Jody Brugola
Leader

Così Jody Brugola sta guidando l’azienda di famiglia nell’era della transizione elettrica

Contenuto tratto dal numero di marzo 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Fondata nel 1926, Brugola Oeb è un’azienda italiana che produce viti critiche per il settore automobilistico, nota soprattutto per il brevetto della vite a testa cava esagonale con gambo a torciglione. L’azienda, guidata dalla terza generazione della famiglia Brugola, ha affrontato sfide come la riacquisizione completa delle quote nel 2024, che l’ha riportata a essere “un affare di famiglia” dopo 34 anni.

Con una presenza globale e un fatturato di 186 milioni di euro per il 2024, Brugola Oeb si distingue per la capacità di adattarsi ai cambiamenti, dalla transizione verso l’elettrico all’adozione di soluzioni sostenibili, tra cui la riduzione delle emissioni e gli investimenti in macchinari efficienti. Solo nel 2024 ha investito complessivamente 9,5 milioni di euro per rafforzare la propria capacità produttiva e tecnologica. In questa intervista, il presidente Jody Brugola racconta il percorso di crescita, le strategie per il futuro e il ruolo dell’azienda in un mercato in continua evoluzione.

Nel 2024 avete riacquisito tutte le quote dell’azienda. Come è avvenuto questo percorso?
La nostra idea è sempre stata quella di tornare al 100% della proprietà aziendale. I soci di minoranza rappresentavano un’eccezione, essendo attivi nel nostro stesso settore e concorrenti diretti. Riacquisire tutte le quote non era solo un obiettivo strategico, ma una necessità per garantire la continuità e la crescita dell’azienda. Il percorso per riacquisire le quote è iniziato dopo la crisi del 2008-2009. Abbiamo dapprima riacquistato le azioni dalle banche, cedendo però il 15% al Fondo Italiano di Investimento. Poi, nel 2018, abbiamo liquidato il fondo, riportando la nostra quota al 76%. Infine, nel 2024, grazie a un accordo con i soci, siamo tornati a essere proprietari unici. Questo percorso ci ha permesso di investire significativamente, aprire nuovi stabilimenti e implementare tecnologie avanzate come il Sap. Oggi possiamo dire con orgoglio che Brugola Oeb è tornata interamente nelle mani della nostra famiglia.

Passando al futuro dell’automotive, come vede Brugola nel contesto della transizione verso l’elettrico?
Il nostro ruolo è quello di continuare a innovare. Produciamo viti critiche per motori, ma ogni tre viti che realizziamo, due finiscono in componenti generali dell’automobile, indipendentemente dalla piattaforma, sia essa a combustione, ibrida o elettrica. Molti pensavano che l’elettrificazione ci avrebbe penalizzati, ma in realtà oggi produciamo anche viti specifiche per le piattaforme elettriche. Siamo forse l’azienda più trasversale in questo cambiamento. Ciò che mi preoccupa non è tanto il passaggio all’elettrico, quanto la mancanza di una strategia chiara. Il 2035 è stato imposto come limite, generando incertezza tra i consumatori. La gente ha paura di comprare automobili perché non sa quale tecnologia scegliere. Fortunatamente negli ultimi tempi si è iniziato a considerare l’ibrido come una soluzione complementare. Io credo che anche i motori a combustione di nuova generazione possano avere un ruolo, grazie alle loro emissioni ridotte. Una transizione equilibrata è fondamentale per garantire stabilità al settore.

Passiamo alla sostenibilità. Come affrontate questo tema nelle vostre attività?
Per un’azienda industriale come la nostra è impossibile avere zero emissioni, ma facciamo del nostro meglio per ridurle e compensarle. Abbiamo lavorato molto sull’efficientamento del nostro processo produttivo, per esempio il recupero dell’olio e dell’acqua, che ci consente di consumare meno e produrre meno rifiuti. Inoltre abbiamo installato illuminazione a led e inverter sulle macchine per diminuire il consumo energetico. Investiamo in macchinari di ultima generazione, più efficienti e con minore impatto. Un progetto che mi sta particolarmente a cuore è quello delle piantagioni di bambù. Abbiamo ‘adottato’ sei ettari di foresta e ne abbiamo piantati altri dieci di nostra proprietà vicino agli stabilimenti. Il bambù è molto efficiente nell’assorbimento della CO2, e questo ci aiuterà a ridurre le emissioni del 70% entro il 2030. Non si tratta di comprare certificati, ma di azioni concrete e visibili sul territorio. Se tutti adottassero soluzioni simili, i benefici sarebbero tangibili.

Quali sono gli obiettivi di Brugola?
Sono la terza generazione della famiglia e sento una grande responsabilità nel portare avanti questa eredità. La nostra azienda è sempre stata sinonimo di eccellenza nella produzione di viti critiche per motori e, più in generale, di elementi di fissaggio per automotive. Negli ultimi cinque anni abbiamo ampliato il nostro raggio d’azione, includendo componenti ancora più complessi che richiedono lavorazioni avanzate. L’obiettivo è continuare a differenziarci con prodotti di nicchia e ad altissima precisione. Oggi lavoriamo con clienti come Bmw, Mercedes, Hyundai e Stellantis, oltre ai nostri partner storici, Ford e gruppo Volskwagen. Stiamo anche entrando nel mercato dei camion, che rappresenta una nuova frontiera per noi. Nonostante il calo delle vendite globali di automobili negli ultimi anni, il nostro fatturato si è mantenuto stabile. Questo dimostra che stiamo conquistando quote di mercato e che la nostra strategia è vincente.

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