Essere inclusivi significa trasformare la diversità in un punto di forza al fine di creare un sistema coeso in cui tutti si sentono valorizzati. E’ il caso di Pit’sa, nuovo format di pizzerie che inaugura la nuova sede di Milano.
Nato a Bergamo da un’idea di Giovanni Nicolussi e Valentina Giacomin e portato avanti con il sostegno delle associazioni Coordown, Aipd (Associazione italiana Persone Down), Agpd (Associazione Genitori e Persone con Sindrome di Down), Pit’sa favorisce l’inserimento lavorativo di ragazzi e ragazze con sindrome di Down che servono pizze realizzate con materie prime sostenibili e di origine vegetale, ottenute da agricoltura genuina e non da allevamenti intensivi, senza sfruttare gli animali.
“La nostra è una squadra dichiaratamente inclusiva che vuole valorizzare le diversità. Vogliamo dimostrare a tutte le persone che vengono a mangiare da noi che l’inclusività nel lavoro è un plus e mangiare da noi fa star bene”, dichiara il founder Nicolussi.
“A Milano porteremo il Pit’sa Effect, nostro claim di campagna: fare del bene fa star bene e produce reazioni a catena, con effetti a lungo termine. Un po’ come il famoso effetto farfalla: se mangi da Pit’sa fai del bene e stai bene”.
Pit’sa: quando inclusività fa rima con sostenibilità
Inclusività ma anche sostenibilità: il prodotto di punta di Pit’sa viene infatti realizzato e condito con ingredienti di origine vegetale come il cremoso di anacardi, 100% vegetale e plant-based, riconducibile al gusto alla robiola ma derivato dagli anacardi e non dal latte, un’inedita alternativa vegana per chi ama la pizza ma non vuole rinunciare alla sostenibilità.
Il locale ha pensato anche agli amanti della pizza condita con ingredienti “classici”, individuando però un’alternativa sana ed etica. Per loro, il menù riserva due pizze che fanno uso di alcuni latticini, come il formaggio strachi quadro del Ferdy, l’agriturismo della Val Brembana noto per la produzione di formaggi da latte di razze antiche, nello specifico da vacche Bruna Alpina Originale e le Capre Orobiche, lasciate pascolare liberamente in montagna e munte a mano, e il formaggio di Malga Telvagola, pascolo estivo di alta montagna situato tra il Passo Brocon e la Val Malene gestito da Irene Piazza, giovane casara specializzata in produzioni casearie di montagna a latte crudo.
Il menù di Pit’sa prevede per gli ospiti anche pizze con salsiccia vegetale, straccetti di seitan e tanta verdura (friarielli, cialde di pomodori, hummus, peperoncino, santoreggia, frutti del cappero, noci, porcini, zucca e altre ancora). Tutte le pizze sono realizzate con farina Antiqua Bongiovanni tipo 1 e servite con una ciotolina a parte del sugo al pomodoro, per accompagnare la “scarpetta” finale.
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