Articolo tratto dal numero di maggio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Ridisegnare il paradigma del consumer finance grazie a competenze e soluzioni sviluppate per rispondere alle necessità degli utenti finali. È questa la mission di Ocs, società fondata nel 1984, che lavora al fianco dei clienti per guidarli attraverso la rivoluzione lendtech, abilitando insieme a loro nuovi modelli di credito al consumo grazie a soluzioni digitali modulari.
L’obiettivo di Ocs è accelerare l’innovazione, operando come digital lending hub di riferimento per istituzioni finanziarie europee e globali e facendo da ponte tra il traditional e il new banking. Ocs permette, infatti, alle banche tradizionali di essere più competitive, accompagnandole lungo il percorso di trasformazione digitale, dotandole di nuove funzionalità e progettando soluzioni modulari end-to-end, cost effective e tecnologicamente all’avanguardia.
“Il lendtech”, ha spiegato Gianni Camisa, ceo di Ocs, “nel nostro linguaggio è una specializzazione del mondo fintech che descrive l’ambito delle soluzioni o delle tecnologie per ottimizzare i processi di erogazione di prestiti da parte degli istituti finanziari. Si tratta di un termine che abbiamo coniato noi per descrivere un segmento molto specifico all’interno del mondo delle istituzioni finanziarie, che copre però una fetta di mercato rappresentata da milioni di persone”.
Come opera Ocs? “Le nostre soluzioni facilitano anche i prestiti per le pmi, le società unipersonali, anche se la componente consumer è certamente quella prevalente”, ha proseguito Camisa. “Talvolta capita di operare anche per le piccole o piccolissime imprese”. Una storia che prosegue da 40 anni. “Negli anni”, ha aggiunto il ceo, “la nostra proposta si è evoluta moltissimo, anticipando anche il cambiamento nell’offerta dei nostri clienti. Abbiamo seguito, per esempio, le trasformazioni del mercato dell’e-commerce, sviluppando in parallelo offerte finanziarie e di prestito specificatamente progettate per gli acquisti online”. Con che risultati? “Più del 50% delle transazioni finanziarie italiane del mondo del credito al consumo viaggiano sulle nostre piattaforme e una larghissima parte degli operatori del mercato ha adottato almeno una delle nostre soluzioni”.
La società ha sviluppato un piano di crescita ed espansione internazionale che oggi le garantisce una forte presenza in Italia, Spagna e Messico e ha attirato l’attenzione dei Fondi Apax, che a dicembre 2023 hanno completato l’acquisizione di Ocs da Charme Capital Partners, oltre che di Finwave dal gruppo Lutech. Questa doppia operazione ha creato uno dei principali player in Europa nel settore del software finanziario.
“Il nuovo gruppo – composto da Ocs e Finwave – ha un fatturato potenziale di 100 milioni di euro”, ha commentato Camisa. “L’acquisizione ci offre una grandissima spinta verso un’ulteriore crescita in termini sia di espansione internazionale che di collaborazione con nuove realtà e integrazione con la piattaforma esistente. Ocs è già presente in Spagna e guardiamo con grande interesse anche al Portogallo, alla Francia e alla Germania. Espanderci ci aiuta a sviluppare e proporre anche fuori dall’Italia le soluzioni che già hanno dimostrato di essere performanti. Inoltre ci consente di accompagnare alcuni clienti in altri mercati”.
Nel percorso di Ocs le acquisizioni stanno assumendo un ruolo sempre più importante, così come la spinta verso la creazione di un ampio ecosistema di partnership. “Negli ultimi anni abbiamo acquisito dei player emergenti verticali, come Talentomobile e Redo”, ha sottolineato Camisa, “e per noi si è trattato di un cambio di paradigma importante. Quando abbiamo deciso di cambiare? Quando ci siamo resi conto che l’accelerazione del mercato richiedeva di collaborare con soggetti che avevano specializzazioni diverse dalle nostre nel mondo dell’intelligenza artificiale, dei dati e della trasformazione tecnologica”.
Questa ‘contaminazione’ con realtà dal know-how diverso ha portato innovazioni nelle tecnologie di Ocs, come il digital onboarding, ossia il riconoscimento biometrico del cliente nella fase di acquisizione di sottoscrizione dei contratti, l’utilizzo di strumenti legati all’intelligenza artificiale per tutta una serie di operazioni legate al business e, nel caso di Redo, delle soluzioni di nano-lending istantaneo per accedere a micro-prestiti (fino a 500 euro) da restituire in un arco temporale tra i 60 e 180 giorni.
“Questo settore è molto dinamico”, ha affermato Camisa. “In questi 40 anni di storia abbiamo avuto sempre la necessità di evolverci per dare risposte alle esigenze dei clienti. Il nostro ambito è molto più vicino al consumer che al banking tradizionale e i nostri clienti trovano costantemente nuove offerte e nuovi approcci per rispondere alle continue evoluzioni dei consumatori. Siamo chiamati a coniugare grande robustezza con la capacità di essere veloci nel lanciare le nostre proposte, condividerle e renderle un’esperienza omogenea in una soluzione integrata”.
Per il futuro, il ceo ha individuato alcuni trend del banking. “La nostra esperienza sui microfinanziamenti dimostra che, se un prestito personale è di facile accesso, diventa una forma alternativa di pagamento all’interno di un portafoglio finanziario”, ha concluso Camisa. “Se vediamo l’esempio dei paesi dell’Europa settentrionale, il finanziamento degli acquisti negli e-commerce (anche per importi bassissimi) viene utilizzato, in percentuale, due-tre volte maggiore rispetto a quanto avviene in Italia, dove la crescita è forte, ma la penetrazione è ancora bassa. Per questo l’offerta dei nostri clienti ha bisogno di essere accompagnata da soluzioni digitali altrettanto potenti, facili e intuitive”.
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