce una diretta attuazione del PNRR, ha l’obiettivo d’incentivare e sostenere le imprese nell’implementazione di policy di promozione delle pari opportunità, volte a ridurre il divario di genere nelle aree di maggiore criticità. Attualmente, secondo i dati del portale governativo certificazione.pariopportunita.gov.it, sono 412 le aziende italiane che hanno ottenuto la certificazione della parità di genere da uno dei 34 enti certificatori.
“Accompagnare le aziende in un percorso di trasformazione”
“Il punto di forza del metodo di lavoro di Great Place to Work e Fiabilis è quello di fornire alle imprese, al contempo, strumenti accurati di raccolta e analisi dati, validati da oltre 40 anni d’esperienza sul campo, e attività di consulenza mirata”, spiega Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia. “In altre parole, accompagniamo le aziende in un percorso di reale crescita e trasformazione organizzativa, in un’ottica di miglioramento e di apprendimento continuo da quelle che sono le best company rispetto a tematiche quali la parità di genere e le dinamiche di Diversity, Equity & Inclusion, puntando così a far ottenere loro il riconoscimento di eccellenti luoghi di lavoro”.
Secondo Fernanda Peterson, ceo di Fiabilis Consulting Group Italia, “questo percorso è perfettamente compatibile e coerente con le linee guida definite dalla normativa di settore, per consentire alle imprese di misurare i propri sistemi di gestione secondo parametri identici a quelli utilizzati da altre organizzazioni della stessa industry e cluster dimensionale. Lavorando in sinergia con i consulenti di Great Place to Work, riusciamo così a valorizzare doppiamente l’impegno necessario a fare evolvere le strategie di miglioramento verso maggiori livelli di equità di genere”.
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