Il settore del legno in Italia sta vivendo una fase di profonda trasformazione, grazie agli investimenti in innovazione tecnologica e sviluppo di nuovi prodotti eco-sostenibili per l’edilizia e l’industria. Proprio nell’ottica di consolidare questa evoluzione affinchè il settore garantisca una maggiore competitività e contribuisca attivamente alla transizione ecologica, nasce la nuova Federazione “Filiera Legno”.
La Federazione si pone come punto di riferimento per le industrie del legno, unendo sotto un’unica realtà l’Associazione italiana Filiera Legno edilizia, l’Associazione Italiana Filiera Legno imballaggio, l’Associazione Italiana Filiera Allestimenti & Contract e Assocofani. Una Federazione che andrà così a rappresentare un vasto settore che comprende segherie, produzione di imballaggi, edilizia in legno, e cofani, con un impatto significativo sull’economia nazionale: 330 imprese con un turnover complessivo di oltre 6,7 miliardi di euro e 21mila posti di lavoro.
In particolare, la Federazione evidenzia un’importante rappresentatività attraverso i suoi associati ordinari. Nel sistema delle prime lavorazioni legno, ovvero le segherie, il fatturato raggiunge 1.146 milioni di euro, di cui 410 milioni sono attribuiti direttamente alle imprese associate, rappresentando il 32% del mercato. Per quanto riguarda il sistema di imballaggi, il fatturato totale è di 2.122 milioni di euro, con 1.526 milioni generati dalle imprese associate, corrispondenti al 72% del mercato. L’edilizia in legno e la cantieristica segnano un fatturato di 2.267 milioni di euro, con 1.040 milioni prodotti dalle imprese associate, pari al 46% del mercato. Infine, il sistema Assocofani mostra un fatturato di 157 milioni di euro, con 114 milioni provenienti dalle imprese associate, che costituiscono il 70% del loro mercato.
Ne abbiamo parlato con Angelo Luigi Marchetti, presidente della Federazione Filiera Legno.
Quali sono le principali sfide che la Federazione Filiera Legno intende affrontare per rafforzare il ruolo del legno italiano sul mercato?
La nostra Federazione oggi si configura come il principale attore associativo all’interno dei segmenti dedicati all’edilizia sostenibile ed all’imballaggio in legno e comprende anche il settore degli allestimenti & contract, nonché il settore dei cofani in legno. Oggi questa Federazione rappresenta 335 imprese che generano quasi 7 miliardi di euro di fatturato e danno lavoro a più di 21mila addetti: un patrimonio di persone e aziende da tutelare, valorizzare e rendere protagoniste della transizione materica, economica ed ecologica. Il nostro primo obiettivo è creare un centro di competenza ed eccellenza per le imprese della nostra filiera, mettendo al centro il legno. La nostra Federazione vuole essere un motore di innovazione: una piattaforma di dialogo tra istituzioni, associazioni, mondo della ricerca, università e industria. In questo quadro è doveroso per la nostra Federazione cercare di promuovere una selvicoltura attiva del nostro paesaggio forestale, come richiamato dal Testo della Strategia Forestale Nazionale, valorizzando al contempo il legname di provenienza Italiana e incentivandone l’uso da parte delle nostre imprese. Allo stesso tempo, dobbiamo fare un passo in più: dobbiamo pensare ad una gestione strategica del bosco che possa anche definire termini di nuova formazione dei proprietari forestali, che coinvolga i tecnici e le imprese di settore, informando tutti i soggetti della nostra filiera delle tante sfaccettature che caratterizzano il bosco: dalla produzione di legname, alla definizione di servizi ecosistemici, ai concetti di rimozione del carbonio, al collaudo e selezione delle piante in piedi. Dobbiamo al contempo avvicinare il bosco alle prime lavorazione, ottimizzando la logistica e la pianificazione dei tagli e l’organizzazione delle aste del materiale tondo, aggregando a livello regionale (o macroregionale) i lotti e le proprietà, in modo da fornire costanza in termini di quantità e qualità all’industria. Infine, non per ordine di importanza, Filiera Legno deve procedere a ricreare le condizioni per una tipicizzazione del nostro legno, che sia caratterizzato da prestazioni peculiari, legate alle stazioni di crescita in un percorso di promozione che deve coinvolgere soggetti pubblici e privati. In poche parole dobbiamo investire per riuscire ad utilizzare al meglio il legname di cui disponiamo riducendo il più possibile l’importazione dall’estero.
La Federazione punta molto sull’innovazione e la sostenibilità. Può spiegare in che modo queste due linee guida si tradurranno in azioni concrete?
Gli aspetti di innovazione e sostenibilità, specialmente all’interno del nostro comparto, si intrecciano e si declinano all’interno di progetti dedicati a valorizzare le nostre imprese e il nostro materiale “legno”. In particolare, vorremmo poter creare un centro di competenza dedicato alla transizione materica. Poter pensare, infatti, ad un imballaggio in legno, anziché ad un imballaggio realizzato con elementi di sintesi, significa avere a disposizione conoscenze in termini di ciclo di vita (ad es. Lca, Epd, Cfp…) e di minimizzazione delle emissioni. Allo stesso tempo progettare un’opera di ingegneria in legno significa concepirla in tutte le sue fasi dalla produzione in fabbrica alla cantierizzazione, all’uso vita natural durante, fino a pensare al suo fine vita e alle modalità di riutilizzo e di riciclo. Ma significa anche valorizzare al massimo la scelta del materiale utilizzato, capace di stoccare anidride carbonica per lunghissimo periodo, e quindi di decarbonizzare. In questo senso, diventa complementare alla fase di formazione definire un affiancamento a professionisti e imprese che abbracci i temi della sostenibilità, di fisica-tecnica e tecnologici che possano consentire ad un generico committente di capire i vantaggi dell’utilizzo del legno sia in termini ambientali, economici e di attrattività di settore. Allo stesso tempo, aggiungo che sostenibilità e innovazione devono avere dei piani di ricerca e sviluppo che coinvolgano sia Centri di ricerca che Università. Sotto questo profilo sono stati già avviati i progetti di tipicizzazione del legname nazionale, per un’ottimizzazione dell’utilizzo dello stesso al fine di produrre assortimenti ingegnerizzati, quali ad esempio legno lamellare e Clt, avvicinando le prime lavorazioni alle seconde e accorciando i vari anelli della filiera. In relazione ai termini di sostenibilità stiamo predisponendo progettualità che prevedano dei percorsi di decarbonizzazione condivisi per i settori rappresentati e che possano portare il nostro settore ad una migliore profilazione nei pilastri ESG, definendo contestualmente un minor costo del denaro ai fini di consentire alle imprese associate una ottimizzazione dei processi produttivi e cantieristici.
Come prevedete di coinvolgere le istituzioni e altre realtà associative per promuovere una filiera del legno più sostenibile e creare nuove opportunità di lavoro?
La Federazione Filiera Legno nasce come luogo aperto e di condivisione di idee e progetti, con la ferma convinzione che anche le diversità di posizioni e vedute siano un arricchimento in termini di competenze e di rappresentanza, e che da un sano e costruttivo confronto si possa sempre arrivare ad una sintesi positiva per tutti. La nostra forza verso le istituzioni, poi, sono le imprese aderenti alla Federazione stessa, che delineeranno una forte rappresentanza del nostro settore e che possano essere considerate il primo soggetto al fine di orientare percorsi legislativi e di dialogo con le amministrazioni pubbliche in modo da non subire passivamente tali adempimenti normativi ma considerare l’industria come un elemento proattivo e fondamentale per un arricchimento del tessuto tecnico e normativo del nostro Paese.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .