Novartis punta sull’Italia con investimenti per 350 milioni di euro entro il 2025. La scelta, spiegano dal colosso dell’healthcare, riflette il nuovo posizionamento strategico dell’azienda sul mercato è focalizzato interamente sui farmaci innovativi.
L’investimento copre il periodo 2023-2025 e serve a potenziare la capacità di innovazione scientifica in Italia, aumentando al contempo la capacità produttiva degli stabilimenti, a partire dai due poli di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, e di Ivrea.
Con 1,7 miliardi di fatturato realizzati nel 2022 (+3,5% rispetto al 2021), 7 sedi e 1.800 occupati, Novartis, oltre alla sede centrale di Milano, opera a Torre Annunziata, in Piemonte, Emilia-Romagna e Molise. “Gli investimenti annuali e costanti in ricerca e sviluppo”, si legge nel comunicato diffuso dall’azienda, “hanno permesso di essere l’azienda farmaceutica con il più alto numero di studi clinici in Italia, compresi quelli di Fase 1: più di 220”.
I due centri d’eccellenza
Le due sedi di Torre Annunziata e Colleretto Giacosa, oggi rappresentano dei punti di riferimento a livello globale per l’innovazione. L’insediamento di Torre Annunziata è in grado di produrre 140 milioni di confezioni in un anno, per 15 differenti tipologie di farmaco, destinate a 118 paesi. “I nuovi investimenti”, continua la nota, “avranno un impatto positivo sulla crescita dei volumi di produzione, con una stima che per il 2024 si attesta sugli 8,1 miliardi di compresse ed un obiettivo 2025 che prevede di raggiungere approssimativamente i 10 miliardi di compresse con la produzione di nuovi farmaci. Il tutto con un aumento anche della forza lavoro”.
Il polo di Colleretto Giacosa è noto per essere un centro di medicina nucleare di precisione in oncologia. La strategia dell’azienda è quella di rafforzare in modo significativo il polo piemontese, dato anche il ruolo di primaria importanza che esso ha assunto sui mercati globali. “Si calcola che”, conclude la nota, “nel 2022, oltre il 75% della produzione è stata destinata all’estero e che il nuovo investimento consentirà di aumentare la produzione di oltre il 20% e quindi la quota di fatturato generato dall’export dal 60 al 90%”.
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