Articolo apparso sul numero di febbraio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Un percorso integrato, tra innovazione e qualità clinica: è la mission di Upmc Italy, branch italiano dello University of Pittsburgh Medical Center, uno dei maggiori sistemi sanitari e assicurativi negli Stati Uniti, dove conta 40 ospedali, 800 ambulatori e 4.900 medici. Il gruppo è presente anche in Cina, Irlanda e Italia, con sedi a Roma, Palermo e Mirabella Eclano (Av).
Sabrina Grillo è direttore generale di Upmc Salvator Mundi International Hospital, il primo ospedale privato internazionale di Roma, dal 2019 parte del network Upmc. Ha un’esperienza di oltre 20 anni nella sanità privata. Forbes l’ha intervistata per comprendere le opportunità di una sinergia internazionale in contesto sanitario.
Quale sintesi state trovando tra l’esperienza americana e quella italiana in ambito sanitario?
L’integrazione è stata il vero punto di rilancio della clinica, a partire dagli investimenti strutturali, ad esempio con l’introduzione di pavimenti anti-caduta e di servizi di hôtellerie, l’attenzione all’innovazione tecnologica e l’implementazione di macchinari medici di ultima generazione, come Tac, mammografia e sistemi robotici per la chirurgia, fino alla formazione del personale. Questi elementi, in sinergia tra loro, hanno permesso alla clinica di competere con i principali concorrenti del territorio, a livello locale e nazionale. Nell’organizzazione abbiamo introdotto processi propri del sistema americano, come l’inserimento della clinical administrator on duty, figura infermieristica che prende in carico l’intero processo clinico del paziente, dagli aspetti sanitari a quelli assicurativi, e permette alla persona di rapportarsi con un unico interlocutore. Queste sono alcune delle sinergie che hanno permesso alla nostra struttura di distinguersi da molte altre.
Com’è cambiato l’approccio organizzativo dopo l’ingresso nella rete Upmc?
In tutti i centri Upmc il paziente è al centro del processo clinico e organizzativo. L’esperienza americana ha permesso di introdurre sistemi di valutazione e monitoraggio della qualità dei processi. Somministriamo a ogni paziente un questionario di valutazione di patient experience, al termine del percorso curativo o di ricovero. Questo documento viene acquisito dall’ufficio qualità. Parallelamente abbiamo introdotto sistemi di monitoraggio della employee experience, ovvero come il nostro personale vive il posto di lavoro. Ogni anno svolgiamo un sondaggio interno in cui chiediamo di esprimere un giudizio sui processi aziendali, ma anche sul proprio diretto superiore, invitando a condividere suggerimenti e proposte di miglioramento. Il sondaggio, inserito in una valutazione complessiva a livello internazionale, ci permette di migliorare standard e performance nelle aree più critiche. Questo approccio valorizza sia l’esperienza del paziente, sia quella del personale, ed è ancora assente in molte realtà sanitarie. Arriva dall’esperienza americana anche l’iniziativa in cui il personale, ogni anno, vota il collega in ambito clinico che più rispecchia sul lavoro i valori fondanti di Upmc. I vincitori possono volare a Pittsburgh per la premiazione, che si svolge con una serata di gala che coinvolge il personale internazionale di Upmc. Infine c’è l’aspetto della formazione e dell’attenzione all’ambito psicologico di pazienti e clinici. Tutte queste misure rendono Upmc un posto di lavoro che incentiva la vivacità e la volontà di collaborare.
Quali risultati avete raggiunto con queste politiche aziendali?
La clinica ha vissuto in passato una serie di criticità finanziarie che state superate anche rendendo più efficienti i processi. Il miglioramento delle performance finanziarie ci ha permesso di incrementare il budget di spesa, che è ciò che permette importanti investimenti. Un altro indicatore è quello dell’attrazione di medici e infermieri: ci sono tante persone che vogliono lavorare da noi. I nostri infermieri sono formati secondo standard Jci, una delle più importanti certificazioni di qualità sanitaria al mondo, e stiamo lavorando per l’accreditamento, attraverso il passaggio del riconoscimento dello standard di qualità Iso 9000.
Come vengono implementati i servizi di prevenzione e la medicina personalizzata?
Il tema della prevenzione mi sta molto a cuore, perché una prevenzione adeguata permette una migliore qualità della vita. Anche per questo ho creato un reparto dedicato, in sinergia con le compagnie assicurative. Poniamo particolare attenzione anche alla medicina di genere, che ritengo fondamentale. Proponiamo diversi servizi clinici su misura per la donna nelle varie fasi della vita.
Su quali aspetti della medicina di genere state lavorando?
Stiamo lavorando a servizi dedicati alla menopausa, promuovendo la qualità della vita della donna anche nella sfera sessuale. Laserterapia e metodi innovativi non chirurgici e non invasivi oggi permettono alla donna di vivere appieno la sua vita, anche in menopausa.
Quali sono i progetti futuri e gli obiettivi a lungo termine di Upmc Salvator Mundi International Hospital?
Upmc è un’eccellenza sanitaria e la sua mission è quella di portare le migliori cure sanitarie sempre più vicino al paziente. Continueremo a sviluppare processi che mettano al centro il paziente, con iter diagnostici e terapeutici integrati e che evitino condizioni di impasse. La nostra struttura ha diversi progetti, tra cui lo sviluppo di un centro urologico di eccellenza. Stiamo strutturando la nostra offerta clinica creando centri multidisciplinari, dove il paziente è seguito, dalla diagnosi alla cura e alla riabilitazione, da un team di esperti che lavora in sinergia. Continueremo a integrare esperienza americana e italiana per permettere anche ai nostri specialisti di beneficiare delle conoscenze dei colleghi che operano nelle nostre sedi internazionali, e in particolare negli Stati Uniti. Il futuro di Upmc in Italia è innovazione medica e gestionale, ricerca ed eccellenza sanitaria. Crediamo nel diritto costituzionale alla salute e per noi il paziente resterà sempre al centro.
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