Il miliardario cofondatore e ceo di OpenAI Sam Altman sta sperimentando un’idea utopica: cosa accadrebbe se a tutti nel mondo venisse dato denaro, regolarmente e senza condizioni? Il “reddito di base universale” è stato uno dei primi concetti esplorati da OpenResearch, un laboratorio di innovazioni radicali collegato a OpenAI. Il sito del progetto ha pubblicato i primi risultati di una sperimentazione che ha distribuito complessivamente 45 milioni di dollari a migliaia di persone in tutta l’America, in quello che è stato definito “lo studio più completo” mai condotto sul reddito garantito.
La sperimentazione, durata tre anni (dal novembre 2020 all’ottobre 2023), ha coinvolto 3.000 partecipanti in Texas e Illinois: queste persone – selezionate casualmente – hanno ricevuto una somma mensile di 1.000 dollari o di 50 dollari. L’obiettivo? Capire come le nostre vite potrebbero cambiare se ci venisse dato una sorta di reddito di base universale. I risultati iniziali rivelano che le persone che hanno ricevuto questo denaro tendevano a spenderlo per bisogni di base, cure mediche e per aiutare gli altri. Come spiega CBS News, i beneficiari dei 1.000 dollari sono state persone con redditi medi inferiori a 29.000 dollari annui.
Durante la sperimentazione, i ricercatori hanno raccolto dati tramite sondaggi telefonici e online e interviste. I ricercatori hanno anche prelevato sangue dai partecipanti – d’accordo nel farlo – per monitorare i cambiamenti in alcuni biomarcatori della salute. “Il nostro obiettivo è semplicemente produrre i dati e renderli disponibili nella forma che funziona meglio per le persone, e nel modo più ampio possibile”, ha dichiarato a Forbes Elizabeth Rhodes, direttrice di OpenResearch.
LEGGI ANCHE: “Quali sono i paesi con la ricchezza media più alta al mondo: in testa la Svizzera, Italia 24esima”
I risultati “reddito di base universale”
Lo studio ha rilevato che i destinatari del reddito di base hanno speso più denaro per affitto, trasporti e cibo. I ricercatori hanno anche studiato l’effetto del denaro sulle ore di lavoro dei destinatari: hanno scoperto che lavoravano 1,3-1,4 ore in meno a settimana rispetto al gruppo che riceveva 50 dollari. I beneficiari del reddito hanno utilizzato quelle ore per il tempo libero e hanno avuto quindi la possibilità di scegliere liberamente cosa fare, migliorando il work life balance. Inoltre, coloro che hanno ricevuto 1.000 dollari al mese hanno speso una media di 22 dollari in più rispetto all’altro gruppo per aiutare parenti in difficoltà o fare regali agli amici. Inoltre, le persone hanno iniziato a curarsi di più, spendendo in apparecchi ortodontici, e a rifornire meglio i frigoriferi e le dispense.
Alcuni hanno iniziato a considerare o intraprendere attività imprenditoriali. Come si legge su Wired, che ha analizzato il report di OpenResearch, al terzo anno dei pagamenti, i destinatari afroamericani e le donne hanno fatto registrare rispettivamente il 9% e il 5% di probabilità in più di avviare un’impresa rispetto ai partecipanti del gruppo che ha ricevuto 50 dollari. I partecipanti hanno anche iniziato a vivere per conto proprio, specialmente quelli con i redditi più bassi, e si sono goduti di più la vita.
LEGGI ANCHE: “L’Italia è il sesto Paese al mondo con più miliardari”
Le spese mediche
In un momento in cui anche gli americani con assicurazione trovano difficile mantenersi in salute perché faticano a permettersi le cure, i risultati dello studio mostrano che i destinatari del reddito universale hanno effettivamente aumentato le loro spese per i servizi sanitari.
I destinatari del reddito da 1.000 dollari hanno registrato un aumento del 26% del numero di ospedalizzazioni nell’ultimo anno, rispetto al destinatario medio del gruppo che ha ricevuto 50 dollari. Per chi ha ricevuto i 1.000 dollari c’è stato anche un aumento del 10% della probabilità di aver visitato un pronto soccorso nell’ultimo anno.
LEGGI ANCHE: “La ricchezza mondiale torna a crescere. Ma quella degli italiani è diminuita”
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .